Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Federico Punzi che è intitolato "L’importanza di chiamarsi Biden: un patteggiamento che sa di insabbiamento".
Ne riporto questo stralcio:
A pochi giorni dalla controversa incriminazione di Donald Trump, ben 37 capi d’accusa, e nello stesso giorno in cui è stata fissata la prima udienza del processo, il prossimo 14 agosto, tra meno di due mesi, è uscita la notizia del patteggiamento-farsa del figlio del presidente, Hunter Biden, con il Dipartimento di Giustizia per un paio di reati fiscali minori e una falsa dichiarazione per ottenere un’arma.
“I Democratici non stanno nascondendo il doppio standard giudiziario, lo stanno sbandierando, quasi intenzionalmente”, ha commentato Andrew McCarthy su National Review".
Mentre l'ex-presidente Donald Trump è stato incriminato, il figlio del suo successore Joe Biden, Hunter, ha patteggiato.
Infatti, Hunter Biden era accusato di reati fiscali che sarebbero stati puniti con una pena di cinque anni di reclusione.
Negli USA, l'evasione fiscale è punita severamente.
Si tratta di un reato che gli Americani non tollerano.
In realtà, questo patteggiamento sa di insabbiamento.
Infatti, il patteggiamento consiste nell'ammissione di colpa.
Dunque, Hunter Biden ha commesso quei reati.
Lui stesso ha ammesso ciò.
Appare chiaro che non si sia voluto mettere nei guai il padre.
Infatti, se Hunter Biden fosse stato condannato con la reclusione, per il presidente sarebbero stati altri dolori.
Ricordo che Biden non è popolare.
Egli sta portando gli USA verso il default, con le sue politiche.
Per questo motivo, il patteggiamento sa molto di insabbiamento.
Però, se al posto di Hunter Biden ci fosse stata una persona "normale" ci sarebbe stata la stessa indulgenza?
Io avrei qualche dubbio.
Questo ci deve porre molti interrogativi circa la questione dell'imparzialità della giustizia, tanto qui in Italia quanto negli USA.
Appare chiaro che siamo tutti uguali ma che ci siano alcuni che sono più uguali di altri.
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