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martedì 27 luglio 2010

CHIESA AMBROSIANA, UN PATRIMONIO


Cari amici ed amiche.
Per la gioia dei milanesi, parlo un po' della Chiesa ambrosiana. Essa fu fondata da Sant'Ambrogio (Treviri 339-340-Milano 397) che ne fu il primo vescovo.
Con i suoi riti diversi da quello romano, oggi, questa Chiesa particolare comprende l'Arcidiocesi di Milano ed alcune parrocchie delle diocesi del Canton Ticino, Como, Novara, Pavia e Bergamo ma un tempo era estesa su tutta l'Italia settentrionale.
Infatti, in seguito prevalse il rito romano.
Tra il rito ambrosiano e quello romano vi sono alcune differenze.
Ad esempio, all'inizio di della Messa, quando vi è l'atto di penitenza, nel "Kyrie eleison" non vi è il "Christe eleison", presente nel rito romano.
Quando i lettori si accingono a leggere la Parola di Dio, il celebrante impartisce loro la benedizione mentre nel rito romano ciò avviene solo per il Vangelo.
Il Credo non è recitato dopo subito dopo il Vangelo (come nel rito romano) ma viene posticipata all'offertorio.
Dopo il Vangelo si recita un'antifona durante la quale il celebrante prepara la mensa stendendovi il corporale ed il calice.
Nel rito ambrosiano, sia che vi sia la Preghiera dei fedeli e sia che venga omessa, la Parola di Dio viene fatta terminare con un'orazione.
Nel rito romano, se viene omessa la Preghiera dei fedeli si passa all'offertorio.
Lo scambio del segno di pace avviene durante la Liturgia della Parola, mentre nel rito romano avviene prima della Comunione.
Ciò rispecchia le tradizioni orientali.
Nel rito ambrosiano, al termine della presentazione dei doni, manca la monizione detta dal celebrante "pregate fratelli e sorelle perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente" a cui l'assemblea risponde "il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa", che è tipico del rito romano.
Nel rito ambrosiano, prima del Padre nostro, il sacerdote compie la frazione del pane, mentre i fedeli cantano un'antifona.
Nel rito ambrosiano manca la triplice invocazione del'"Agnus Dei" ed il saluto augurale che avviene dopo la preghiera della pace e recita: "La pace e la comunione del Signore nostro Gesù Cristo siano sempre con voi".
Al termine della Messa, nel rito ambrosiano, si recita il Kyrie eleison ed il celebrante dice "andiamo in pace" ed i fedeli rispondono "nel nome di Cristo".
Vi sono altre differenze.
Ad esempio, l'ostensorio è tubolare o a forma di tempietto mentre nel rito romano è "raggiato".
Anche i paramenti sono diversi.
Ad esempio, durante la celebrazione del Santissimo Sacramento, si usano paramenti rossi e non bianchi come nel rito romano.
Il morello sostituisce il viola.
E' diverrso anche l'uso del turibolo dell'incenso che viene fatto girare in aria e non fatto oscillare in senso antero-posteriore.
Nelle Messe quaresimali (tranne quello che sono celebrate di sabato) si può usare il nero.
Può essere usato il Cappino, striscia di vari colori liturgici, che viene applicato intorno al collo della dalmatica dei diaconi o alla casula dei sacerdoti.
L'amitto è indossato sopra il camice che può avere negli orli applicazioni di tessuto dello stesso colore dei paramenti.
I diaconi indossano la stola sopra la dalmatica.
La croce astile viene portata con il crocifisso rivolto all'indietro mentre nel rito romano viene rivolta in avanti.
Inoltre, la Quaresima non parte dal Mercoledì delle Ceneri ma dalla domenica successiva e nei venerdì di questo periodo non si celebrano messe.
L'Avvento dura invece sei settimane, a differenza delle quattro del rito romano.
Inoltre, vi sono processioni e celebrazioni come quella del Santo Chiodo, dell'Idea, la Liturgia del Lucernario e quella del Faro.
Le Messe del Sabato sono festive e non feriali e sono preceduta dalle letture di brani del Vangelo che parlano della Resurrezione di Cristo.
Durante il periodo quaresimale essi vengono sostituiti da quelli che parlano della trasfigurazione.
Possiamo dire che la Chiesa ambrosiana porti con sé anche un grosso bagaglio culturale e sociale.
Non dimentichiamo i grandi santi, come ad esempio lo stesso Ambrogio e Carlo Borromeo (arcivescovo di Milano, 1538-1584), che fecero molte opere sociali.
Non dimentichiamo anche don Luigi Giussani, che agli inizi degli anni '70 fondò il movimento "Comunione e Liberazione" che porta al centro molti temi sociali (come la sussidiarietà) e le cui dottrine sono seguite da grandi esponenti politici come l'onorevole Maurizio Lupi ed il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
Quindi, la Chiesa ambrosiana è una realtà vitale per la città di Milano e per i milanesi.
I milanesi sanno bene ciò e credo che farebbero bene valorizzare di più questo patrimonio che è anche culturale.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".