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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 5 maggio 2011

STATO ETICO? NO, GRAZIE!

Cari amici ed amiche.

Molti vorrebbero uno Stato che facesse etica e che l'etica stessa della società partisse dallo Stato.
In pratica, si pone lo Stato come fine ultimo a cui devono tendere tutte le azioni dei singoli individui.
Questo pensiero ebbe molti teorici come il filosofo tedesco Georg Hegel (1770-1831).
Ora, questa idea di istituzione non è confacente con uno Stato moderno e civile e la storia lo dimostrò.
Lo capirono gli Inglesi che nel 1215 fecero firmare ed accettare al re Giovanni Senza Terra la Magna Charta Libertatum.
Vi invito a leggere, ad esempio, un pezzo del suo primo articolo che recita:

"In primis concessise Deo et hac presenti carta nostra confirmasse, pro nobis heredibus nostris in perpetuum quod Anglicana ecclesia libera sit, et habeat jura sua integra..."

Queste parole che risalgono al XIII secolo gettarono le basi del moderno Stato.
Con le altre istituzioni (come la Chiesa), la scuola, la famiglia ed il singolo individuo, lo Stato concorre per arrivare al fine di creare il bene di tutti.
Al contrario, nella concezione dello "Stato etico" , lo Stato è il fine ultimo e prevale sull'individuo.
Questa concezione dello Stato aprì la strada ai totalitarismi.
Con il termine "totalitarismi" non intendo solo indicare il nazismo ed il comunismo ma anche tutte quelle forme di Stato che prevaricano quella che è la dimensione individuale dei cittadini.
Ad esempio, anche l'istituzione della Francia rivoluzionaria e giacobina fu una forma di Stato totalitario.
Vi invito a leggere la nota scritta su Facebook da Stefania Ragaglia. Seguite il link http://www.facebook.com/notes/stefania-ragaglia/edmund-burke-reflection-on-the-revolution-in-france/10150600960845721.
Qui fu il caso di un assolutismo, quello monarchico, che fu spazzato via e sostituito da un altro assolutismo, quello dei rivoluzionari che puntarono a sradicare tutte quelle istituzioni naturali, come la famiglia.
Così il nuovo Stato francese volle porre sotto il suo controllo la Chiesa (con la "Costituzione civile del clero") e la scuola e la famiglia (con l'istituzione del matrimonio civile e del divorzio), ponendosi come "istituzione suprema".
Non riuscendo a controllare la Chiesa, a causa delle contraddizioni della "Costituzione civile del clero" (che ledeva anche il rapporto tra la Chiesa francese e Roma) e con la spaccatura tra "clero giurato" o "clero costituzionale" e "clero refrattario", lo Stato arrivò a perseguitarla e a contrapporre ad essa culti neopagani, come il culto della Dea Ragione. Ogni diritto individuale fu soppresso. Durante il Terrore(1793-1794) ogni libertà basilare della persona fu calpestata per "salvaguardare la Rivoluzione".
Uno Stato civile e moderno non deve porsi come fine ultimo e supremo.
Come ho scritto prima, uno in uno Stato moderno e civile tutti concorrono per il bene comune, comprese le istituzioni statuali che non prevalgono sul diritto di ogni singola persona, come il diritto all'inviolabilità della corrispondenza o delle telefonate.
Chi ha l'intelligenza per capire...capisca!
Lo Stato è il mezzo per garantire la convivenza civile tra le persone e non l'"istituzione suprema" che, in nome della sua etica arriva a non tenere conto dei diritti del cittadino.
Non si fa il bene comune rendendo lo Stato onnipotente ma facendo sì che lo Stato funzioni bene.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".