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lunedì 21 giugno 2021

Una risposta ad un testimone di Geova, parte II




Proseguo quanto scritto nell'articolo intitolato "Una risposta ad un testimone di Geova".
Come ho scritto prima, i Testimoni di Geova affermano di rifarsi ai primi cristiani.
Però, il Cristianesimo delle origini, quello precedente al 49 DC, era a tutti gli effetti parte dell'Ebraismo.
Dunque, i Testimoni di Geova dovrebbero rispettare tutte quelle pratiche tipiche dell'Ebraismo, a cominciare dal mangiare kosher o farsi circoncidere.
Non mi pare che essi facciano ciò.
Oltre a ciò, essi dicono di rifarsi alla Bibbia, applicandola letteralmente.
Però, già i rabbini ed i maestri ebrei praticavano l'esegesi dell'Antico Testamento e lo stesso fecero poi i poi i dotti cristiani anche con il Nuovo Testamento.
Il religioso domenicano danese del XIII secolo  Agostino di Dacia disse: "Littera gesta docet, quid credas allegoria,/ Moralis quid agas, quo tendas anagogia".
Ergo, il senso letterale spiega le informazioni storiche, linguistiche e geografiche e ne scioglie i punti oscuri, l'allegoria approfondisce quello in cui si crede, leggendo l’Antico Testamento alla luce del Nuovo, il senso morale (o tropologico) indica come ci si debba comportare, quello anagogico è relativo alle realtà eterne, nascoste alla vista degli uomini.
In poche parole, la Bibbia parla spesso per allegorie.
Dunque, come tale, l'allegoria va interpretata. 
Non si tratta di negare la verità (che insita della Bibbia) e di sostituirla con la menzogna ma di renderla comprensibile a tutti in modo che tutti possano assimilarla.
Per esempio, prendiamo il testo del Vangelo che è stato proposto nella messa domenicale di due settimane fa.
Questo è il testo preso dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, versetti 26-34:

"In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa".

Appare chiaro che si parli per allegorie.
Ora, cosa significano queste allegorie?
Il significato è semplice: Dio mette il seme della fede in ciascuno di noi.
Poi, però, sta a noi farlo crescere, per esempio, comportandoci secondo i criteri cristiani e partecipando alle messe.
Infatti, la messa è l'incontro con il Signore nell'Eucaristia. 
Per esempio, la prima Comunione non è una cosa fine a sé stessa ma l'inizio di un percorso caratterizzato da molte altre Comunioni.
Dunque, nessuno vuole sostituire la verità divina con menzogne ma la si vuole rendere accessibile a tutti grazie all'esegesi.
Essa fu fatta da uomini dotti come Origene d'Alessandria (185-254). 
La Bibbia può essere letta da chiunque ma solo chi l'ha studiata dopo anni, come un sacerdote, può darne l'interpretazione e può aiutare gli altri ad interpretarla.



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