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giovedì 19 maggio 2011

AMBASCIATA ANP A ROMA? E' UNA PROPOSTA NON CONDIVISIBILE!

Cari amici ed amiche.

Vorrei discutere la recente proposta del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto), di fare aprire un'ambasciata dell'Autorità Nazionale Palestinese a Roma.
Pur rispettando il presidente Napolitano, non condivido questa sua proposta.
Non c'è uno Stato palestinese e quindi non può esserci un'ambasciata.
In primo luogo, va garantita la sicurezza dello Stato di Israele.
Se non si garantisse la sicurezza e l'integrità dello Stato israeliano, ogni altro discorso sarebbe inutile.
Tra l'altro, i Palestinesi sono divisi tra le fazioni più moderate e quelle più integraliste. Ora se si formasse questo Stato, ci sarebbe il rischio che esso sia guidato da fazioni fondamentaliste, con rischi seri per Israele.
Se non si tenesse conto anche di ciò, ogni discorso sarebbe, praticamente, inutile.
Quindi, trovo che la proposta del presidente Napolitano non sia condivisibile.
Cordiali saluti.

10 commenti:

  1. Beh, sarà la rappresentanza diplomatica di un popolo e non di uno stato. I palestinesi lo stato lo vorrebbero anche, ma finora non gli è stato concesso dalla storia e dalle politiche estere di paesi circostanti.

    Non solo i palestinesi, ma tutti i popoli "sono divisi tra fazioni più moderate e quelle più integraliste". Un esempio di integralismo è dato dal ministro Liebermann di Israele, o dal deputato europeo Mario Borghezio. Il rischio quindi esiste già ed è molto esteso, non solo per Israele ma per tutti gli stati e i popoli del mondo.

    Dal mio punto di vista, ritengo che il governo e il ministero degli esteri italiani di sicuro non concederebbero lo sviluppo una linea estremista alla rappresentanza diplonatica palestinese in italia; questa apertura annunciata dal presidente Giorgio Napolitano è una grande opportunità sulla strada del dialogo, dato che l'ambasciata sarà il giusto esempio per i condottieri palestinesi a scegliere la via della diplomazia piuttosto che quella delle armi. Rifiutare queste aperture significa rifiutare il dialogo, e rifiutarsi di cercare soluzioni pacifiche ai problemi.

    Oltre al rifiuto del dialogo, certe tue affermazioni mostrano come sei posizionato su idee preconfezionate e pregiudiziali illogiche. Come puoi scrivere : "se si formasse questo Stato, ci sarebbe il rischio che esso sia guidato da fazioni fondamentaliste, con rischi seri per Israele.
    Se non si tenesse conto anche di ciò, ogni discorso sarebbe, praticamente, inutile" ?? secondo te è davvero pensabile che Napolitano e i diplomatici italiani non terrebbero conto anche dell'aspetto della sicurezza di Israele? La tua retorica è vuota di contenuti e di logica.

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  2. Ribadisco il concetto.
    Qui c'è uno Stato minacciato e questo Stato è Israele.
    Nelle fila palestinesi vi sono dei movimento fondamentalisti, Hamas in primis.
    Ad oggi, Hamas governa la Striscia di Gaza.
    Quindi, c'è un rischio della nascita di uno Stato palestinese fondamentalista.
    Se non si tiene conto di questo, ogni ragionamento è inutile.
    Bisogna salvaguardare l'integrità e la sicurezza di Israele.

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  3. Allora ripeto la domanda, visto che non l'hai letta: secondo te è davvero pensabile che Napolitano e i diplomatici italiani non terrebbero conto anche dell'aspetto della sicurezza di Israele?

    Però dai, rispondimi per favore, intendo dire rispondi direttamente alla domanda. Poi se vuoi concludi ancora dicendo:
    Se non si tiene conto di questo, ogni ragionamento è inutile.
    Bisogna salvaguardare l'integrità e la sicurezza di Israele.

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  4. Tenere conto della sicurezza di Israele, significa anche isolare le forze estreme, come Hamas.
    Non si possono fare concessioni a simili forze.

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  5. Isolarle significa comportarsi come finora?

    E perché non isolare anche gli estremisti israliani? Perché a loro le concessioni vengono fatte (es. colonie)?

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  6. I movimenti come Hamas vanno isolati.
    Sono questi gli estremisti.
    Non è vero che agli Israeliani vengono fatte delle concessioni. Molte loro colonie sono state tolte.

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  7. Ma "molte" in che senso? cioè hai una fonte che dia una percentuale, per esempio il numero di coloni che sono stati forzati a "togliere" le colonie sul numero totale di coloni che effettivamente occupano territori palestinesi? altrimenti "molte" non significa gran che. Le informazioni di cui io dispongo parlano di 9000 coloni fatti sloggiare sul mezzo milione totale, cioè circa il 2% arrotondato per eccesso. Mi sembra "poco", non "molto".

    Poi, comunque, Netanyahu ha detto poco fa:
    "colonie continueranno ad esistere al di fuori dei confini israeliani"... non è di certo un buon punto di partenza per una pace di compromesso. Le colonie non concorrono di certo alla sicurezza di Israele, perché di fatto costituiscono delle "isole" (grosse) in territorio che si presenta come ostile, quindi difficili da difendere. Una conclusione potrebbe anche essere la seguente: Tenere conto della sicurezza di israele esclude la possibilità di fondare colonie fuori da Israele. Lo stato di Israele è sionista e parte della popolazione e della classe politica ritiene che l'estensione attuale di Israele sia ancora poco rispetto alle reclamazioni d'ordine storico. Netanyahu infatti ha ripetuto di recente "Bisogna capire che in Giudea-Samaria gli ebrei non sono occupanti". Beh insomma, basandoci su questo principio, allora i discendenti degli anglosassoni e dei francesi e degli spagnoli sono degli sporchi occupanti di tre quarti dell'America intera. Queste terre non dovrebbero essere restituite a loro volta ai pellerossa, agli Aztechi e compagnia bella? Cioè, dovremmo giustificare una guerra giusta di queste antiche popolazioni contro gli Stati Uniti e il Canada come minimo. Per garantire la loro sicurezza. Anzi dovremmo modificare innanzitutto i confini dei suddetti stati creando delle zone da dedicare al re-insediamento di tutte le famiglie discendenti dai pellerossa e da tutti i popoli pre-colombiani, e creare di conseguenza nuovi stati. Ti sembra un ragionamento che fila?

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  8. Purtroppo, Hamas non riconosce la legittimità di Israele.
    L'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha fatto un compromesso con Hamas.
    Se vuole iniziare uh dialogo con Israele, l'ANP deve rompere con Hamas.
    Quindi, il ragionamento Netanyahu fila perfettamente.
    Tu dialogheresti con una persona che vuole la tua morte?
    Io non credo proprio.
    Credo che lo stesso discorso valga per Israele.

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  9. ma allora dobbiamo restituire il territorio degli stati uniti ai pellerossa o no?

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  10. La questione dei pellerossa è stata superata.
    Loro riconoscono gli USA.

    RispondiElimina

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