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domenica 17 luglio 2011

IL MASSACRO IN VANDEA, COMMENTO ALLA NOTA DI STEFANIA RAGAGLIA

Cari amici ed amiche.

Oggi commento una bella nota scritta su Facebook da Stefania Ragaglia che parla del massacro in Vandea, uno degli atti più brutali della Rivoluzione francese. Stefania ha preso spunto da un testo di Luigi Negri. In realtà fu una serie di massacri che incominciò nel 1793 e si protrasse fino al 1815. Questo massacro rivelò il vero volto della Rivoluzione francese, una rivoluzione che promise di togliere le ingiustizie ed invece distrusse un potere e ne mise un altro più corrotto e brutale. Questo massacro testimoniò la volontà di togliere Dio sia dalla vita pubblica che da quella privata delle persone. Ora, una cosa va chiarita, il ruolo della massoneria in tutto questo. E' vero che la massoneria ebbe tra i suoi affiliati personaggi come Maximilien de Robespierre ed assunse una certa piega anticlericale ed anticattolica. La segretezza permise a certi personaggi di proliferare. Però, è altrettanto vero che la massoneria francese fu fondata da elementi cattolici scozzesi e stuardisti e che in origine ebbe un retaggio cattolico. Infatti, questa massoneria franco-scozzese fu contrapposta a quella inglese che, invece, era di matrice anglicana e legata alla dinastia degli Hannover. Diciamo che l'Illuminismo e la Rivoluzione francese trasformarono la massoneria e ne fecero un veicolo di quelle idee anticattoliche che nella Rivoluzione francese assunsero l'aspetto più brutale e violento. La dimostrazione sta nel fatto che anche quei massoni che si schierarono con i controrivoluzionari e con la Chiesa, come lo scrittore Jacques Cazotte, morirono. Ora, il massacro in Vandea fu una manfestazione della prepotenza di uno Stato che volle ergersi a dio contro chi in Dio (uso la lettera "D" maiuscola perché parlo del Dio vero) credeva e contro i suoi ministri, quei ministri che non giurarono sulla Costituzione civile del clero del 1790 e rimasero fedeli alla cattedra di Pietro. In un certo senso, il massacro in Vandea fu l'anticipazione di tragedie avvenute successivamente. Non mi riferisco solo al nazismo in Germania e al comunismo in Unione Sovietica ma anche ad altre tragedie, come quanto accadde nel Messico di Plutarco Elias Calles, nella Spagna e nel Portogallo in mano ai repubblicani o, attualmente, a quanto sta accadendo alla Chiesa in Cina. Quando si vuole togliere Dio dalla vita dei cittadini, il male agisce. Cordiali saluti e buona lettura.



Il massacro della Vandea

La Vandea rifiutò che l’aggiornamento socio-politico e la creazione di nuove strutture sociali dovesse necessariamente richiedere l’ateismo. Ne derivò una terribile guerra civile – tremenda da una parte e dall’altra - , che sfociò in un genocidio ed è un merito della storiografia più recente averlo scoperto e fatto conoscere. La Vandea non esiste più, non esiste più con i caratteri antropologici, fisici, umani, urbanistici, con cui esisteva prima di quei tremendi anni, in cui la Convenzione fece riportare l’ordine. [1]

Ecco l’epilogo del rapporto che il generale Westermann, comandante della spedizione contro la Vandea, tenne davanti a tutta la Convenzione:

Non esiste più la Vandea! E’ morta sotto le nostre sciabole, con le sue donne e i suoi bambini. Ho schiacciato bambini sotto gli zoccoli dei miei cavalli, massacrato tutte le donne, che non genereranno più dei banditi. Non ho da rimproverarmi di aver fatto prigionieri. Ho sterminato tutti […]. Le strade sono disseminate di cadaveri. Ce ne sono tanti che in parecchi luoghi formano delle piramidi.

Come esempio di quanto successo in Vandea, cito l’interrogatorio di quelli che venivano considerati reazionari, perché scoperti a praticare la religione con i preti refrattari:

Oggi 26 Frimaio dell’anno secondo della Repubblica francese una ed indivisibile.

Desniau Cadet, commissario aggiunto del dipartimento della Vandea, incaricato di far arrestare le persone sospette, ha convocato la suddetta Marie Leroy per interrogarla.

Domanda: Nome, età, professione, dimora.

Risposta: Mi chiamo Marie Leroy, ho 26 anni circa, sono cucitrice di bianco e abito a Montillié.

D: Siete a conoscenza dei motivi del vostro arresto?

R: Credo sia perché il mio passaporto non era in regola. E’ la ragione che mi è stata addotta al momento dell’arresto.

D: Che venivate a fare a Vezain?

R: Venivo a vedere se le mie cose che vi avevo mandato quando bruciava Montillié non correvano rischi.

D: Conoscete i membri del Comitato controrivoluzionario della vostra parrocchia?

R: Conoscevo Emain, di professione bottaio.

D: Siete sposata?

R: No.

D: Che fanno con voi vostro padre e vostra madre?

R: Sono molto vecchi. Mio padre è storpio e fila la conocchia vicino al fuoco da dove non si muove mai, e così mia madre.

D: Non avete mai nascosto preti?

R: No.

D: Non avete mai desiderato l’ancien régime?

R: No.

Fatta la lettura a lei dell’interrogatorio, la donna ha persistito e dichiarato di non saper firmare.

(firmato) Desniau Cadet.

Nota dell’esecuzione:

Maria Leroy, nubile, 25 anni, di Montillu, cucitrice, arrestata a Vezin dalla municipalità; molto fanatica ed aristocratica.

Ci sono migliaia di testimonianze così: la Rivoluzione vuole creare una società non di eguali, ma di uniformi, di gente che deve previamente dimostrarsi d’accordo con l’ideologia dominante per avere diritto di vivere, altrimenti viene ammazzata, anche se ha semplicemente come colpa quella di essere andata dal suo paese a quello vicino per vedere se le sue cose non sono bruciate.

La Rivoluzione francese è l’affermazione che è assolutamente necessaria una ideologia perché si possa creare il benessere sociale, anche quando ciò è negato dall’evidenza. Facciamo un esempio: la Chiesa francese possedeva, all’inizio della Rivoluzione, circa il 40 per cento delle proprietà agrarie, che servivano, come disse l’arcivescovo di Parigi parlando all’Assemblea legislativa, per sostenere un’enorme opera di carità. Durante il regno del Re Sole, nella sola Parigi, san Vincenzo de Paoli aveva fondato un ospedale che ospitava giornalmente 20.000 malati, quando la popolazione della città non toccava i 150.000 abitanti. Si fece, su proposta del solito ineffabile Talleyrand, in modo tale che la Chiesa francese mettesse le proprie proprietà a disposizione della nazione. La nazione le confiscò ed esse furono vendute ad un decimo, ad un ventesimo del loro prezzo attraverso la tecnica degli assegnati (furono emessi assegni circolari che erano coperti da queste proprietà) e la grande borghesia fece man bassa di queste proprietà fondiarie. Questo patrimonio contribuì all’ulteriore arricchimento della classe borghese lasciando tutta l’enorme sacca di povertà, che si andava creando nelle grandi città a ragione dell’industrializzazione, senza il sostegno rappresentato dai fondi per opere di carità della Chiesa.

Ciò che è preminente nella Rivoluzione francese non è dunque l’aspetto socio-politico, ma l’aspetto ideologico, che determina la politica e l’intenzione esplicita – che nel rapporto con la Chiesa emerge con assoluta chiarezza – di creare una società senza Dio, si crea la felicità. Per questo spesso si rasenta il ridicolo, pur nella tragedia.

[1] La guerra di Vandea (Vandée) fu il più lungo e sanguinoso dei conflitti civili che caratterizzano il 1793. Nell’Agosto 1792 vi è già un inizio di rivolta, subito soffocato. Ma nel 1793, a scatenare l’insurrezione non è tanto il regicidio di gennaio, quanto la ricomparsa della coscrizione forzata. Segno ulteriore che, se il popolo vandeano innalza Dio ed il re sulle proprie bandiere, in questi simboli della sua tradizione investe qualcosa di diverso dal semplice rimpianto dell’ancien régime, che ha visto morire senza alcun dispiacere.

Ma la Convenzione, di fronte a un’insurrezione di popolo contro la Rivoluzione del popolo, non può scorgervi altro che un “complotto aristocratico” per restaurare il vecchio mondo sulle rovine della repubblica. Il 19 marzo, essa vota un primo decreto che istituisce la pena capitale, entro 24 ore, per ogni individuo sorpreso con le armi in mano e la coccarda bianca (simbolo dei Vandeani). I “bianchi” formano un esercito abbastanza insolito, costituito da qualche decina di migliaia di uomini, contadini, tessitori, piccoli notabili di campagna, una decina di migliaia di uomini ne costituisce il numero permanente, ripartito in diverse armate. La rivolta si protrae fino al dicembre 1793 con la definitiva sconfitta delle armate vandeane.

(Luigi Negri, Controstoria - Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa, edizioni San Paolo 2000, pag 97-100)

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