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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 7 maggio 2011

DIFENDIAMO LA CULTURA, CON IL CIBO!





Cari amici ed amiche.

Faccio di questo mio blog una sorta di "Almanacco di Gotha", almanacco genealogico delle case regnanti, che contengono anche argomenti di varie curiosità, come la scienza e la gastronomia.
Questa volta, voglio parlare di gastronomia.
Voglio incominciare, presentandovi la ricetta in un piatto tipico della mia zona, i Tortelli di zucca.
Essi sono un tipico piatto della tradizione mantovana.
La ricetta (per quattro persone) è la seguente:

Ingredienti per la pasta:

400 gr. di farina.
4 uova.
un pizzico di sale.

Ingredienti per il ripieno:

600 gr di zucca (rigorosamente mantovana).
100 gr di biscotti "Amaretti" tritati.
100 gr di mostarda mantovana (rigorosamente di mele).
100 gr di formaggio "Grana Padano" o "Parmigiano Reggiano" grattugiato.
pepe (q.b.)
sale (q.b.)
1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata.
1/2 cucchiaino di scorza di limone grattugiata.

Preparazione:

Togliere i semi dalla zucca e, con tutta la buccia, passarla in forno per circa 1 ora a 180°C.
Intanto, si prepara la pasta setacciando la farina a fontana, e mescolandola con le uova ed un pizzico di sale e, su una superficie piana, lavorarla fino a che gli ingredienti non sono amalgamati.
Quando la zucca è morbida, va staccata la polpa dalla buccia. La polpa può essere tolta con un cucchiaio.
Mettete la polpa della zucca con una terrina e mescolatela con gli amaretti tritati, il formaggio "Grana Padano", la noce moscata, la scorza di limone, il sale e la mostarda tagliata finemente.
Con la pasta, fate una sfoglia bella sottile e dividetela in parti uguali.
Sulla metà di ogni pezzetto di sfoglia mettete dei mucchietti di ripeno a circa 5 cm l'uno dall'altro.
Coprite il tutto con l'altra metà della sfoglia e chiudete ogni tortello con le mani, dopo averli inumiditi con con un pennellino intinto nell'acqua.
Ritagliate i tortelli in quadrati che abbiano ogni lato di circa 4 cm e fateli riposare su una superficie infarinata fino al momento di cuocerli, girandoli ogni tanto perché non si attacchino.
Mettete dell'acqua in una pentola, salatela e mettetela a bollire.
Quando l'acqua bollirà, buttatevi dentro i tortelli che lascerete cuocere, girandoli ogni tanto.
Una volta cotti, prendeteli con un mestolo forato e metteteli in una zuppiera.
Il condimento ideale (e tradizionale) è il burro fuso aromatizzato con salvia.
In tal caso, i tortelli vanno disposti a strati con il burro fuso (aromatizzato con la salvia) ed il formaggio Grana Padano (o Parmigiano-Reggiano) grattugiato.
A Marmirolo, si usa condire i tortelli con un ragù fatto di salsa di pomodoro, cipolla, e salsiccia di maiale.
Detto questo, vi auguro buon appetito.

Ora, esprimo una mia considerazione. Ho citato l'Almanacco di Gotha e credo che questa citazione sia più che azzeccata.
Il tortello di zucca rappresenta un piatto simbolo della tradizione e della storia mantovana.
Pensate, già nel Medio Evo, a Mantova, si parlava di un "tortello dolce" e con la scoperta dell'America e l'arrivo della zucca, si incominciò a parlare dei tortelli che noi tutti conosciamo.
Nel 1549 venne pubblicato un testo intitolato "Banchetti, composizioni di vivande ecc". Esso fu redatto da Cristoforo Messibugo e parlò anche di paste farcite che venivano indicate con il termine "ritortello".
I tortelli di zucca (che in inglese vengono chiamati "pumpkin-filled ravioli") sono legati a doppio filo sia con la signoria dei Gonzaga e sia con la dominazione austriaca.
Specialmente nella cultura mitteleuropea, si usa mangiare molta selvaggina, carne dai sapori forti.
Da qui nasce l'accostamento con altri piatti di sapore delicato e dolce che è tipico della cucina dell'Europa centrale e settentrionale.
Mangiare un piatto di tortelli di zucca non significa solo mangiare un buon piatto mantovano ma scoprire la storia della terra mantovana.
In fondo, anche i Gonzaga li mangiavano.
Ho citato i tortelli di zucca, perché sono mantovano, ma il discorso analogo si può fare per qualsiasi altro piatto della cucina italiana.
Ad esempio i "Carciofi alla giudia", tipico piatto della cucina romana, vengono chiamati così perché fritti in olio fondo. Questa tecnica di frittura fu introdotta dalla comunità ebraica romana, una comunità molto antica.
Del resto, anche grandi cuochi e chef di fama internazionale hanno capito ciò e, addirittura, cercano di proporre anche la nostra cucina.
Prendiamo, ad esempio, il ben noto Gordon Ramsay, lo chef dell'altrettanto noto reality-show "Hell's Kitchen", http://www.fox.com/hellskitchen/.
Giusto nello filmato che mostra uno spezzone del succitato reality in cui Ramsay sfida i concorrenti a fare i ravioli.
Del resto, la cucina italiana è abbastanza ricorrente in quel reality show.
Pensiamo al concorrente di Chicago Trev McGrath che in una delle sfide si è messo a cucinare le pennette con il pomodoro e la salsiccia.
Bravo Trev!
Io penso che uno dei modi per difendere la nostra cultura sia anche quello di proporre la nostra cucina nel mondo e di farne conoscere la storia.
Del resto, se ci riesce Ramsay, che certamente è un grande chef ma che non è italiano, perché non possiamo riuscirci noi italiani?
Servono delle nuove strategie di promozione, anche a livello politico.
Faremmo meglio a riflettere.
Cordiali saluti.


















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