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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 3 maggio 2010

GLI ITALIANI E LO SCARSO SENSO CIVICO.

Cari amici ed amiche.

Si parla tanto dello scarso senso civico degli italiani.
In un certo senso questo discorso è vero ma la cosa va analizzata in fondo.
Allora questo "scarso senso civico" ha una natura storica e molti ne cercano la causa.
C'è chi incolpa la cultura cattolica.
Infatti, secondo alcuni storici, con l'unità d'Italia, la Chiesa si pose sempre contro lo Stato e puntava a fare in modo che i cittadini disobbedissero ad esso.
La realtà non è così.
La cultura cattolica ha sempre riconosciuto la legittimità di un potere costituito. Anzi, ha sempre difeso il valore dell'autorità.
Gesù stesso diceva:" Dai a Cesare quel che è di Cesare e dai a Dio quel che è di Dio".
La questione fu un'altra.
Nel caso dell'unità d'Italia, lo stato si fece contro la Chiesa. Questa fu la vera differenza tra la nascita degli altri grandi Stati europei (che si formarono attorno alle loro Chiese nazionali) e quella dell'Italia.
Il processo di unificazione del nostro Paese e l'adozione di certe norme furono condotti da persone di ambienti anticlericali (se non anticattolici).
Questo generò attrito con la Chiesa.
Di per sé, però, la cultura cattolica non ebbe colpa. Furono solo le contingenze a causare certe situazioni.
Allora perché questo?
Forse, la causa di ciò si può trovare nell'atteggiamento dello Stato, sia durante il periodo monarchico che durante quello attuale repubblicano.
Molto spesso, lo Stato si pose non al servizio del cittadino ma pose al cittadino al suo servizio.
Fino alla II Guerra mondiale, la classe dirigente non garantì l'emancipazione economica, sociale e culturale dei cittadini e che spesso si comportava in modo aggressivo verso di essi e la sua burocrazia fu prolissa. A ciò si unì il ruolo dei sindacati (in particolare di sinistra) che si comportavano da "anti-Stato". Essi, vedevano nello Stato "il frutto dell'oppressione borghese contro il popolo" ed "il mezzo usato dai potenti" per opprimere quest'ultimo.
Attualmente, il cittadino deve confrontarsi con delle istituzioni che sprecano i soldi (spesso nella tanto barocca quanto prolissa burocrazia) e con tasse eccessive.
Il cittadino, pertanto, si sente defraudato e di conseguenza, chi può, evade il fisco.
Inoltre, vi è anche una giustizia che è lenta ed inefficiente e che molto spesso tende a sconfinare nella scena politica, assumendo un ruolo che non è il suo.
Questo provoca la sfiducia del cittadino verso le istituzioni e di conseguenza quest'ultimo tende a non rispettarle.
Servono delle serie riforme che rimettano equilibrio tra politica e giustizia, che rendano la burocrazia più snella che faccia meno sprechi e che di conseguenza provochino l'abbassamento dele tasse.
Ciò è molto difficile perché vi sono varie componenti che bloccano il percorso riformista, dal alcune parti dell'arco parlamentare, a parte della magistratura e dei sindacati.
Questi ultimi, da "anti-Stato" , sono oggi diventati "difensori dello status quo".
E' chiaro che, attualmente, la realtà statuale ha bisogno di essere riformata.
Lo Stato deve essere con il cittadino.
Per ciò avvenga urgono importanti riforme.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".