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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 27 agosto 2010

ITALIANI NEL MONDO, SOFFERENZA ED INTEGRAZIONE






















Cari amici ed amiche.


Ovviamente, non posso non parlare degli italiani nel mondo.
Su questo tema, incominciai a fare seriamente politica.
Che la migrazione degli italiani sia un fenomeno antico, è cosa vera. Basti pensare, ad esempio, allo storico Primo Ministro del Regno Unito Benjamin Disraeli (1804-1881).
Egli fu un discendente di un'antica famiglia ebraica sefardita italiana, anche se poi si fece anglicano.
Però, il grosso dell'emigrazione avvenne nel periodo che va dal 1876 al 1976. In totale, emigrarono circa 27.000.000 di persone. Fu un numero impressionante!
Nel XIX secolo l'Italia si unì ma ci furono grossi problemi, specie per il Sud che venne, di fatto, rapinato dai governi italiani di allora.
Pensiamo alla famosa "Tassa sul macinato" che, di fatto, strozzò molti contadini del Sud.
Così, ci fu un'ondata di persone che dovette lasciare il nostro Paese.
Molte persone si trasferirono negli Stati Uniti d'America.
Qui, ebbero dei problemi.
Negli USA, infatti, iniziarono a formarsi i movimenti "WASP" ("White, Anglo-Saxon and Protestant" ossia "Bianco, Anglosassone e Protestante") .
Infatti, gli italiani vennero visti come persone che pesavano sull'economia del Paese, che pure aveva bisogno di manodopera e che aveva negli italiani della forza lavoro.
Oltre a ciò, vi era la questione religiosa.
La maggioranza degli italiani era cattolica.
Gli USA erano un Paese protestante e molti americani di allora vedevano nei cattolici un avamposto del Papa.
In pratica, i cattolici erano visti come "agenti del Vaticano".
Gli italiani erano quindi discriminati. Si calcola che circa 15.000 italiani avessero abiurato il cattolicesimo per passare al protestantesimo.
Inoltre, non vi fu solo la discrimonazione tra cattolici e protestanti ma anche tra cattolici e cattolici.
Infatti, negli USA la più forte comunità cattolica fu quella irlandese.
Gli irlandesi non gradivano gli italiani perché per loro il cattolicesimo italiano, ricco di pratiche come l'ex voto, era visto come corrotto da superstizione.
Perfino i preti irlandesi non volevano i loro colleghi italiani.
Un grosso aiuto lo diedero l'opera missionaria del Beato Giovanni Battista Scalabrini e quella di Santa Francesca Cabrini.
Inoltre, agli italiani veniva fatta ogni angheria.
Se sucedeva qualcosa, si diceva "latin", ossia "latino" (inteso come italiano).
Inoltre, gli italiani vennero visti come sporchi e mafiosi, di fare stupri e di essere ladri.
Ci fu anche un documento del Congresso americano che non fu molto lusinghiero.
Un grave fu quello che avvenne nella fabbrica "Triangle" di New York.
In questa fabbrica di tesstura lavoravano molte italiane che venivano imprigionate nel posto di lavoro.
Nel 1911 ci fu un incendio. Le operaie rimasero intrappolate e tenendo conto del fatto che la fabbrica si trovasse negli ultimi tre piani del palazzo molte di quelle che provarono ad uscire dalle finestre caddero e morirono.
Morirono 146 persone.
Con il Fascismo, molti italiani fecero ritorno in patria.
Mussolini, infatti, era contrario all'emigrazione perché vedeva in essa una perdita di energie e di braccia.
E così, ricollocò molti emigrati come "coloni" dell'Agropontino (che doveva essere bonificato in quanto paludoso) ed in Libia.
Di fatto, fu un'emigrazione.
Pensate ai veneti che andarono a vivere a Littoria, oggi Latina.
Con la II Guerra Mondiale le cose mutarono.
Per gli italiani che vivevano negli USA, le cose peggiorarono.
Infatti, molti di loro vennero internati in dei campi perché ritenuti "collaboratori del nemico nazi-fascista".
Con la caduta del Fascismo e la nascita della Repubblica Italiana (18 giugno 1946) ci fu grande povertà e molti italiani ripresero ad emigrare.
Inoltre, ci furono gli italiani d'Istria e Dalmazia che dovettero scappare dai loro territori, a causa delle violenze di Tito e dei suoi soldati jugoslavi.
Stavolta, il grosso andò in Sud America, precisamente in Argentina, in Brasile, in Venezuela ed in Uruguay.
Ci furono anche i numerosi ebrei italiani che si trasferirono nel nuovo stato di Israele, oltre ai nostri connazionali che emigrarono negli USA.
Tra questi, ci furono anche dei parenti di mia madre.
I governi democristiani e la Chiesa vedevano nell'Argentina un posto migliore per gli italiani.
In seguito, ci furono l'emigrazione dall'Italia ad altri Paesi, tra cui quelli europei, e quella dal Sud Italia al Nord.
In questo caso, sia gli italiani emigrati all'estero che i meridionali emigrati al Nord ebbero problemi.
Pensiamo ai minatori emigrati in Belgio e agli operai che andarono in Svizzera ed in Germania.
I minatori furono costretti a lavorare in spazi bui ed angusti e se non facevano quello che veniva loro detto venivano espulsi e non potevano più tornare in Belgio.
In questo quadro, ci fu la tragedia di Marcinelle nell'08 agosto 1956.
Qui morirono 262 persone, la gran parte delle quali italiani.
Anche per i meridionali emigrati al Nord Italia, ci furono problemi.
Questo lo so benissimo, essendo io stesso mantovano di nascita ma meridionale di origini.
Infatti, mio padre è abruzzese, della provincia di Teramo, e mia madre è siciliana, della provincia di Messina.
Mio padre mi racconta sempre che lui nel 1974 (cinqua anni prima che si sposasse e sei prima che io nascessi) partì da Roma con la "valigia di cartone" e trovò lavoro nell'azienda tessile "Corneliani Spa". Per un po', fu ospitato da mia zia, sua sorella, che aveva sposato un mantovano, poi si trovò una casa.
Molti dei suoi colleghi gli dicevano:
"Terrone, ci togli il lavoro!".
Anch'io, subii un po' questa situazione e ci fu un paradosso.
Mi permetto di fare una provocazione.
Molte di queste persone che davano del "terrone" a mio padre e a me non erano e tuttora non sono leghisti, ossia elettori ed iscritti alla Lega Nord.
Anzi, molti di questi votano la sinistra (e magari hanno anche la tessera dei sindacati) e sono le stesse persone che oggi dicono che si devono accogliere gli immigrati.
Però, con i meridionali non furono così accoglienti!
Che ipocrisia!
Al contrario, con i leghisti veri, per quello che mi riguarda, i rapporti sono buoni, anzi ottimi!
E un paradosso!
Se qualcuno oggi mi dà del "terrone", io rispondo dicendo che almeno io so da dove vengo mentre interlocutore non si sa da dove viene e che potrei essere più mantovano di lui.
Certo, la storia degli italiani all'estero fu molto dura ma oggi sono persone rispettate sia nel loro Paese d'origine che in quello che li accolse.
Anzi, tra i loro discendenti ci fu chi lasciò un'impronta e si affermò.
Pensiamo ai politici come Fiorello La Guardia, Rudy Giuliani e Baldomir Ferrari o agli scienziati come Riccardo Giacconi oppure ai calciatori come Javier Zanetti o Fabian Carini (tutti raffigurati nelle foto).
Noi, italiani che stiamo qui in italia, dobbiamo recuperare i legami con quell'"altra Italia", che sta al di fuori dei nostri confini.
Ci sono le associazioni, come l'"Associazione dei Mantovani nel Mondo" presieduta da Daniele Marconcini (il cui sito è http://www.mantovaninelmondo.eu/) ed i network.
Tra questi ultimi, non posso non citare "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/), il giornale online diretto dall'ottimo Ricky Filosa.
Certamente, gli italiani emigrati subirono angherie di ogni tipo ma oggi molti di loro e dei loro discendenti sono integrati nei tessuti sociali di quei Paesi che li accolsero.
Questo dimostra che il buonismo non fa integrazione.
Cordiali saluti.














1 commento:

  1. http://en.wikipedia.org/wiki/File:La_rocca_di_San_Leo.JPG

    http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Gradara

    http://www.sangabriele.org/

    http://www.santuariotindari.it/

    Molte grazie amico!

    RispondiElimina

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