Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Rob Piccoli che è intitolato "School Choice: come scardinare l’egemonia culturale della sinistra".
Ne riporto questo stralcio:
Lascia basiti la faccia di tolla con la quale questa signora – definita recentemente da Mike Pompeo “il volto più visibile della distruzione della scuola americana” e “la persona più pericolosa del mondo” – proclama che “ciò di cui [i nostri studenti, ndr] non hanno bisogno è un’aula politicizzata in cui i Repubblicani perfidi e cattivi mettono i vicini contro i vicini, censurano lezioni di storia, scienze e studi sociali accurate e adeguate all’età…”.
Insomma, i censori non sono gli insegnanti radicalizzati e woke che tutti noi che cerchiamo di seguire quello che accade dall’altra parte dell’oceano abbiamo imparato a conoscere, ma i genitori che si ribellano e i legislatori à la Ron DeSantis e Greg Abbott che scendono in campo per tutelare il diritto delle famiglie a un’educazione degna di questo nome per i bambini e i giovani americani".
Qui in Italia, questo problema è presente da anni.
Da anni, noi vediamo i "difensori della democrazia" (quelli di sinistra) che invadono le aule delle nostre scuole ed università e che fanno politica dalle cattedre, anziché insegnare delle materie agli studenti e favorire in loro il senso critico, il farsi delle domande.
Lo so pure io.
Io avevo la fortuna di leggere e di istruirmi anche per conto mio ed ero uno di quelli che "mettevano in discussione ogni cosa".
Forse, oggi, sto pagando ciò e comincio a pensare che anche questa mia inclinazione stia giocando in mio sfavore per la ricerca di lavoro.
Nella mia vita non ho mai fatto del male a nessuno e la mia condotta non è di certo quella di un criminale né quella di una persona intemperante.
Però, io ho un cervello e lo uso e questo può gettarmi addosso lo stigma di "rompiscatole".
Non amo il paternalismo.
Purtroppo, nelle nostre scuole vi è questa idea di un pensiero unico volto al paternalismo, ovviamente d di sinistra.
Questa situazione è particolarmente presente nelle scuole pubbliche.
Lo so bene pure io, avendo frequentato delle scuole pubbliche.
Dunque, saluto molto positivamente la "School Choice" che si sta attuando negli USA.
Si debbono trovare dei metodi di istruzione alternativi a quelli della scuola pubblica.
Paradossalmente, al giorno d'oggi, il vero rivoluzionario è colui che si dice contro un pensiero che in passato predicava la rivoluzione.
Ricordiamo un po' la storia del comunismo.
Oggi, coloro che si dicono i rivoluzionari, quelli di sinistra, solo coloro che difendono questo sistema fondato sulla loro ideologia.
Invece, i veri rivoluzionari sono coloro che quelli che si professano tali (e che oggi sono al comando e hanno l'egemonia culturale) definiscono "reazionari", quelli come me.
Sono ben felice di essere un "reazionario".
Io sono uno di quelli che si sono appassionati nel vedere l'incoronazione di re Carlo III , perché la monarchia non mi fa schifo.
Del resto, uno dei personaggi storici a me più cari è un predecessore di re Carlo III, re Carlo I (1600-1649).
Io non ho paura di dirmi cattolico e non ho paura di dirmi per la proprietà privata.
Non ho paura neppure di dirmi contro l'aborto, l'eutanasia ed i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Non ho paura nemmeno di dire che Greta Thunberg dica delle minchiate (scusate il francesismo) e che questa Unione Europea, così com'è, sia pessima.
Tutto ciò mi è costato e tuttora mi costa ma non mi interessa.
Dunque, ben venga la "School Choice" negli USA e spero che una cosa del genere si faccia anche qui in Italia.
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