Cari amici ed amiche.
Voglio parlare del Concilio Vaticano II. "De facto", questo è un post scritto "a quattro mani", visto che molte idee me le ha date l'ha date l'amica Sveva Orlandini del "MINZOLINI FAN CLUB".
Merita i miei ringraziamenti.
Io credo che il Concilio Vaticano II, che si svolse tra il 1962 ed il 1965 e che fu aperto da Papa Giovanni XXIII e fu chiuso dal suo successore Paolo VI, fosse stato buono nelle intenzioni di chi lo volle ma molto meno buono nella sua applicazione e nella sua gestione.
Infatti, il Concilio Vaticano II proponeva cose buone, come l'ecumenismo tra le Chiese cristiane, il dialogo con le altre religioni (come gli ebrei) ed una Chiesa che non fosse più vista come un museo.
Il problema si pose nella sua gestione ed oggi si vedono gli effetti di ciò.
Infatti, alcuni teologi che lavoravano nel Concilio scavalcarono a sinistra la linea di moderazione che avrebbe dovuto avere lo stesso, generando di fatto delle correnti di pensiero entro la Chiesa che spesso entrarono in contrasto anche con la stessa dottrina.
Di fatto, si vide la giusta volontà di aprire la Chiesa al mondo in occasione per fare compromessi anche con le ideologie che spesso contrastavano con la dottrina cattolica, come il marxismo.
Oggi, i frutti di questi errori sono delle vere e proprie derive come il catto-comunismo, le Chiese di base e la teologia della liberazione.
Di ciò, ho in parte parlato questa mattina nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/i-pericoli-interni-al-mondo-cattolico.html.
E così, si formarono correnti che, ad esempio, volevano una maggiore apertura verso l'aborto, l'eugenetica e l'eutanasia. Anzi, erano favorevoli ad essi.
Purtroppo, queste correnti ancora oggi lacerano la Chiesa ed il mondo cattolico.
Certe teorie si sono fatte strada anche tra i prelati.
Il rischio che corriamo noi cattolici è quello di trovarci in una situazione simile a quella in cui si trovano oggi gli anglicani.
La Chiesa anglicana è divisa nella "High Church" (Chiesa alta), "Low Church" (Chiesa bassa) e "Broad Church" (Chiesa larga).
Delle tre correnti, la prima si rifà alla cattolicesimo, la seconda al protestantesimo e la terza al liberalismo e contempla anche teorie vicine al deismo.
Oggi, questa situazione ha messo in crisi la Chiesa anglicana.
E così, anche a causa delle recenti decisioni di aprire l'ordinazione sacerdotale ed episcopale alle donne e agli omosessuali e certe aperture all'aborto e al matrimonio gay di alcune Chiese in comunione con Canterbury, la Comunione anglicana è scossa da una grave crisi. In essa vi sono scismi, come quello degli anglicani tradizionalisti, molti dei quali sono passati al cattolicesimo.
Non vorrei che ciò accadesse anche nella nostra Chiesa.
Sarebbe davvero il colmo se un concilio nato per un unire cristiani creasse delle spaccature all'interno della Chiesa cattolica.
Sarebbe una catastrofe, se ciò succedesse.
Noi dobbiamo prendere le cose buone del Concilio Vaticano II, come (ad esempio) l'ecumenismo ed il fraterno dialogo con gli ebrei, e valorizzarli, aprendosi alla scienza VERAMENTE UTILE AL GENERE UMANO, come ad esempio la possibilità di trovare nuove cure contro i tumori, evitando però le succitate derive.
Queste derive si possono evitare dicendo UN SECCO NO a compromessi con idee come il marxismo e a pratiche come l'aborto, l'eugenetica, certi eccessi nella fecondazione assistita, la creazione degli "embrioni chimera" e l'eutanasia e difendendo il valore della famiglia.
A volte, il bene si fa dicendo dei no.
Inoltre, noi cattolici dobbiamo stare vicini al Santo Padre Benedetto XVI, visto anche il momento attuale, in cui la Chiesa è spesso attaccata ed in cui si incita anche alla blasfemia.
Cordiali saluti.
Il Concilio Vaticano 2 non fu un male in sè,ma creò delle derive e delle eresie pericolose.
RispondiEliminaOttimo articolo Antonio.
Sul Concilio Vaticano II, io dico che è stato buono nelle iniziative ma meno buono nella sua applicazione.
RispondiEliminaCi furono anche quelli che "scavalcarono a sinistra" la linea presa e che provocarono le eresie di cui tu parli.
Cordialità.