Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto di una pagina del quotidiano "Libero".La pagina riporta un articolo di Claudio Siniscalchi che racconta la storia di Nadežda Jakovlevna Mandel'štam (30 ottobre 1899-29 dicembre 1980), nota scrittrice sovietica.
La nota scrittrice fu colei che squarciò il velo di silenzio e di ignavia che vi era sullo stalinismo.
Ora, questa storia mi fa riflettere.
Mi sento dire frasi come: "Chi te lo fa fare di scrivere?" e: " Dovresti pensare ai fatti tuoi." oppure: "Le tue opinioni non interessano a nessuno".
Vedete, a me non piacciono l'omertà e l'ignavia.
L'omertà non è qualcosa di legato solo alla mafia.
L'ignavia è il non prendere posizione.
Spesso, l'omertà e l'ignavia sono due atteggiamenti ai quali si ricorre per quieto vivere.
Gli omertosi e gli ignavi debbono ricordare una cosa: non parlare e non esprimere le proprie opinioni non li rende migliori degli altri.
Anzi, di fronte ad un'ingiustizia, essi diventano complici di chi compie quest'ultima.
Perciò, io non starò zitto e quando ci sarà da scrivere qualcosa che non piace a certi perbenisti non mi tirerò indietro.
La storia di Nadežda Jakovlevna Mandel'štam, una scrittrice sopravvissuta alle purghe di Stalin, ci deve ricordare ciò.
Ci deve ricordare che ideologie come il comunismo sono brutte bestie.
Talvolta, la parola può fare più male di un pugno o di un colpo di pistola.
Una cosa per la quale noi, esseri umani, ci distinguiamo dagli altri animali è il fatto che noi siamo in grado di scrivere.
Il buon Dio ci diede questa capacità.
Non usarla per il bene ed un'offesa a Dio.
Forse, io sarò diverso ma la penso così.
Il quieto vivere è solo ipocrisia e prima o poi le cose salteranno fuori.
La polvere non può essere nascosta sotto il tappeto all'infinito.
Chi è capace di intendere...intenda.
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