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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 19 giugno 2021

Una risposta ad un testimone di Geova


Ultimamente, mi capita di interloquire con un testimone di Geova.

Diciamo che nelle nostre interlocuzioni emergano più le differenze che altro, anche se trovo tali discussioni stimolanti.
Ora, lui mi parla della sua religione e mi dice che le altre sono false, critica continuamente la Chiesa cattolica (di cui io faccio parte) e dice che la sua fede si ispira a quella dei primi cristiani.
Dice anche che io citi poco la Bibbia e molto i santi.
Ora, gli rispondo.
In primis, è vero il fatto che io non menzioni la Bibbia esplicitamente ma la cito implicitamente.
Infatti, una fede ha bisogno di esperienze di riferimento e quelle della Vergine Maria e dei santi sono esperienze di codesto tipo.
Queste esperienze si ricollegano alla Bibbia. 
In secundis, chi mi dice che la fede dei Testimoni di Geova sia ispirata al Cristianesimo delle origini?
Se vogliamo parlare del Cristianesimo delle origini, quello antecedente al Concilio di Gerusalemme che ebbe luogo nel 49 DC, alcune cose dovrebbero essere dette.
In questo caso, cito proprio il testo biblico degli Atti degli Apostoli, capitolo 15, versetti 23-29:

"Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani. Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete quindi cosa buona a guardarvi da queste cose. State bene".

Il Cristianesimo precedente al Concilio di Gerusalemme era un Cristianesimo molto legato alle tradizioni ebraiche poiché i suoi fedeli erano ebrei che credevano in Gesù Cristo come Messia.
Tuttavia, il Cristianesimo iniziò ad espandersi e a trovare nuovi fedeli tra i gentili, i non ebrei.
Nel 38 DC, nacque la prima comunità cristiana non di origine ebraica ad Antiochia.
Questo portò ad una spaccatura tra i cristiani di origine ebraica, i quali volevano imporre anche la Legge mosaica in toto, e gli altri, i quali avevano qualche difficoltà.
Circoncidere un uomo maturo poteva creare qualche problema a quest'ultimo.
Alla fine, si arrivò al compromesso con il Concilio di Gerusalemme.
Dal Concilio di Gerusalemme in poi, i primi cristiani non avevano più certi obblighi, come la circoncisione, ma dovevano evitare di mangiare carni offerte ad idoli pagani e quelle di animali soffocati, di bere sangue e di commettere atti impuri.
Dunque, se i Testimoni di Geova si rifacessero a ciò che facevano i primi cristiani, dovrebbero rispettare certi precetti, come quello della circoncisione.
Non mi pare che i Testimoni di Geova facciano ciò.
Inoltre, i Testimoni di Geova hanno un'idea teocratica della società.
Però, Gesù Cristo disse ben altro.
Il Vangelo secondo Matteo, capitolo 22, versetto 21, recita:

"Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»".

Dunque, Gesù riconobbe il potere civile ed i primi cristiani pregavano anche per l'imperatore.
Tuttavia, essi rifiutavano di sacrificare agli idoli della religione romana (che era religione di Stato dell'Impero Romano) e all'effigie dell'imperatore, per via del monoteismo cristiano.
Questo costò a loro tante persecuzioni.
I Testimoni di Geova rifiutano la vita politica.
Noi cattolici, invece, riteniamo un diritto ed un dovere di cristiani il contribuire al bene di tutti, partecipando anche alla vita politica. 
Sulla Trinità, si apre un altro capitolo.
Certamente, è vero che la Bibbia non menziona la Santissima Trinità, ossia l'idea di un Dio uno e trino.
Il mio interlocutore ha ragione solo in apparenza.
Infatti, anche se non è esplicitamente citata,  la Santissima Trinità esiste, poiché il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono consustanziali tra di loro.
Il versetto 16 del capitolo 3 del Vangelo secondo Matteo recita:

"Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui".

Il Vangelo secondo Giovanni (capitolo 14, versetti 11) è ancora più esplicito nel riportare queste parole di Gesù:

"Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse".

Non c'è una citazione esplicita della Santissima Trinità ma si parla di una consustanzialità tra le tre persone che la compongono.
Crescendo di numero, i cristiani dovettero darsi un'organizzazione.
Essi si organizzarono nella Chiesa.
Gli apostoli non c'erano più ma c'erano i loro successori, i quali divennero i vescovi.
Riferimenti all'autorità dei vescovi sono presenti nelle lettere di San Paolo.
Il vescovo di Roma era (ed è) il successore di San Pietro, l'apostolo che fu designato da Gesù come "la pietra sulla quale eresse la sua Chiesa".
Questi assunse il nome di Papa.
I Testimoni di Geova dicono di avere la migliore traduzione della Bibbia.
Ora, la traduzione della Bibbia fu ed è materia spinosa.
Per esempio, per lungo tempo, i Testimoni di Geova usavano la Bibbia di Re Giacomo, un'edizione sviluppata in Inghilterra nel 1611 ed usata dalla Chiesa anglicana.
Tuttavia, la Bibbia di Re Giacomo si rifà ad un'altra traduzione inglese più antica, quella di William Tyndale (1494-1536).
Dalla Bibbia di Tyndale, saltò fuori il nome di Geova.
Geova (Jehovah) sarebbe il nome personale ebraico di Dio vocalizzato.
Per gli ebrei, il nome di Dio era (ed è) talmente sacro da non potere essere pronunciato.
Per questo, esso veniva scritto come YHWH e lo leggevano (e lo leggono) chiamandolo "Adonay", ossia "Signore".
Da dove saltò fuori questa vocalizzazione?
Non ci sono prove certe che dicono che Tyndale si sia ispirato ai testi originali ebraici e greci. 
I Testimoni di Geova sono contro le trasfusioni di sangue, perché il dettato biblico dice di astenersi dal sangue.
Hanno ragione solo in apparenza. 
Però, una cosa è il vampirismo, che è una pratica diabolica, ed è un'altra è la trasfusione, la quale può salvare una vita.
Salvare la vita di un'altra persona non espleta il comandamento di Gesù, quel comandamento che mette insieme quelli del Decalogo veterotestamentario nell'amare Dio ed il prossimo?
Direi di sì.
I Testimoni di Geova rimproverano a noi cattolici il fatto che (per loro) pratichiamo idolatria nel culto della Madonna e dei santi.
Ora, dobbiamo fare una distinzione tra adorazione e venerazione. 
L'adorazione è l'atto esteriore ed interiore di chi adora la divinità, espressione di consapevole inferiorità, di riverenza, d'amore.
La venerazione è il sentimento o manifestazione di profondo ossequio e rispetto o di religiosa devozione.
Noi veneriamo la Madonna ed i santi come intercessori presso Dio e come esempi di virtù cristiana ma l'adorazione spetta solo a quel Dio uno e trino del quale ho parlato prima. 
Quindi, mettere un cero di fronte alla statua della Madonna o di un santo non è atto idolatrico, certamente, a patto che si veneri solo il soggetto raffigurato dall'immagine sacra e non quest'ultima in sé e che la venerazione non diventi adorazione.
La fede ha bisogno anche di simboli e non solo di letture di testi biblici, che sono cose commendevoli. 
L'unica ricorrenza religiosa dei testimoni di Geova è la celebrazione dell'ultima cena, definita la Commemorazione o Pasto serale del Signore. Viene celebrata una volta sola all'anno, il 14 del mese ebraico di Nisan, ossia nel giorno in cui ricorre la Pasqua. Durante la commemorazione i testimoni utilizzano pane non lievitato e vino rosso non adulterato, che richiamano l'ultimo pasto di Cristo. Pane e vino vengono fatti passare di mano in mano tra i presenti, ma vengono consumati solo dagli "unti", ovverosia da quei membri della congregazione considerati parte dei 144.000 "santi" che "andranno a regnare in cielo assieme a Cristo dopo l'istituzione del "nuovo sistema celeste e terreno"
Per noi cattolici, l'Eucaristia è il punto centrale della messa, perché per noi il pane ed il vino consacrati sono a tutti gli effetti corpo e sangue di Cristo.
Del resto, alcuni miracoli eucaristici, come quello di Bolsena.
Per la cronaca, spero di andare a Bolsena, a vedere il luogo nel quale avvenne nel 1263.
Dunque, per noi, l'Eucaristia non è solo una rievocazione della cena del Signore ma è l'incontro con il Signore stesso nelle specie liturgiche del pane e del vino.
Per via dell'Eucaristia, la messa stessa è l'incontro con il Signore realmente presente nell'Eucarestia. 
Spero di essere stato esaustivo.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".