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mercoledì 5 ottobre 2022

Padre Giorgio De Capitani non mi rappresenta!


Lo dico e lo ripeto: padre Giorgio De Capitani non mi rappresenta!

Il noto prete lecchese ha attaccato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.
Padre De Capitani è noto per certe sparate contro i politici di centrodestra.
Ricordiamo l'ictus augurato a Silvio Berlusconi e le invettive lanciate contro Matteo Salvini.
Ora, egli se l'è presa con Giorgia Meloni.
Questo è un articolo sul suo blog:

"Sinceramente quando sento parlare di democrazia vado nel pallone, ovvero non ci capisco più nulla, entro in uno stato confusionario, e il motivo è semplice: la democrazia è una tra le tante parole più usate e strausate, fino ad essere consumate nel loro più autentico significato originale.
C’è di più. La democrazia è nata quando il pensiero era elevato, pensiamo agli antichi filosofi greci, ed è stata catapultata in una società, come quella di oggi, in cui l’elevato pensiero greco si è perso del tutto nella nebbia di una tale imbecillità da dare alla parola “democrazia” un senso così popolaresco da ridurla a qualcosa da gestire a proprio uso e consumo.
C’è di più. Il popolo fa la sua parte, ma è l’ultima ruota del carro, che è guidato da quella intellighenzia che manovra una massa di imbecilli.
Attenzione: l’intellighenzia di oggi non è da equiparare all’intelletto, purissimo spirito, come si vorrebbe far credere, casomai a quell’intelletto “passivo”, di cui parlava Aristotele, imbevuto o inzuppato di cose provenienti e filtrate dall’ego.
Possiamo dire che l’intellighenzia è un gruppo di eletti o che si credono tali, i quali, con la mente che mente, imbastiscono ragionamenti sopra ragionamenti su qualsiasi cosa che, toccandola, vorrebbero trasformare in oro o in merda: dipende dal loro intento, che è in ogni caso quello di modificare la verità secondo i loro gusti o pregiudizi o intenti sporchi.
Tutto questo per dire che anche la parola “democrazia” è entrata in un gioco come di chi mette nel tritatutto una carota e la vede sminuzzata gustandone già il sapore.
Non solo sono disorientato, ma sto male ogniqualvolta un “intellettualoide” tira fuori dal cilindro la parola “democrazia”, facendone un divertimento per una plebe che beve anche la piscia pur di sentire quasi dissetata la propria sete di far parte dell’ordine privilegiato quasi reso divino.
Ed è qui l’oscenità: far credere al popolo bue che è democratico quando va a votare, non importa se vota con il culo invece che con l’intelletto
".
 
Da cattolico, non mi sento rappresentato da questo signore.
In quanto prete, egli dovrebbe essere accogliente e rispettoso.
Invece, attacca chi non ragiona secondo il suo pensiero ed offende anche gli elettori che hanno votato.
Grazie a Dio, il cattolicesimo non è rappresentato da simili personaggi.
Se fosse così, mi farei ortodosso o anglicano.
Il noto presbitero d'attacco ha attaccato Giorgia Meloni, difendendo Rula Jebreal, la quale ha offeso la leader di Fratelli d'Italia,  tirando in ballo il padre di quest'ultima.
Ricordo che l'onorevole Meloni fu abbandonata da suo padre quando era piccola.
Ora, il pessimo giornalismo (come quello di Rula Jebreal) non può essere giustificato.
Anzi, non può nemmeno essere definito giornalismo.
Il giornalismo è una cosa seria.
Il giornalista informa i cittadini e non arriva ad attaccare, a denigrare e a diffamare questo o quel personaggio.
Giustificando l'operato di Rula, padre Giorgio De Capitani ha toccato il fondo. 



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.