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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 5 agosto 2010

ITALIANI ALL'ESTERO, LA MIGLIORE IMMAGINE DELL'ITALIA
















Cari amici ed amiche.

Molto spesso, ho parlato degli italiani all'estero.
Io incominciai a fare seriamente politica proprio in questa materia, portando alla luce la questione degli italiani di Tacuarembò, Uruguay.
Vi basta andare su qualsiasi motore di ricerca (Google, Libero, o altri) per trovare i vari articoli scritti su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/) e non solo.
Anzi, spesso un'osservazione che mi viene fatta è proprio quella di avere impegnato troppe energie su ciò che riguarda gli italiani all'estero e tutto ciò che sta fuori dal contesto in cui vivo, a scapito della politica territoriale.
Io rispondo dicendo che ciò non è vero e che io mi sono impegnato anche per la realtà in cui vivo e che ho spesso citato in vari articoli.
Andate sempre su un motore di ricerca qualsiasi e digitate il mio nome.
Purtroppo, va detto che in quel contesto (che è particolare) non ho trovato molto spazio e poi io ho deciso di toccare la questione degli italiani all'estero anche in virtù del fatto che molti di noi hanno parenti emigrati, me compreso.
L'emigrazione italiana ha un'origine molto antica.
Pensiamo che già i Romani furono un popolo di emigranti. Essi, con le loro legioni, si stabilirono in varie parti d'Europa portando la loro cultura in esse.
Fu un'emigrazione diversa da quella che ci fu parecchi secoli dopo.
Anche nel Medioevo e nel Rinascimento ci furono emigrazioni importanti.
Pensiamo alla comunità amalfitana che si stabilì al Cairo e ai "fondachi" genovesi e veneziani di Costantinopoli e in tutto il Medio Oriente.
Oggi, esistono i loro discendenti, i Levantini.
Nei secoli XV e XVI dall'Italia emigrarono i vari umanisti e uomini di cultura, come Leonardo da Vinci, o i grandi navigatori, come Cristoforo Colombo e Giovanni Caboto (nella foto).
Tra questi due, il primo scoprì l'America nel 1492 ed il secondo il Canada nel 1497.
Aprirono la strada alla grandi navigazioni transoceaniche.
Ci furono anche altre emigrazioni che portarono la cultura italiana nel mondo.
Un esempio, fu John Florio, "an Englishman in Italian", che visse nell'Inghilterra dei Tudor e degli Stuart) e che forse conobbe quel personaggio che a me piace tanto e che nel 1625 diventò re con il nome di Carlo I (il grande San Carlo I Stuart, il Re Martire, 1600-1649).
Tra l'altro, l'Inghilterra di quegli anni e l'Italia ci fu un particolare feeling.
Infatti, re Enrico VIII (1491-1547) amava il vino della Toscana (e ciò contribuì a farlo ammalare di gotta), la regina Elisabetta I (1533-1603) conosceva l'italiano, il succitato Carlo I Stuart amava l'arte italiana (aveva ospitato il pittore romano Orazio Gentilschi) e suo figlio Giacomo (re Giacomo II, 1633-1701) sposò in seconde nozze Maria Beatrice Eleonora d'Este.
Anche altre regine di Paesi esteri furono italiane.
Basti pensare alla regina di Cipro Caterina Cornaro (1454-1510) o alla regina di Francia Caterina de' Medici (1519-1589).
Quest'ultima fu una grande propagatrice della cultura italiana in Francia.
Tra gli "emigrati italiani" illustri possiamo citare anche Napoleone Bonaparte (1769-1821) che fu di origini toscane e che nacque in Corsica, ad Ajaccio (Aiacciu in corso) che fino al 1768 fu terra italiana.
Però, fu nei secoli XIX e XX la grande emigrazione italiana.
Ad emigrare, però, non furono gli umanisti, i pittori o i navigatori ma fu in gran parte gente che cercava di avere un futuro migliore nei Paesi delle Americhe, come Canada, Stati Uniti d'America, Venezuela, Brasile, Uruguay, Argentina, Cile, Costa Rica e Santo Domingo.
Ci furono emigrazioni anche nei Paesi europei, come Francia, Svizzera e Germania.
Molti italiani emigrarono anche in Israele.
E così, essi crearono forti comunità.
Agli inizi, specialmente negli USA, ci fu intolleranza verso gli italiani, anche perché erano in prevalenza cattolici in un Paese protestante. Lo stesso discorso ci fu per i polacchi e per gli irlandesi.
Si sa, in quei tempi i cattolici erano visti come "agenti del Vaticano".
L'ecumenismo fu ancora lungi a venire.
Tanto è vero fu il fatto che ci furono italiani che arrivarono ad abbracciare il protestantesimo e ad assumere comportamenti anglosassoni.
Molti, però, mantennero la religione, la lingua e gli usi originari e formarono comunità forti che contribuirono molto allo sviluppo del Paese, integrandosi in esso.
Pensiamo alla comunità di Little Italy, che si trova a New York e di cui vi è qui un'immagine d'epoca.
Prendiamo, per esempio, Joe Petrosino (nella foto), il poliziotto italiano naturalizzato statunitense che combatté contro la mafia e che da essa venne ucciso nel 1909
Infatti, essi impararono la lingua e si adeguarono alle leggi di quel grande Paese che li ospitò.
Anche nei Paesi latinoamericani (come ad esempio Venezuela, Brasile, Uruguay ed Argentina) gli italiani crearono forti comunità.
Si integrarono nelle società di questi Paesi, adottandone le lingue (come il portoghese e lo spagnolo), ma mantennero gli usi ed i costumi italiani.
In alto, a sinistra, vi è una foto di italo-argentini.
Gli italiani portarono molte cose alla cultura di quei Paesi.
Basti pensare alla cucina, ove seppero essere molto creativi.
Ad esempio, nel periodo delle grandi emigrazioni, gli italiani si portatavano anche prodotti di carne.
Ora, negli USA era vietato portare prodotti di carne dall'Italia e così si inventarono uno stratagemma.
Misero una soppressata calabra dentro un caciocavallo.
Così poterono portare il prodotto di carne in totale clandestinità.
Da quell'idea atta ad aggirare un divieto nacque un prodotto molto apprezzato.
Inoltre, per migliorare il sapore del sugo di pomodoro per la pasta si aggiunse molto aglio, creando un prodotto.
Di cucina italiana all'estero, parlai anche nel link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/argentina-una-nazione-italiana.html.
Oggi, molti figli e nipoti di questi emigrati sono affermati.
Pensiamo alla speaker della Camera del Congresso USA Nancy Pelosi, all'ex-sindaco di New York Rudolph Giuliani o ai calciatori argentini ed uruguaiani come Javier Zanetti, Estaban Cambiasso o Fabian Carini.
Pensiamo anche ai numerosi uomini di cultura e di scienza.
Essi sono i discendenti di coloro che, con lavoro e sacrifici e senza pensare che a loro fosse tutto dovuto, si fecero apprezzare nei Paesi che li accolsero.
Quindi, gli italiani nel mondo sono i veri ambasciatori del nostro Paese.
Vorrei terminare con una riflessione.
Forse, i peggiori ambasciatori del nostro Paese, invece, siamo noi che risiediamo qui in Italia.
Infatti, in nome di uno scontro politico troppo aspro e che arriva all'odio, spesso vi è chi dipinge il nostro Paese come corrotto e mafioso.
Purtrppo, coloro che fanno ciò sono italiani e vivono qui in Italia.
Chi fa questo, fa della grave disinformazione (perché tutto ciò è difforme dal vero) e si dimostra anti-italiano.
Riflettiamo.
Cordiali saluti.







6 commenti:

  1. Complimenti,
    belle foto. molto interesante.

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  2. Grande Governo Berlusconi!!!

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  3. Silvio Berlusconi al Governo! Non ci sono altri.....che Lui!!!

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  4. Il Governo del presidente Berlusconi sta lavorando bene.
    Lavora in un contesto non facile.
    Cordiali saluti.

    RispondiElimina
  5. Il Governo del presidente Berlusconi sta lavorando bene.
    Lavora in un contesto non facile.
    Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.