Cari giudici delle Corte Costituzionale,
prima di iniziare questa lettera aperta, desidero riportarvi questo stralcio di un articolo scritto da Federico Punzi sul sito "Atlantico Quotidiano":
"Guai se dovesse prevalere la rassegnazione o l’indifferenza, perché “tanto si sapeva che finiva così”, “era tutto già scritto”. Per quanto prevedibile, la pronuncia della Corte costituzionale arrivata ieri, in tempo per i tg serali, che ha respinto tutte le questioni di legittimità sull’obbligo vaccinale anti-Covid e la sospensione degli inadempienti dal lavoro, resta sconcertante.
Salvati anche Draghi e Mattarella
I giudici hanno salvato l’obbligo vaccinale introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e per gli over 50, ritenendo inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari. E con esso, hanno salvato anche la faccia al presidente della Repubblica che su quelle norme ha apposto la sua firma e dal quale cinque di loro sono stati nominati.
Stato di eccezione
Con la loro decisione i giudici hanno di fatto sancito il pericoloso principio che in “emergenza” vale tutto, anche la dignità della persona può essere sospesa, legittimando surrettiziamente, anche per il futuro, uno stato di eccezione assolutamente non previsto dalla nostra Costituzione.
Il diritto al lavoro
Non si venga più a parlare di diritto al lavoro, un diritto essenziale riconosciuto già nel primo articolo della Costituzione che è stato del tutto calpestato in nome del diritto alla salute, in barba a qualsiasi principio di equilibrio e bilanciamento tra i diversi diritti sanciti nella nostra Carta.".
I giudici hanno salvato l’obbligo vaccinale introdotto dal governo Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e per gli over 50, ritenendo inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari. E con esso, hanno salvato anche la faccia al presidente della Repubblica che su quelle norme ha apposto la sua firma e dal quale cinque di loro sono stati nominati.
Stato di eccezione
Con la loro decisione i giudici hanno di fatto sancito il pericoloso principio che in “emergenza” vale tutto, anche la dignità della persona può essere sospesa, legittimando surrettiziamente, anche per il futuro, uno stato di eccezione assolutamente non previsto dalla nostra Costituzione.
Il diritto al lavoro
Non si venga più a parlare di diritto al lavoro, un diritto essenziale riconosciuto già nel primo articolo della Costituzione che è stato del tutto calpestato in nome del diritto alla salute, in barba a qualsiasi principio di equilibrio e bilanciamento tra i diversi diritti sanciti nella nostra Carta.".
Con la vostra sentenza di ieri, si è creato un pericoloso precedente.
La salute è un diritto ma prima di tutto è un diritto individuale.
Si parla tanto di eutanasia (alla quale sono profondamente contrario) ma in questi due anni di pandemia una persona non ha potuto scegliere se farsi iniettare o meno un vaccino sperimentale i cui effetti avversi si vedono ora e non ha potuto scegliere nemmeno il tipo di vaccino da farsi iniettare.
Una persona deve avere il diritto di scegliere quale farmaco farsi somministrare.
Si è impedito di lavorare a chi ha scelto di non farsi iniettare il vaccino.
Si sono negati anche i diritti individuali.
Ora, il primo articolo della Costituzione recita:
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
La democrazia è stata sospesa com'è stato sospeso anche il diritto di lavorare delle persone.
Si è creata una spaccatura sociale.
I vaccinati insultano i non vaccinati e viceversa.
L'inciviltà è aumentata.
Non si può anteporre la salute alla dignità delle persone.
Non si può neppure contrapporre la salute alla dignità delle persone.
Oggi, si tifa tanto per chi in Cina si rivolta contro il regime ma quello che si è visto qui in Italia non è stato diverso da quello che si è visto (e che tuttora si vede) a Pechino.
Forse, prima di pensare alle libertà degli altri faremmo miglior cosa a noi stessi se pensassimo alla nostra.
Sperando di indurre tutti ad una riflessione, mi congedo.
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