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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 9 luglio 2010

I PERICOLI ALL'INTERNO DEL MONDO CATTOLICO

Cari amici ed amiche.

Si parla tanto di situazioni che dall'esterno possono fare male alla Chiesa e al mondo cattolico.
Esempi sono la secolarizzazione e l'avanzata di un pensiero relativista.
In realtà, vi sono anche PERICOLI INTERNI che possono fare male al mondo cattolico.
Uno di questi, è l'impostaazione sbagliata del dialogo con chi non è cattolico e con ideologie che nulla hanno a che fare con il cattolicesimo.
Un esempio, è il catto-comunismo.
Il catto-comunismo è un'ideologia che si è diffusa in parte del mondo cattolico e vuole porsi come idea di dialogo tra marxismo e Cristianesimo.
In realtà, questa idea è un compromesso in cui la componente marxista (purtroppo) tende a prevalere su quella cattolica.
Una sintesi tra cattolicesimo e marxismo non può esserci, se non facendo prevalere una delle due visioni del mondo sull'altra.
Il marxismo è ateo ed ateista. E' contro la visione di un Dio che salva.
Molto spesso è il marxismo a prevalere e del cattolicesimo restano, semmai, i riti esteriori.
Questa posizione è pericolosa di fronte alla sfide di questa epoca, tra le quali cito il fondamentalismo islamico.
Di fronte all'avanzare di questo pericolo, il cattolicesimo proposto in questa visione "proletaria", non reagisce.
Anzi, mentre nei Paesi islamici non si costruiscono chiese per le minoranze cristiane, questa visione del cattolicesimo propone la non reciprocità e, in nome del dialogo, fa fare le moschee.
Questo rischia di favorire il fondamentalismo.
Ora, un vero dialogo NON SI FA NON PORTANDO AVANTI LE PROPRIE IDEE.
Anzi, chi dialoga mette le sue idee nel confronto.
I santi come Francesco d'Assisi ne sono un esempio.
Certi movimenti "pacifisti" e catto-comunisti hanno fatto di questo santo una loro icona.
In realtà, egli si comportò in maniera completamente diversa.
Di fronte al sultano al-Malik al-Kamil, Francesco non fece come i catto-comunisti. Non si appiattì e né si annullò di fronte alle posizioni del suo interlocutore ma mise nel confronto le sue idee.
Dialogare significa esattamente questo!
Dialogare non significa annullarsi di fronte al proprio interlocutore ma "mettere in gioco" sé stessi e le proprie idee.
A ciò, si unisce anche l'atteggiamento di certi ministri di culto, i cosiddetti "sacerdoti di strada", che partecipano a certe manifestazioni politiche e che, magari, mostrano idee troppo radicali e legate alle loro idee politiche.
Così si rischia di snaturare quello che è il vero significato della Parola di Dio.
Gesù Cristo, di sicuro, non insegnò a spaccare le vetrine dei negozi o le cose altrui o a disobbedire allo Stato.
Gesù stesso disse "date a Cesare quello che è di Cesare e date a Dio quello che è di Dio.
Il cristiano può disobbedire allo Stato solo quando quest'ultimo fa una legge ingiusta, come (ad esempio) una legge che impone di uccidere il proprio vicino.
E' un caso limite, ma lo cito solo per farvi capire le cose.
Inoltre, vi è un altro pericolo nel mondo cattolico.
Il Santo Padre Benedetto XVI (nella foto) l'ha fatto notare di recente.
Il Papa ha ammonito i sacerdoti perché non usino il proprio ruolo per FARE CARRIERA.
Il rischio è, infatti, che ci si trovi di fronte ad una "Chiesa senza Cristo".
Una "Chiesa senza Cristo" è una Chiesa morta, più simile ad un'istituzione secolare (come un Comune o un Parlamento) che non a quella fondata da Cristo.
In questa situazione, i sacerdoti rischiano di farsi prendere dalle preoccupazioni materiali e di trascurare la comunità ad essi affidata, con conseguenze molto gravi.
Una di queste è l'effetto negativo sulla Messa.
Mi viene in mente la parabola del seminatore.
Un uomo che si lascia prendere troppo dalle preoccupazioni materiali è come il campo di spine in cui cade il seme.
Il seme (che è la Parola di Dio) cresce ma viene soffocata dalle spine.
Se a comportarsi così è il sacerdote, il rischio è ancora più grave.
La stessa Messa da questi celebrata rischia di diventare un "insieme di riti senz'anima", una sorta di conformismo.
Questo è un grave pericolo!
Di fronte a questa situazione, c'è chi preferisce non partecipare più alle funzioni per "pregare Dio da solo perché non ci si fida dei preti" e c'è chi va ugualmente a Messa più per farsi vedere che non per partecipare.
Anche nella parrocchia del paese in cui abito, vedo un bel po' di persone che fanno così.
E' evidente che nessuna di queste due situazioni faccia bene.
Anzi, sono le due facce della stessa moneta.
La Messa è il momento in cui la comunità cristiana si aggrega e dimostra di essere realmente tale.
Così, si rischia la disgrazione delle comunità cristiane.
E' evidente che oggi la posta in gioco è molto alta.
Bisogna riflettere.
Cordiali saluti.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".