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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 17 luglio 2010

LA CHIESA E GLI STATI


Cari amici ed amiche.


Vi voglio parlare della questione inerente al rapporto tra Stato e Chiesa.
A partire dal 313 AD, quando l'imperatore romano Costantino I (nella foto) liberalizzò la Chiesa ci furono nei secoli una serie di eventi che portò a varie situazioni.
Infatti, il rapporto tra lo Stato e la Chiesa fu molto complesso.
Certamente, dal IV secolo in avanti l'Impero Romano protesse la Chiesa e ne favorì la diffusione.
Al momento della divisione dell'Impero in Impero d'Occidente ed Impero d'Oriente si verificò anche una differenziazione nella Chiesa stessa.
Ad Oriente (Costantinopoli) la Chiesa rimase soggetta allo Stato mentre ad Occidente fu indipendente dall'imperatore.
Questa situazione sfociò poi nello Scisma d'Oriente del 1054.
Caduto l'Impero d'Occidente (476AD) fu la Chiesa a ridisegnare l'identità europea e questa operazione culminò con la nascita del Sacro Romano Impero di Carlo Magno nell'800AD.
Questo sovrano franco contribuì ad evangelizzare l'Europa in modo più profondo rafforzando la Chiesa ma nel contempo inaugurò quello che avvenne nei secoli successivi.
Qui la Chiesa riuscì a creare il tessuto socio-culturale che sopravvisse alla disgregazione del Sacro Romano Impero (con la deposizione di Carlo il Grosso 887AD) ma nel comtempo aprì lo scenario seguente.
Con la ricostituzione del Sacro Romano Impero della nazione germanica (962AD) con Ottone I di Sassonia come imperatore si aprì una nuova fase.
Infatti, l'imperatore si erse come "protettore della Chiesa" ma la sua protezione significava avere il controllo sui vescovi e sull'elezione del Papa.
Il Papa, invece, puntava a mantenere la sua autonomia ed il suo potere sull'imperatore.
In realtà, il rapporto tra Papa ed imperatore fu molto complesso.
Se, da una parte, l'imperatore aveva bisogno del favore del Papa per avere un potere riconosciuto e che se scomunicato avrebbe lo avrebbe perso, dall'altro, il Papa non sarebbe stato in grado di fare a pieno titolo il suo magistero senza la collaborazione dell'imperatore.
Questo portò alle "Lotte per le investiture" che cessarono solo al XIII, quando per questi "due Soli del Medioevo" iniziò il declino.
Infatti, dopo il tramonto degli Svevi, nessun imperatore fu più in grado di tenere unita l'area italiana a quella tedesca e ci fu una frammentazione tra i vari feudi di quest'ultima.
Inoltre, essendo quella dell'imperatore una carica elettiva,vi erano casi di feudatari più ricchi e potenti del sovrano.
Il Papato andò in crisi a sua volta.
Dopo lo scontro tra Papa Bonifacio VIII ed il re di Francia Filippo IV il Bello (1303), ci fu la "Cattività avignonese" che durò dal 1309 al 1377 e che ridusse il Papa a strumento della corona francese.
Alla "Cattività avignonese" seguì lo Scisma d'Occidente che durò fino 1417 AD.
Da lì la Chiesa non ebbe più un'effettiva unità.
Infatti, si formarono i grandi Stati nazionali (Spagna, Francia ed Inghilterra) con forti monarchie che vollero estendere il loro potere anche sulle Chiese dei loro Paesi e, soprattutto, sui loro beni.
Di fatto, la religione divenne un aspetto della politica nazionale di ciascun regno.
Ciò culminò con la Riforma protestante (1517 AD).
Qui, infatti, i reggitori secolari ebbero un ruolo fondamentale.
Infatti, la Riforma vinse ove si alleò con il governo che incamerava così i beni della Chiesa.
E così, i reggitori di Stati come i Principati tedeschi settentrionali, la Svezia, la Danimarca, la Norvegia ed alcuni Cantoni Svizzeri, abbracciarono il protestantesimo sia per rafforzare il proprio nazionalismo e sia per controllare direttamente i propri sudditi.
Non ho citato l'Inghilterra perché qui il caso fu particolare.
Infatti, re Enrico VIII ruppe con Roma (con l'Atto di Supremazia del 1534 AD) non per questioni dottrinali (infatti lui fu un accanito avversario del protestantesimo) ma per ragioni personali e, almeno durante il suo regno la Chiesa anglicana rimase cattolica nel dogma.
Ove il protestantesimo si mise contro il governo venne sconfitto. Solo in Scozia e nei Paesi Bassi, ci fu un risultato diverso.
Infatti, nel 1560 AD, il riformatore scozzese John Knox portò fece del suo Paese una nazione calvinista e con re Giacomo VI (dal 1603 Giacomo I d'Inghilterra 1566-1620) anche la corona assunse le dottrine riformate.
Quanto ai Paesi Bassi, essi si ribellarono alla Spagna di re Filippo II.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) il cattolicesimo tornò a nuovo vigore ma dal XVI secolo esso ebbe altri problemi.
Infatti, si formarono dottrine come il giansenismo ed il molinismo e ci furono i vari regalismi (giuseppinismo, gallicanesimo e giurisdizionalismo) che tendevano a ridurre l'influenza del Papa.
Quindi, ci furono delle forti lacerazioni nella Chiesa e ciò creò una situazione di grande pericolo, di fronte alle teorie deiste ed illuministe che provennero dall'Inghilterra.
Arrivate in Francia esse divennero corrosive contro la Chiesa che mostrò segni di stanchezza.
La situazione si fece più grave con la Rivoluzione francese del 1789.
Su questa rivoluzione ci sono due teorie.
La prima dice che era una rivoluzione antireligiosa ed anticristiana e voleva dichiaratamente distruggere la Chiesa.
La seconda dice che la situazione si evolse in modo accidentale e che dopo una serie di fraintendimenti con il Papa (che condannò la Costituzione civile del clero ratificata nel 1790) si arrivò alla scristianizzazione del Terrore giacobino.
C'è chi dice che la verità stia nel mezzo.
Io, invece, dico che c'è una quarta teoria, ossia che i rivoluzionari apparentemente non vollero scristianizzare la Francia e distruggere la Chiesa ma fecero la Costituzione civile del clero per fare l'esatto contrario, poiché ben sapevano che il Papa non avrebbe approvato.
E fu da lì che in Europa nacque una "laicità contro la Chiesa" che si tradusse in varie ideologie tra cui il marxismo.
Inoltre da lì nacque lo "Stato contro la Chiesa" e proprio l'Italia che si unì nel 1861 ne fu un esempio.
Forse, bisogna provare capire quelle che successe in passato per comprendere quello che c'è oggi.
Forse, si può anche spiegare il "paradosso degli USA" di uno Stato formatosi in epoca illuminista e con il pensiero illuminista in cui però la religione gioca un ruolo fondamentale nella vita pubblica dei cittadini.
Faccio anche una considerazione personale.
Oggi, vi è un clima simile a quello della Francia dell'epoca del Terrore e, ad esempio, certi gruppi e pagine blasfemi che compaiono sui social network ricordano le mascherate anticristiane (tra cui quella dell'"asino mitrato", ossia di un asino su cui veniva messa una mitra vescovile e che trainava un carro con i fantocci del re, del Papa e dei nobili) ed i roghi di oggetti sacri.
Il presidente Berlusconi ha quindi ragione a dire che c'è un "clima giacobino", in tutto e per tutto.
Cordiali saluti.

3 commenti:

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".