Draghi sa che vi è un rischio di allineamento tra Berlino, Mosca e Pechino che potrebbe ridurre il peso degli USA nel mondo.
Dunque, egli dovrà tenere conto di varie dinamiche.
In primis, oggi, si deve fare in modo che non si consolidi l'asse tra Mosca e Pechino.
Si deve dialogare con la Russia.
A livello del Mare Mediterraneo, si dovrà trattare con grande attenzione la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, con un bilanciamento con Cipro, Malta, Grecia ed Israele.
Infatti, la questione turca tocca varie realtà come la Grecia, Cipro, i Balcani e la Libia.
Com'è scritto nell'articolo di Galietti, il quale è esperto di scenari strategici e fondatore di Policy Sonar, sembra che Draghi si concentri sul "vicinato più prossimo" senza però dare segni di grande esuberanza politica.
In Africa, possiamo affacciarci sul Maghreb ma di scendere più giù non se ne parla proprio e la morte dell'ambasciatore e di un carabiniere italiani in Congo dimostra la carenza di intelligence nella zona.
Non vi è traccia della grandeur di Macron, il quale vuole riservare una quota minima di vaccini ai Paesi in via di sviluppo, per non lasciare l'Africa alla Cina.
La Germania ha deciso di inviare una nave della marina militare in Giappone, confermando così la propria adesione alla strategia di contenimento della Cina.
Roma ha scelto di coltivare il proprio giardino, un po' come fece l'imperatore romano Diocleziano, dopo la sua abdicazione, la quale avvenne nel 305 DC.
Questa politica porterà i suoi frutti?
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