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sabato 24 giugno 2023

La Nato e la Turchia


Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Giuseppe Morabito che è intitolato "Nato verso Vilnius, non solo Ucraina: pilastro europeo e rebus Turchia".
Ne riporto questo stralcio:

"L’attenzione, all’imminente vertice Nato di Vilnius, sarà giustamente concentrata sia sulla sua “Difesa avanzata” sia sul sostegno continuato all’Ucraina che l’Alleanza potrà concordare al suo interno, a meno di un’adesione clamorosa e immediata di Kiev ad oggi non in vista.
Tuttavia, si prospettano almeno altre due problematiche che a Vilnius colpirebbero il cuore della Nato: il futuro del pilastro europeo e come “sopportare” le politiche della Turchia in seno all’Alleanza.


Il pilastro europeo

Lo sviluppo della guerra in Ucraina dimostra il temporaneo accantonamento dell’idea dell’Ue strategicamente autonoma dagli Stati Uniti e questo con buona pace delle aspirazioni soprattutto francesi. Senza gli aiuti americani, ritengono molti analisti, Kiev sarebbe già in mano russa.

Gli stessi analisti parlano di un pilastro Nato atlantista composto da Usa, Regno Unito, Canada e Norvegia e un pilastro Nato europeo con la Francia in testa e Germania e Italia più defilate. Questo pilastro europeo, però, sembrerebbe molto diviso e con interessi in varie direzioni. L’Italia, ad esempio, non cede e insisterà sulla centralità del Mediterraneo come area di massima attenzione".

L'Italia insiste sulla centralità del Mare Mediterraneo.
Tuttavia, nella zona del Mare Mediterraneo vi è anche la Turchia. 
La Turchia di Erdogan non è quella di Ataturk.
Quest'ultima, infatti, era nazionalista ma era anche laica.
La Turchia di Erdogan, invece, è nazionalista, come quella di Ataturk, ma si distingue da quest'ultima per l'islamismo e per una politica imperialista di stampo neo-ottomano. 
Erdogan ha cambiato radicalmente la Turchia.
Lo Stato turco vuole avere un'egemonia nell'area mediorientale e forse anche nell'Europa sud-orientale.
In poche parole, nei fatti, Erdogan vuole ricostituire una sorta di "Impero Ottomano 2.0".
La riconversione in moschea della basilica di Hagia Sophia è stata un atto simbolico con il quale Erdogan ha voluto fare capire ciò.
La Turchia fa parte della Nato ma a questo punto la Nato potrebbe avere un grosso problema con la Turchia.
Pur di avere l'egemonia nella zona, Erdogan sarebbe disposto a fare anche i patti col diavolo.
Ergo, potrebbe arrivare a trovare un accordo anche con Paesi come la Russia e la Cina.
Inoltre, Erdogan ha accentuato il carattere autocratico della Turchia.
Dunque, la Nato che vuole difendere il concetto di democrazia rischia di avere in casa un autocrate che punta all'egemonia del suo Paese e che potrebbe essere un pericolo per la stessa Europa, a cominciare dalla tratta turca dei migranti clandestini. 


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".