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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 30 aprile 2023

L'egemonia culturale realizzata


Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Michele Marsonet che è intitolato "L’egemonia culturale si è realizzata davvero. Ed è gramsciana".
Ne riporto questo stralcio:

"In realtà, è impossibile comprendere il pensiero gramsciano se si prescinde dalla lotta costante che negli ultimi secoli ha contrapposto il principio democratico al principio della libertà. Tanti restano attoniti nel sentir parlare di questa lotta perché sono troppo abituati a considerare tali principi come affini e strettamente correlati.

E invece uguaglianza e libertà risultano compatibili solo se l’una cede qualcosa all’altra, e viceversa. Poiché non è vero che gli esseri umani siano tutti uguali: la natura e la storia dimostrano che non è così. Si può renderli uguali soltanto in base a dichiarazioni di principio che sono, proprio in quanto tali, astratte. L’uguaglianza assoluta si ottiene – ammesso che la si possa realizzare per davvero – solo a scapito della libertà individuale.

E proprio questo è l’intento di Gramsci, grande nemico del liberalismo politico. Ai suoi occhi la democrazia può giungere a compimento solo se la libertà si svincola dal liberalismo, abbandonando la sua astrattezza e passando a un’epoca di democrazia “organica” che metta in crisi i limiti che lo Stato di diritto si è autoassegnato.

A quel punto il diritto nascente, che sorge dalle classi subalterne, avrà modo di procedere all’identificazione tra diritto e Stato con il fine ultimo di giungere all’estinzione dello Stato stesso. Il diritto nuovo deve dunque diventare volontà etica collettiva superando il formalismo del diritto come è stato finora inteso.

L’individuo non ha esigenze proprie che debordano dai confini del soggetto collettivo. Non esiste di conseguenza una “libertà liberale”, poiché la libertà si declina soltanto nell’ambito del gruppo, né è possibile scindere etica e politica. Sullo sfondo c’è l’idea di un’umanità unificata e autocosciente di essere il vero e unico motore della storia. Una sorta di globalizzazione ante litteram, anche se con un significato diverso da quello oggi in uso
".

Ora, io faccio un'analisi partendo da una lettura che sto facendo.
Sto leggendo un libro intitolato "Eikon Basilike", il libro scritto da re Carlo I Stuart (1600-1649), quel monarca inglese che fu decapitato per volere di Oliver Cromwell, il quale lo sconfisse nella Guerra Civile.
In quel libro vi sono riflessioni e preghiere di quel monarca nel momento nel quale egli stava per essere decapitato.
Da quella lettura, sto imparando una cosa: a capire il punto di vista dell'altro.
Questo è paradossale, poiché re Carlo I era visto come l'immagine del monarca assoluto, il monarca che ebbe l'investitura da Dio stesso.
Dunque, un elemento simile c'entrerebbe poco con la democrazia.
Il puritano Cromwell, dal canto suo, instaurò una repubblica che però ebbe l'aspetto di una dittatura. 
Ora, vengo ai giorni nostri e al tema.
Il concetto espresso da Antonio Gramsci è molto semplice: la democrazia è tale solo se governano i comunisti ed il loro eredi.
Se governano gli altri (come liberali e conservatori) non può esserci la democrazia.
Così, gli altri diventano i nemici da abbattere. 
Qui sta il totalitarismo del pensiero di Gramsci. 
Per poter diventare dominante in Occidente, secondo Gramsci, il pensiero comunista doveva permeare le istituzioni, le scuole, le università, i mass media e persino gli oratori.
Si doveva affermare l'idea secondo la quale l'individuo non sarebbe contato e sarebbe contata solo la massa.
Questo meccanismo era già presente nel fabianismo, al quale ho dedicato il mio ebook intitolato "Lupi travestiti da agnelli". 
Così, chi si opponeva, dai fascisti ai liberali, passando per i conservatori, veniva relegato tra i nemici.
Questo processo si è portato avanti negli anni.
Negli anni, i comunisti e post-comunisti hanno portato dalla loro parte quei moderati (che qualcuno ha definito "utili idioti") per darsi un tono di moderazione.
Il processo ha avuto un'accelerazione in questi ultimi tre anni, due dei quali sono stati di pandemia.
Gli effetti di ciò si vedono.
Per esempio, chi si dice antifascista ed anticomunista viene definito dal mainstream un "fascista sotto mentite spoglie".
In poche parole, l'antifascismo è identificato col comunismo.
Lo stesso discorso accade anche quando si tocca un tema scottante come quello delle foibe. 
Qui sta la visione totalitaria del concetto di "democrazia" espresso da Gramsci.
Secondo questo concetto, chi si esprime diversamente da ciò che dice il mainstream diventa un nemico da abbattere.
Un esempio è la questione della gestione del Covid.
Oramai, si sa che la scienza non c'entrava nulla con la gestione e con la politica vaccinale.
Però, dire una cosa del genere comporta l'accusa di essere "No Vax" e "Terrapiattisti" da parte del mainstream. 
Chi critica l'Unione Europea rischia di essere accusato di essere neofascista.
Chi critica l'attuale presidente americano Joe Biden rischia di essere accusato di essere filorusso a prescindere. 
Insomma, chi la pensa in modo diverso da un certo mainstream viene demonizzato. 
Purtroppo, anche nella rete si vede ciò.
Basti pensare agli account chiusi a coloro che hanno espresso un pensiero diverso rispetto a ciò che è espresso dal mainstream.
Ciò è capitato anche a me.
Per questo motivo, mi viene da dire che questo Occidente sia crepuscolare.
Oramai, la sua democrazia è logora e tale logoramento è avvenuto per colpa del sinistrume che governa (o che ha governato) vari Paesi occidentali.
La libertà potrebbe essere salvata solo con una presa di coscienza di ciò da parte delle persone ma, oramai, penso che sia troppo tardi. 
Per assurdo, un re come Carlo I Stuart può essere ricordato come vittima di un'idea totalitaria. 



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.