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giovedì 27 aprile 2023

Caso Hunter Biden: la censura fu voluta da Blinken


Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Federico Punzi che è intitolato "Blinken dietro la lettera-bufala sul laptop di Hunter Biden".
Ne riporto questo stralcio:

"La vicenda della soppressione della storia del laptop di Hunter Biden, nell’imminenza delle elezioni presidenziali Usa del 2020, si è arricchita nei giorni scorsi di nuovi particolari. Che alla censura sui social media, così come sui media tradizionali, dell’inchiesta del New York Post avesse contribuito una vera e propria operazione – questa sì – di disinformazione era ormai chiaro, ancora più evidente grazie ai Twitter Files.


Ma dalla scorsa settimana gli autori di quella operazione hanno nomi e cognomi: il presidente Joe Biden e l’attuale segretario di Stato Antony Blinken.
Nuova testimonianza

Durante l’ultimo dibattito presidenziale nel 2020, Biden citò la lettera di 51 ex funzionari dell’Intelligence in cui si affermava che la storia del laptop del figlio Hunter aveva “tutte le caratteristiche di un’operazione di disinformazione russa”. Oggi lo sappiamo, la disinformazione c’era, ma era la loro.

Non solo il contenuto del laptop si è dimostrato autentico, ma ora sappiamo che quella iniziativa fu orchestrata dalla stessa Campagna Biden, nella persona dell’attuale segretario di Stato Blinken. A rivelarlo, in una testimonianza giurata alla Commissione Giustizia della Camera, l’esecutore materiale di quella iniziativa: l’ex direttore ad interim della CIA Mike Morell
".

Questa è la dimostrazione del fatto che la sinistra in America e non solo abbia il controllo sui molti dei mass media.
L'attuale segretario di Stato Antony Blinken occultò una notizia importante circa il laptop di Hunter Biden, figlio dell'attuale presidente americano Joe.
Quest'ultimo,  all'epoca, si stava scontrando fino all'ultimo voto col suo predecessore Donald J. Trump.
Hunter Biden stava facendo delle operazioni di affari.
Nel suo laptop vi furono anche informazioni circa fondi provenienti dalla Cina per la famiglia Biden.
Blinken fece in modo di fare censurare la notizia, facendola spacciare per un atto di disinformazione russa.
In realtà, la disinformazione fu fatta da Blinken, con l'aiuto dell'ex-direttore ad interim della CIA Mike Morell e di altri colleghi di quest'ultimo.
La notizia del laptop di Biden era vera ed i russi non fecero alcuna disinformazione, almeno in quel caso. 
Quanto emerge ora ci dà un quadro allarmante circa quanto accadde nel 2020, alle elezioni presidenziali americane.
La cosa potrebbe ripetersi, visto che i democratici hanno molti contatti con vari mass media.
Sarebbe bene non dare più ascolto a prescindere ai mass media tradizionali ma bisognerebbe iniziare a pensare con la propria testa, sentendo tutte le campane. 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.