Il caso di Israele è un esempio lampante di quanto sia fallimentare il sistema elettorale su base proporzionale. Il Likud, il partito del premier in carica Benjamin Netanyahu, rischia di essere messo all'opposizione da una coalizione minestrone, una coalizione nata in Parlamento che mette insieme tutto ed il contrario di tutto.
Ora, si dà il caso che il Likud sia il partito con più voti.
Siamo di fronte alla storia dei lillipuziani che vogliono legare Gulliver, il quale per loro è un gigante.
Il problema di fondo ha un nome ed un cognome: legge elettorale su base proporzionale.
Una legge così è quella che può permettere ad un signore che sta a capo di un partito che alle recenti elezioni ha preso pochi voti di diventare premier.
I sostenitori di tale sistema dicono che esso sia democratico perché dà la rappresentanza a tutti.
Ciò è sbagliato.
Mettere un Paese nelle mani di un partito piccolo non è democrazia.
Nessuna persona con un po' di buonsenso può pensare che un partito arabo ed islamista corra alle elezioni per allearsi con chi vuole il Gay Pride.
La legge elettorale su base proporzionale porta a nascita di coalizioni innaturali che si creano in Parlamento e che non rispondono alla vera volontà del popolo.
Dunque, le leggi elettorali proporzionali non hanno nulla di democratico.
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