Cari amici ed amiche.
Le opposizioni si sono dette disponibili a dare il loro contributo all'approvazione della manovra finanziaria ma chiedono che all'indomani il Governo si dimetta.
Il tono delle opposizioni è ambiguo.
Infatti, se hanno mostrato responsabilità nel contribuire alla manovra, ora si mostrano irresponsabili nel chiedere le dimissioni del Governo.
Infatti, se il Governo dovesse dimettersi, cosa succederebbe?
Si farebbe un Governo tecnico?
Sarebbe un tradimento del mandato dato dagli elettori e questi ultimi si allontanerebbero dalla politica.
Inoltre, un Governo tecnico potrebbe non avere i numeri in Parlamento e non essere stabile.
Ci sarebbero nuove elezioni?
In primis, le elezioni costano.
Ora, in un periodo di crisi come quello attuale bisogna evitare le spese, altrrimenti si dovranno aumentare le tasse, cosa che ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi.
Inoltre, non è detto che dalle elezioni esca una maggioranza certa. Potrebbe succedere quello che successe nel 2006.
Forse, le opposizioni credono di poterle vincere.
Quindi, il Partito Democratico, l'Italia dei Valori ed il Terzo Polo la smettano.
Questo loro atteggiamento è controproducente e, di sicuro, contrasta con il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha chiesto coesione nazionale.
Un'altra constatazione che faccio riguarda le frasi del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti (nella foto).
Il ministro ha detto che negli anni passati, il debito pubblico crebbe perché si socializzarono le perdite dei privati.
Ciò è vero.
Infatti, molti vissero al di sopra delle proprie possibilità perché usarono lo stato come "parafulmine".
Oggi ne paghiamo le spese.
Va detto anche che in troppi trassero benefici da questa situazione malata.
Pensiamo ai "baby-pensionati" o alle "pensioni d'oro", che ora il Governo vuole tassare.
Bisogna dire basta a certe situazioni.
Inoltre, serviranno delle robuste privatizzazioni, che sono contemplate da codesta manovra.
Ora, l'ultimo referendum crea delle difficoltà, soprattutto dopo il referendum che ha sancito la bocciatura di parte del "decreto Ronchi-Fitto".
Ora, la situazione è nota.
O si abbassa la spesa pubblica o si aumenteranno le tasse.
I demagoghi che hanno spinto per fare votare sì all'abrogazione di parte del "decreto Ronchi-Fitto" che dicono?
Forse, il popolo italiano imparerà a non acoltare più certi "urlatori" che fanno solo del becero populismo.
Il populismo non è amore per il popolo.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
In primis... le elazioni costano.... bravo ben detto! Vallo a dire al tuo presidente del consiglio, che non ha voluto accorpare referendum e amministrative sperperando cosi 300 mln di euro... con la speranza che il 12-13 giugno la gente anzichè andare a votare andasse a mare.... peccato che la gente a votare ci è andata lo stesso... e a mare l'unico ad esserci andato è stato Berlusconi... e anche io dopo aver votato 4 SI!!!
RispondiEliminaVoglio vedere se si riuscirà a mantenere il risultato del referendum, visto che ora le privatizzazioni servono e sono richieste.
RispondiEliminaO si fa così o aumenteranno le tasse.
E hai anche il coraggio di lamentarti quando affermo che quelli che la pensano come te sono la rovina dell'Italia?
Se fossi in te starei zitto.
e sui 300 mln di euro buttati dal governo???? Taci???? dai sei stato u a dire che le elezioni costano....
RispondiEliminaGuarda che l'accorpamento tra referendum ed elezioni non è previsto nemmeno dalla manovra finanziaria. E poi, tieni conto del fatto che un referendum come quello recente (con quattro quesiti) sarebbe stato problematico (sul piano organizzativo) se lo avessero accorpato ad altre consultazioni.
RispondiEliminaQuindi, taci tu!
Dimostri come al solito la tua ignoranza.... le date dei referendum non sono stabilite nelle manovre finanziarie... anche perchè quando si fa una manovra finanziaria non si sa se e quanti referendum ci saranno perchè i quesiti referendari nascono dal popolo che deve raccogliere almeno 500mila firme... è il parlamento che decide, su proposta del consiglio dei ministri, quando stabilire le date referendarie.... e nell'ultimo caso le elezioni non si sono accorpate perchè si aveva paura che la gente andasse a votare... peccato che la gente ci è andata lo stesso BOCCIANDO LA POLITICA DEL GOVERNO NELLE 4 MATERIE CHE C'ERANO TRA I QUESITI REFERENDARI.... ROSICAAAAAA
RispondiEliminaPasquale, sai solo insultare!
RispondiEliminaGuarda che in vari comuni ci sarebbero state anche 5 0 6 schede, se avessero accorpato i referendum alle elezioni.
Ci sarebbe stato il caos più totale.
Intanto, le privatizzazioni si dovranno fare comunque, altrimenti si dovranno aumentare le tasse.