Cari amici ed amiche.
Ieri, 29 luglio 2010, vi è stato l'epilogo di una vicenda che durava da troppo tempo e che creava malumori nel centro destra e nel governo.
Ieri, 29 luglio 2010, vi è stato l'epilogo di una vicenda che durava da troppo tempo e che creava malumori nel centro destra e nel governo.
Vi è stata la rottura tra il PdL e la sua corrente facente capo al Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, nella foto.
Questo non era un problema "organizzativo" o "di gestione del partito".
Se così fosse stato, non ci sarebbero stati altri problemi e né una rottura.
Ma era, a tutti gli effetti un problema politico.
Qui venivano toccati i temi di fondo, come il senso della legalità, il garantismo e la laicità dello Stato, su cui i "finiani" hanno sempre posto i loro distinguo rispetto alla linea politica.
E poi, bisogna dire questo.
Forse, Fini non credeva molto nel Popolo della Libertà.
Vi ricordate, quello che avvenne dopo il "discorso del predellino" del 18 novembre 2007, quando il presidente Berlusconi annunciò la nascita del PdL.
Fini disse che era arrivato "alle comiche finali".
Non solo, già in precedenza, Fini ha dimostrato di non essere stato sempre fedele all'unità del centro destra.
Vi ricordate quello che accadde nelle elezioni europee del 1999, quando fece il famoso "Elefantino" con Mario Segni?
Inoltre, vi ricordate quello che accadde nel 2004, quando (insieme all'allora ministro e leader dell'Udc Marco Follini) chiese ed ottenne le dimissioni del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti?
Sono tutte cose che molto spesso portarono danno al centro destra.
Un esempio?
Fu proprio nel 2005, con la debacle alle elezioni regionali, ove il centro sinistra vinse in 12 Regioni ed il centro destra solo in due.
Lì, pesarono molto le varie discussioni e divisioni del centro destra di allora.
E poi, non si può continuare a dire "resto nel PdL" ma "non così mi piace"
Quindi, a questo punto, è meglio che Fini si faccia i suoi calcoli e lasci il PdL.
Certamente, è meglio che i "finiani" se ne vadano piuttosto che trovarsi con un partito diviso.
La loro linea politica è incompatibile con quella del partito.
Inoltre, i "finiani" non hanno mai accettato il fatto di essere una MINORANZA NEL POPOLO DELLA LIBERTA'!
Essere minoranza vuole dire sì avere il diritto di essere rispettati ed ascoltati ma non vuole dire avere diritto di imporre la propria linea.
In democrazia, a dettare la linea è la MAGGIORANZA!
Se così non fosse, non ci sarebbe più la democrazia ma la "dittatura delle minoranze" e sarebbe anche il fallimento del progetto del Popolo della Libertà.
Il PdL nacque anche per fare sì che chi governa non debba trovarsi con i diktat di certe fronde e piccoli movimenti che in Parlamento minacciano le crisi di governo.
Quindi, per il bene del PdL, credo che un allontanamento dei "finiani" possa essere un bene.
Cordiali saluti.
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