Cari amici ed amiche.
Si sa, il rapporto tra Stato e religione è storicamente molto complesso.
Durante la Roma imperiale, vi era un sincretismo religioso e l'imperatore era anche il Pontenfice Massimo.
Con l'avvento del Cristianesimo (con gli editti di Milano, nel 313 AD, e di Tessalonica, nel 380 AD), la situazione cambiò.
Si passò dal politeismo sincretista greco e romano al monoteismo di tipo giudaico del cristianesimo.
Sul piano politico, il quadro mutò radicalmente tra Occidente ed Oriente e favorì la divisione dell'Impero Romano, tra l'Impero d'Occidente (con capitale Milano e poi Ravenna) e quello d'Oriente, con capitale Costantinopoli.
In Occidente, la Chiesa fu sempre indipendente dall'imperatore. In Oriente, l'imperatore proteggeva la Chiesa ed era un "sommo sacerdote". Infatti, presiedeva i concili, emanava decreti religiosi ed era alla testa delle processioni.
Infatti, a Costantinopoli, il rapporto Stato-Chiesa si sviluppò sul modello di Melchizedek, il re-sacerdote.
Nel 476 AD cadde l'Impero romano d'Occidente (che di fatto cessò di esistere anni prima).
I regni romano-barbarici furono esperienze transitorie e spesso problematiche nel rapporto tra Stato e Chiesa.
Un esempio fu qui in Italia il Regno degli Ostrogoti di Teodorico (454 AD-526AD). Qui, il re ostrogoto, proclamò il Cristianesimo ariano come religione di Stato. Questo generò problemi con i Romani, di religione cattolica.
Con l'arrivo dei Bizantini dell'imperatore Giustiniano, che nel 553 AD distrusse il regno ostrogoto il cattolicesimo tornò ad essere reliogione di Stato ma ci furono problemi tra il Papa e l'imperatore. Infatti, com'è stato detto, a Costantinopoli vi fu la figura del sovrano-sacerdote alla Melchizedek. Questo non piacque al Papa. Giustiniano volle trovare un accordo che non ci fu.
Anzi, fu proprio lui a cominciare una nuova concezione, il cesaropapismo.
Le cose si aggravarono in seguito, con l'imperatore Leone III Isaurico (675-741, nella foto). Forse, spaventato dalla minaccia islamica verso il suo impero, Leone fece il decreto dell'iconoclastia. Egli, infatti, ritenne che il culto delle icone fosse vicino al paganesimo.
Anche se poi il decreto fu ritirato, questo incrinò ulteriormente i rapporti con Roma e favorì i Longorbardi che nel frattempo avevano occupato l'Italia.
Sul fronte opposto, in Gallia nel 496 AD, il re dei Franchi Clodoveo si convertì al Cristianesimo.
Questo fu fonte di approvazione dell'aristocrazia gallo-romana e tra i Franchi e Romani di Gallia ci fu una vera e propria fusione.
Anzi, fu proprio la Chiesa a ricostruire l'unità europea, sotto una nuova identità romana e cristiana.
Ciò culminò con la nascita del Sacro Romano Impero di Carlo Magno (800AD).
Questo determinò un'evoluzione nei rapporti tra Stato e Chiesa.
Infatti, la Chiesa aveva bisogno dello Stato, per potere convertire i popoli e fare il suo magistero.
Nel frattempo, lo Stato aveva bisogno della Chiesa, per potere esercitare il suo potere.
Si creò un rapporto che fu spesso difficile.
L'esempio più classico, furono la "lotta per le investiture" e la nascita della figura del "vescovo-conte" .
Qui, l'imperatore voleva avere potere anche sulla Chiesa ed investire i vescovi che spesso erano anche i suoi vassalli.
Il Papa, dal canto suo, volle avere l'autonomia dall'imperatore e rivendicò una supremazia anche su di egli.
Ci furono attacchi al Papa e scomuniche di imperatori (come nel caso di Enrico IV) e la cosa si risolse solo nel 1122, con il Concordato di Worms tra l'Imperatore Enrico V ed il Papa Callisto II.
Secondo questo concordato all'imperatore spettavano le nomine secolari mentre le investiture dei vescovi spettavano al Papa.
Ci furono altre lotte tra Papa ed Impero e solo la decadenza del potere politico dei due soggetti nel XIV secolo determinò la vera fine delle lotte.
Nel frattemò, nel 1054, si consumò la rottura definitiva tra Roma e Costantinopoli. La Chiesa d'Oriente si separò con l'impulso del Patriarca Michele I Cerulario (1000-1059) che entrò in rotta di collisione con Papa Leone IX. Ci fu così lo Scisma d'Oriente. Questo creò poi dei problemi.
Nel XIV ci fu il declino dei "due Soli", ossia il Papato e l'Impero e presero piede le grandi monarchie nazionali, come la Spagna, la Francia e l'Inghilterra.
Queste monarchie nacquero intorno alle Chiese locali e anche su di esse i re vollero esercitare il loro controllo.
L'Europa era ancora cattolica ma era frammentata in varie Chiese nazionali.
Nel frattempo, nel 1453, l'Impero Romano d'Oriente (Impero Bizantino) cessò di esistere. I Turchi Ottomani di Maometto II conquistarono Costantinopoli.
Se la Chiesa fosse stata unita, forse quell'impero si sarebbe potuto salvare.
L'unità cattolica dell'Europa cessò con la Riforma protestante (1517).
Qui il rapporto Stato-Chiesa giocò un ruolo fondamentale.
Infatti, ove i movimenti promossi da Lutero, Calvino ed altri riformatori ebbero l'appoggio dello Stato, la Riforma si affermò. Fu il caso, ad esempio, della Svezia, ove il re Gustavo I Eriksson Vasa (1496-1560), aderì alla Riforma, distrusse il potere della Chiesa cattolica svedese e ne incamerò i beni.
Un caso a parte fu l'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547) che nel 1534 fece votare al Parlamento l'Act of Supremacy, con cui divenne il Capo Supremo della Chiesa inglese.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563), ci furono altri problemi interni alla Chiesa e nel rapporto tra questa e gli Stati. Con l'Umanesimo, il Rinascimento e l'Epoca Moderna, si affermò una mentalità laica, con la scienza (da Niccolò Copernico a Galileo Galilei e da Keplero e Ticone) e la letteratura ma crebbero anche altre idee condizionarono il rapporto tra Chiesa e Stati.
Nella Francia di re Luigi XIV (1638-1715) ci fu il gallicanesimo. In Austria si affermò il giuseppinismo e nel Portogallo il ministro Pombal (1699-1782) espulse i Gesuiti.
Gli stati cattolici riconoscevano la loro Chiesa ma i monarchi volevano assumerne in controllo.
Questa cosa i aggravò con la Rivoluzione francese nel 1789.
Nel 1790 fu fatta in Francia la Costituzione Civile del Clero che rese i preti ed i vescovi eleggibili ma lese il legame tra la Chiesa gallicana e Roma.
Questo lacerò il clero e la società francese e portò ad uno scontro che trasformò la Francia nel primo Stato che agiva contro la Chiesa.
Sotto l'impulso di Jacques-René Hébert (1715-1794) vi fu una vera e propria politica di scristianizzazione. I vari "Christomoques" portarono avanti così le loro ideologie. La Rivoluzione francese ed il periodo napoleonico, lasciarono la loro impronta.
Basti pensare al comunismo che puntò a togliere Dio dalla vita pubblica.
Nel XX secolo, Dio fu tolto dalla vita pubblica e fu sostituito da idee nichiliste come quelle di Karl Marx e Friedrich Nietzsche.
Il risultato fu la nascita di quei mostri ideologici chiamati Nazi-fascismo e Comunismo.
Oggi, noi dobbiamo recuperare il concetto di "laicità positiva" in cui non ci sia uno Stato contro la Chiesa ma uno Stato autonomo dalla Chiesa ma non contro di essa. Un esempio di ciò c'è ed è rappresentato dagli USA.
Solo così si può evitare il ripetersi di certe tragedie.
Cordiali saluti.
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