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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 17 marzo 2021

Siamo ancora una nazione?


Oggi, si celebra il 160° anniversario dell'Unità d'Italia, un processo che certamente fu contestato, come ho scritto nell'altro blog "Il Gran Candeliere di Antonio Gabriele Fucilone"

Da qui, faccio partire una mia riflessione.
Stamani, sono andato con mio padre ad Asola.
Quest'ultimo doveva fare una visita di controllo all'ospedale.
Arrivati a Casaloldo, i carabinieri ci hanno fermati.
Abbiamo mostrato tutti i documenti e le autocertificazioni e ci hanno lasciati andare.
Ci hanno ricordato che siamo in zona rossa.
Ora, io rispetto i carabinieri e tutte le forze di polizia e perciò non li contesto.
Essi fanno solo il loro lavoro.
Però, mi domando se siamo ancora una nazione.
Ora, mio padre ed io non ci siamo dovuti spostare da una regione ad un'altra.
Siamo dovuti andare in un altro comune della stessa regione e della stessa provincia, per motivi medici.
Il Coronavirus sta disgregando letteralmente la nostra coesione nazionale. 
So di genitori soli che hanno i figli residenti in regioni diverse da quelle nelle quali essi risiedono.
Questi ultimi non possono visitarli.
Io ho fatto molte domande di lavoro fuori dalla mia regione, che è la Lombardia. 
Se qualcuna delle aziende fuori dalla Lombardia alle quali mi sono rivolto mi rispondesse, per spostarmi, io dovrei chiedere l'autorizzazione al prefetto?
Si vedono tante attività costrette a chiudere ed i loro titolari che sono sul lastrico.
Si vedono anche bambini e ragazzi che non possono frequentare i loro coetanei.
Questa è la disarticolazione della nostra società.
Si unisce a ciò l'incapacità di chi ci governa e che preferisce ricorrere al lockdown anziché cercare di gestire la situazione inerente alla pandemia. 
Perché, per esempio, non sono state messe in atto le misure inerenti alla cura domiciliare del Covid?
Immagino che, da lassù, l'anima di quel milite ignoto (che simboleggia la nostra unità e che noi celebriamo al Vittoriano di Roma) provi tanta tristezza nel vedere lo sfacelo nel quale si trova questo nostro popolo.
Il timore è che tutto il tessuto sociale del nostro Paese vada a ramengo e che le conseguenze di ciò possano essere gravi. 



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Ringrazio un caro amico di questa foto.