Su "Panorama", vi è un articolo di Marcello Veneziani che è intitolato "Mandate a scuola i sedicenni, non alle urne".Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta rilancia la proposta di dare il diritto di voto ai sedicenni, anche per ammiccare al Movimento 5 Stelle.
Ora, io sono tra coloro che pensano che la questione del diritto di voto ai sedicenni sia solo una bandierina ideologica e che essa non porti nulla di buono.
In primis, noi abbiamo dei problemi gravi che hanno la priorità e che debbono essere risolti.
Il primo problema è la pandemia.
Abbiamo le vaccinazioni che vanno a rilento e ci sono problemi di ordine economico e sociale che sono dovuti alla pandemia e ai lockdown.
In secundis, noi abbiamo una generazione di giovani che dovrebbe andare a scuola, prima di recarsi alle urne.
Tanta parte di questi nostri giovani non hanno idea di cosa sia lo Stato e sono lontani dai temi civili.
Per esempio, io iniziai a farmi un'idea politica già alle scuole medie.
Tanta parte dei giovani di oggi, invece, non sanno neppure cosa sia la politica.
Molti dei nostri giovani sono stati abituati ad avere tutto pronto e quando si fa un po' di politica nelle scuole si segue il gregge.
Per esempio, la sinistra giovanile, che ha un'organizzazione forte nelle scuole, dice di fare uno sciopero e questi giovani la seguono spesso senza sapere per cosa scioperano.
Quando andavo alle scuole superiori, io saltavo gli scioperi e le autogestioni perché conoscevo i motivi per i quali si facevano.
Facevo la parte del "crumiro" ma non me ne fregava niente.
Io avevo le mie idee e le perseguivo fino in fondo.
Non sono abituato a seguire acriticamente la massa.
Non lo ero allora e non lo sono ora.
Io agivo con scienza e coscienza e in autonomia di pensiero.
Dicevo: "Solo il Padre Eterno può sindacare sul sottoscritto!".
Invece, un sedicenne di oggi segue il gregge perché dice: "Se gli altri fanno così, io mi comporterò allo stesso modo. Inoltre, non si fa lezione".
Dunque, la proposta di Letta è un ballon d'essai per fare del casino nella maggioranza di Governo, una maggioranza forte numericamente ma eterogenea e fragile e politicamente.
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