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domenica 3 luglio 2011

MANTOVA E GLI ETRUSCHI




Cari amici ed amiche.

Inizio con questa mia poesia che ho in parte ricavato da una canzone del cantastorie, poeta mantovano ed amico Wainer Mazza.

ETRUSCHI CU SITI?"Etruschi chi siete
il mondo si chiede
da dove venite
nessuno lo sa."
E
truschi cu siti?
Si dumanna u munnu...
da unni viniti...
u sapi nuddu di tunnu!

Sì...da d'Italia cori vosciu fù caminu...
comu 'n Felsina...fuste 'nto Laziu...et fortia criastu
cusì 'n Roma ultimu u rè facistu superbu...
comu 'n Mantua...di Grechi u sapè mittistu!

Cusì...d'i Finici...littiri da leggiri...
a vuluntati voscia a li populi tutti desi...
et chista mai ùn ebbe a scinniri...
ma a morti voscia nto misteru stesi!

Diu solu sapi...comu vi fici cinniri!
Invitato dagli amici del cenacolo dei poeti dialettali mantovani "Al Fogolèr", sono stato nella zona archeologica del "Forcello", una zona che si trova a Bagnolo San Vito, in Provincia di Mantova.
In questa zona, sono stati trovati resti di insediamenti etruschi.
Si sa, il Mantovano fu terra abitata dagli Etruschi.
Basti pensare alla Civiltà villanoviana che si estendeva dall'Emilia Romagna ed arrivava fino in Campania, a Sala Consilina, in provincia di Salerno.
Il Mantovano potrebbe essere stato un avamposto della civiltà etrusca.
La zona del "Forcello" era sicuramente importante.
Infatti, era la zona più a nord di tutto il territorio in mano agli Etruschi.
Era vicina al fiume Mincio che, in origine, non era imbrigliato da argini e quant'altro.
Al contrario, gran parte della Pianura Padano-Veneta era paludosa ed aveva delle piccole isole di terraferma.
Su uno di questi isolotti, gli Etruschi si insediarono e formarono una vera e propria città.
In quella zona, oggi, si trovano resti che possono essere datati fino al 380 BC.
Non ci sono resti di date più recenti.
Qui c'è un mistero.
Non sono state trovate tracce di guerre o di scontri violenti.
Si può dire, però, che nell'attuale città di Mantova vi sono resti di origine etrusca che risalgono a date posteriori al 380 BC, che coestistono con altri resti di origine romana.
Addirittura, il poeta Publio Virgilio Marone (Virgilio) scrisse di questi "Etruschi-mantovani" ed affermò di essere lui stesso di origine etrusca.
Tra l'altro, Virgilio era nativo di Andes, l'attuale Pietole, che si trova lì vicino.
Quindi, tra Etruschi e Romani vi fu una convivenza.
Molti dei resti di vasellame sono di origine greca, fenicia ed orientale.
Questo significa che gli Etruschi facevano commerci e che il "Forcello" era una zona strategica.
Infatti, attraverso il Mincio, che è un affluente del Po, le navi provenienti dalla Grecia e dall'Oriente arrivavano lì.
Tra l'altro, la città del "Forcello" aveva al suo interno dei canali, come la capitale dell'Impero Azetco, Tenochtitlan, nell'attuale Messico.
Allora, cosa successe?
Perché quella città fu abbandonata e ad essa non se ne sovrapposero altre, come nel caso di Mantova o di Bologna, che nel periodo etrusco si chiamava Felsina?
Non sono state trovate tracce di guerra.
Ciò significa che i motivi potrebbero essere stati altri, magari di origine naturale.
Di sicuro, gli Etruschi in quella zona fungevano da "cerniera" tra le popolazioni celtiche e proto-venete del nord e quelle del Bacino del Mediterranaeo.
Tra l'altro, la loro area di influenza arrivava fino alla zona del "Castellazzo", una zona che si trova vicino al centro abitato di Garolda, una frazione del mio comune, Roncoferraro.
Tra l'altro, di quest'ultima zona scrissi.
Vi invito a rileggere il mio articolo intitolato "Roncoferraro, gli ebrei ed i catari".
Qui, infatti, pare che ci fossero stati il primo insediamento ebraico e quello cataro nel Mantovano.
Quindi, la zona del "Forcello" è importante e ancora a molto da rivelare.
Tra l'altro, gli Etruschi diedero anche un grande contributo culturale.
Nel loro alfabeto vi sono lettere di origine fenicia e greca.
Dalla loro trascrizione fonetica si può intuire che le lingue che vennero in seguito ebbero una forte influenza dall'etrusco che portò questo alfabeto attinto dalle popolazioni del Mediterraneo.
Pensiamo, ad esempio alla lingua norrena o alla stessa lingua latina.
Il "Forcello" merita interesse.
L'evento è stato condito da poesie.
Io stesso ne ho declamata una, quella intitolata "Chant of Melrose abbey", che potrete leggere nell'articolo intitolato "Codice Botticelli".
Inoltre, l'evento, si è concluso con una "merenda" a base di bruschette, prosciutto e melone, lasagne, insalata, bresaola, formaggio Parmigiano-Reggiano e dolci, presso la "Corte Traversone", di proprietà della famiglia Moretti, una delle tante cascine del luogo.
Vi sono state altre declamazioni di poesie e canzoni dell'amico Wainer Mazza.
Ringrazio gli amici del cenacolo "Al Fogolèr" per questa bella giornata di cultura e di aggregazione.
Cordiali saluti.













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