Su "Pandora Rivista", vi è un articolo di Gabriele Marchionna e di Gaetano Mauro Potenza che è intitolato "La Libia e l’interesse energetico italiano nel Mediterraneo".
Prendo spunto da esso per fare una mia riflessione.
Ieri, si è commemorato il X anniversario di quanto accaduto a Fukushima, fatto che influenzò molto l'esito del II referendum sull'energia nucleare qui in Italia.
Ora, l'Italia ha un problema di approvvigionamento energetico.
Avendo detto "no" all'energia nucleare e mancando un piano energetico alternativa, l'Italia ha un grosso problema.
Il nostro Paese importa energia dall'estero e la paga cara.
Così, le nostre bollette lievitano.
Ora, il nostro Paese deve fare uso dei combustibili fossili, come il gas naturale ed il petrolio.
Con il trattato di amicizia stipulato con Muammar Gheddafi nel 2008, l'Italia poté contare di potere avere il petrolio libico.
Tuttavia, con quello che accadde nel 2011 e con la conseguente caduta di Muammar Gheddafi, altri Paesi si affacciarono sulla Libia e misero gli occhi sul petrolio libico.
La Libia è oggi divisa tra Tripoli, che è governata provvisoriamente da Abdul Hamid Mohammed Debeibeh, e Tobruk, che con la Cirenaica è governata del generale Haftar.
Questa instabilità favorisce altri Paesi, come Francia, Russia e Turchia anche a scapito nostro.
Questo rischia di essere un grosso problema per noi.
Dal 2008 al 2011, noi avevamo una corsia preferenziale nell'approvvigionamento del petrolio libico che oggi noi non abbiamo più.
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