Un gigante della fede se n'è andato

Papa Benedetto XVI ci ha lasciati.

In quel 19 aprile 2005, quando fu eletto, egli disse di essere un "umile lavoratore nella vigna del Signore".

In quella frase ci fu il senso di tutto di ciò che sarebbe stato il suo pontificato.

Il suo pontificato fu caratterizzato nella continuità rispetto a quello del predecessore, il grande Papa Giovanni Paolo II, ma senza il carattere mediatico di quest'ultimo. 

Papa Benedetto XVI si comportò da umile professore di teologia.

La "Declaratio" dell'11 febbraio 2013, quella con la quale annunciò la sua rinuncia al pontificato, fu una dimostrazione di ciò.

Sulla "Declaratio" ci sono dei dubbi.

Infatti, per una parte dei fedeli e dei membri del clero nella "Declaratio" ci sarebbero dei "vizi di forma" che la renderebbero non valida.

Se ciò trovasse conferma sarebbe inaudito, poiché si metterebbe in discussione anche la posizione dell'attuale Papa Francesco.

Però, questo non è l'argomento dell'articolo.

Invece, voglio soffermarmi sulla grandezza di Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger. 

Come ho scritto prima, egli era umile ma era anche sapiente.

Era sapiente e dotto ma non era saccente.

Non era un uomo arrogante.

Anzi, si poneva sempre dei dubbi.

Forse, tante persone del giorno d'oggi avrebbero molto da imparare da lui.

L'uniche cose delle quali non dubitava era il fatto di confidare sempre in Dio e nell'amore di quest'ultimo e la difesa della dottrina cattolica.

Questo lo rendeva grande.

Se n'è andato un gigante della fede e oggi più che mai, come ho anche scritto su "Italia chiama Italia", il futuro della Chiesa sembra veramente fosco. 

Chiediamo anche a lui intercedere presso Dio per tutti noi e per la Santa Chiesa.