Cari amici ed amiche.
Oggi, nelle nostre chiese, verranno letti i brani del libro degli Atti degli Apostoli (capitolo 2, versetti 14a, 36-41) del Salmo 22 (23), della lettera di Pietro (capitolo 1, versetti 20b-25) e del Vangelo secondo Giovanni (capitolo 10, versetti 1-10).
In questa liturgia, si parla dell'essere testimoni di Cristo nel mondo.
Il cuore della liturgia è proprio il brano del Vangelo.
Qui Gesù parla di sé come di un pastore. Il pastore è colui che entra dalla porta del recinto e riconosce le sue pecore e queste lo riconoscono a loro volta.
Il pastore è colui che sta vicino alle sue pecore, fino alla fine, cosa che non fa il guardiano. Quest'ultimo, lavora solo per soldi. E' un mercenario. Quindi, qualora, egli si trovasse di fronte al lupo, sarebbe pronto a lasciare le pecore, che verrebbero così mangiate dal lupo.
Il pastore, invece, rimane con le pecore sino alla fine.
Con questa parabola, Gesù volle fare capire agli apostoli che egli è fedele fino alla fine.
Infatti, processato per un crimine che non commise, insultato, picchiato e crocifisso, egli non covò la vendetta verso coloro che lo fecero morire.
Egli amò gli uomini a tale punto da farsi mettere in croce.
Noi dobbiamo essere testimoni di ciò.
Ora, voglio fare una domanda.
Noi crediamo in Dio?
La maggioranza delle persone risponderebbe in modo affermativo.
Ora, questa affermazione è scontata.
Essa è quasi filosofica.
Del resto, anche i massoni credono in Dio.
Ora, però, essere cristiani è qualcosa che va oltre il semplice credere in Dio.
Essere cristiani significa essere testimoni del fatto che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, amò l'umanità a tal punto da farsi mettere in croce.
Ora, essere testimoni di Cristo costa, specialmente in una società secolarizzata come quella attuale.
Mentre credere in Dio non costa nulla, essere cristiani costa davvero tanto perché il cristiano è un "piccolo Cristo" e, quindi, la sua vita deve avere un riflesso simile a quella di Cristo stesso.
Noi siamo buoni testimoni di Cristo?
Magari, con il cuore, saremmo tutti dei buoni testimoni di Cristo e vorremmo esserlo.
In realtà, siamo spesso indotti a fare delle cose che sono difformi a quelle del messaggio cristiano.
Ad esempio, rispondiamo agli insulti con altri insulti.
Oppure, tra di noi c'è chi fa la "caritas sine veritate", come dice l'amico Filippo Giorgianni su Facebook.
Un esempio, è stato riportato in questo articolo che potete leggere, seguendo il link http://www.tempi.it/sacerdoti-della-curia-milanese-firmano-appello-pisapia-contro-la-moratti.
Questo è un esempio di "caritas" non fatta per uno scopo legato a Dio ma per altri meno nobili.
Tra l'altro, queste persone che hanno fatto questa cosa sono sacerdoti. Ciò è gravissimo!
E' un "ecumenismo senza Cristo".
Anzi, ritengo che questa presa di posizione sia scellerata e che non abbia nulla a che fare né con il vero ecumenismo, né con la buona dottrina cattolica e nemmeno con il Concilio Vaticano II.
Del resto, nessuno è immune dall'errore. Anche chi è dentro la Chiesa può sbagliare.
Vi invito a leggere questa nota fatta dall'amica Stefania Ragaglia, una mia interlocutrice su Facebook.
Il link della nota è http://www.facebook.com/notes/stefania-ragaglia/dentro-la-chiesa/10150623916520721.
Non si può essere cattolici appoggiandosi al solo Concilio Vaticano II, senza riconoscere gli altri precedenti.
Il cattolicesimo ha una tradizione più antica.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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