In particolare, si censurano come "fake news" o come "contenuti che incitano all'odio e alla violenza fisica", ciò che viene pubblicato da chi ha un certo orientamento politico.
Posso parlare anche per esperienza personale.
Mi sono visto tre profili Facebook disattivati per avere pubblicato delle foto di Benito Mussolini, senza avere fatto alcuna apologia di fascismo.
Non sono fascista.
Le foto sono state prese da Wikipedia.
A fronte di ciò, Fratelli d'Italia ha deciso di proporre una legge che vincoli i gestori dei social network a seguire la legge dello Stato.
Il provvedimento ha la firma degli onorevoli Sara Kelany e Francesco Filini.
La sinistra si oppone a ciò.
Ora, l'articolo 21 della nostra Costituzione recita:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni".
Ergo, tutto quello che non è contrario alla nostra Costituzione e alla nostra legge può essere espresso liberamente.
Infatti, se esiste già la legge, a che serve la censura sui social network?
Dunque, la posizione di Fratelli d'Italia è corretta.
Oltretutto, i social network non sono testate giornalistiche poiché una testata giornalistica può avere avere una linea editoriale. Ciò è legittimo.
Tra l'altro, mi si permetta di farlo notare, una testata giornalistica (regolarmente registrata in un tribunale) come "Italia chiama Italia" garantisce un'ampia libertà di opinione. Questo è un grande merito.
A fronte di ciò, Fratelli d'Italia ha deciso di proporre una legge che vincoli i gestori dei social network a seguire la legge dello Stato.
Il provvedimento ha la firma degli onorevoli Sara Kelany e Francesco Filini.
La sinistra si oppone a ciò.
Ora, l'articolo 21 della nostra Costituzione recita:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni".
Ergo, tutto quello che non è contrario alla nostra Costituzione e alla nostra legge può essere espresso liberamente.
Infatti, se esiste già la legge, a che serve la censura sui social network?
Dunque, la posizione di Fratelli d'Italia è corretta.
Oltretutto, i social network non sono testate giornalistiche poiché una testata giornalistica può avere avere una linea editoriale. Ciò è legittimo.
Tra l'altro, mi si permetta di farlo notare, una testata giornalistica (regolarmente registrata in un tribunale) come "Italia chiama Italia" garantisce un'ampia libertà di opinione. Questo è un grande merito.
Ci sono articoli che portano firme di persone di vario orientamento politico.
Dunque, noi abbiamo già delle leggi che regolamentano la diffusione di notizie e la manifestazione del pensiero e ciò che fanno i social network non è scritto nel codice giuridico. Per certe cose, prima di tutto, deve valere la legge dello Stato ed i social network devono adeguarsi ad essa.
Fratelli d'Italia fa bene a fare notare ciò.
Dunque, noi abbiamo già delle leggi che regolamentano la diffusione di notizie e la manifestazione del pensiero e ciò che fanno i social network non è scritto nel codice giuridico. Per certe cose, prima di tutto, deve valere la legge dello Stato ed i social network devono adeguarsi ad essa.
Fratelli d'Italia fa bene a fare notare ciò.
Non si capisce l'atteggiamento della sinistra, la quale si dice per la difesa delle minoranze e della democrazia.
Evidentemente, la sinistra difende la democrazia solo a parole.
Del resto, se Facebook e gli altri social network silenziano quelli di destra...alla sinistra la loro politica faceva comodo.
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