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venerdì 13 agosto 2010

MUMMIE DI PALERMO, UN PATRIMONIO DI SCIENZA E DI CULTURA


Cari amici ed amiche.
Si sa, per l'uomo la morte è da sempre un mistero.
Egli ha sempre cercato l'immortalità non solo spirituale ma anche materiale, non solo facendo opere monumentali e culturali ma anche conservando le sue spoglie mortali e rendedole testimoni della sua persona.
Da qui nacque la pratica antica della mummificazione.
Solo di rado, la mummificazione avviene per una situazione casuale, come nel caso di Oetzy, la mummia trovata il 19 novembre del 1991 nel ghiacciaio di Similaun (in provincia di Bolzano) o quelle di Tollund (Danimarca) che si sono conservate grazie all'ambiente acido delle torbiere.
Vi furono altri casi di mummificazione naturale, come quello delle mummie di Venzone (in provincia di Udine). Qui il processo di mummificazione fu causato dal terreno (ricco di solfato di calcio, CaSO4) e dalla temperatura.
Per il resto, la mummificazione fu voluta per dare una testimonianza di sé stessi.
Quelle più caratteristiche sono le mummie egizie, che vengono essiccate con la asportazione dei visceri ed immerse nel natron (carbonato di sodio decaidrato Na2CO3*10H2O) ed avvolte in bende intrise di resina.
La mummificazione non fu solo tipica dell'antico Egitto ma anche di altre culture e di altre epoche.
Testimonianze di ciò, sono presenti i Guanci, popolazione che risiedeva nelle isole Canarie prima dell'arrivo degli Europei, in Cina ed anche nel Centro e nel Sud America, come nel caso dei Nazca.
Qui la mummificazione veniva fatta per essiccazione all'aria.
Anche in Italia ci sonole mummie e sono di epoche più recenti di quelle citate in precedenza.
A Mantova, c'è la mummia di Sant'Anselmo da Lucca, vescovo e Santo Patrono della città.
Qui, pare che ci fosse stata la mano di alcuni dotti ebrei che erano pratici delle tecniche di imbalsamazione dei corpi.
Oltre a Sant'Anselmo, vi sono anche le mummie dei Beati Marco De Marconi e Osanna Andreasi.
Però, le mummie più importanti si trovano in Sicilia, nei comuni messinesi di Piraino, Savoca, Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia e Militello Rosmarino e nel comune ragusano di comiso.
Qui, le mummie sono databili ad un periodo che va dal XVI al XX secolo.
Sono le spoglie di notabili ed ecclesiastici che vollero lasciare una testimonianza di loro stessi nelle chiese di questi paesi.
Molto probabilmente, fu usata la tecnica di mummificazione dei popoli indigeni delle Americhe, tramite essiccazione all'aria.
Tra le mummie siciliane, però, le più importanti sono quelle delle Catacombe dei Cappuccini, presso la Chiesa di Santa Maria della Pace, a Palermo.
Secondo l'inventario, qui vi sono circa 8.000 corpi di varie persone (ecclesiastici e non) che si fecero mummificare.
Tra queste, però, ve n'è una particolare, quella di Rosalia Lombardo (nella foto).
Rosalia fu una bambina morta che morì il 06 dicembre 1920.
Aveva appena due anni.
Si ritiene che la morte della bimba fosse dovuta ad una grave infezione alle vie respiratorie.
Eppure, questa mummia è così conservata che sembra una bambina che dorme.
Quale fu il segreto?
L'imbalsamazione fu fatta dal professor Alfredo Salafia che iniettò nella coscia del cadavere una miscela composta da glicerina, formalina, acido salicilico (che è detto anche acido 2-idrossibenzoico ed il cui ossidrile esterificato con un gruppo acetilico dà l'acido acetilsalicilico, l'Aspirina), il solfato di zinco (ZnSO4) ed il solfuro di zinco (ZnS).
Salafia fu la stessa persona che imbalsamò anche il corpo di Francesco Crispi.
Le mummie di Palermo sono oggi una fondamentale testimonianza sia delle persone che erano da vive e sia del loro contesto storico.
Ad esempio, attraverso di esse si possono conoscere gli stili di vita e le malattie dei secoli precedenti.
Sono, pertanto, un patrimonio da salvaguardare.
Cordiali saluti.

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