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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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venerdì 26 agosto 2011

L'UMANESIMO MODERNO, IL RELATIVISMO E L'ITALIA UNITA

Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere l'articolo del blog "El Matiner Carlì". L'articolo è intitolato "El humanismo moderno anclado en el relativismo". Questo articolo parla del rapporto tra un certo tipo di Umanesimo ed il relativismo, ossia quella concezione moderna che nega le verità assolute e che sta alla base della Rivoluzione fracese, dell'attuale secolarismo e delle ideologie che il secolo scorso provocarono la morte di parecchie persone, il comunismo ed il nazismo. Infatti, quando si negano le verità assolute (Dio in primis) ogni disordine è possibile. Ora, però, va detto che il relativismo è legato anche all'Unità d'Italia. L'onorevole Umberto Bossi (leader della Lega Nord) ha detto che l'Italia non esiste. Il presidente Silvio Berlusconi ha detto il contrario.
Riguardo a queste due posizioni, vale il detto latino che dice:
"In medio stat veritas".
Entrabi hanno avuto ragione.
Infatti, da un punto di vista culturale, l'Italia esiste da secoli. Le genti italiche esistono da secoli. Parlano lingue italo-romanze (e l'italiano), hanno una cultura unica ed una religione maggioritaria, quella cattolica. Pensate alla Scuola siciliana dell'imperatore Federico II. Essa raccoglieva la cultura di varie parti d'Italia. Quindi, l'Italia esisteva già prima della sua unificazione, che avvenne nel 1861.
Diverso è il discorso dell'unificazione. Infatti, non esiste l'Italia figlia di quel processo di unificazione del 1861 e di cui l'attuale Paese è erede. Infatti, tra il "Paese nato nel 1861" ed il "Paese reale", quello della cultura, della religione e della lingua, esiste un divario enorme, proprio perché il primo nacque dal relativismo. Chi promosse quell'unificazione del nostro Paese, fece ciò con un processo forzoso e messo in atto contro le radici culturali e religiose dello stesso. La storia ufficiale incensa Giuseppe Garibaldi, re Vittorio Emanuele II, Camillo Benso conte di Cavour e Giuseppe Mazzini. Ora, però, non ci si rende conto che il processo di unificazione promosso da questi fu fatto contro Stati che legittimamente esistevano, come lo Stato Pontificio o il Regno delle Due Sicilie, ai danni dei quali il Regno di Sardegna si espanse. Quindi, l'unificazione fu, di fatto, un'annessione. La storia fa tuttora propaganda delle gesta di Garibaldi e mostra anche i plebisciti di Venezia o di Napoli, per dimostrare che questo processo di unificazione fu voluto dal popolo. La realtà potrebbe essere ben diversa. Ad esempio, non era nemmeno realisticamente possibile che tutti i milanesi, i mantovani, i veronesi ed i veneziani fossero stati male nell'Impero Austro-Ungarico, impero che inglobava i loro territori. Anzi, nell'Impero Austro-Ungarico, la cultura italiana era rispettata. A Vienna si parlava anche italiano. Non era neppure possibile che tutti napoletani, i calabresi ed anche i siciliani (che forse avevano qualche motivazione in più per essere ostili al governo di Napoli) fossero stati male con i Borboni. Vi invito a leggere questo articolo del blog di Antonella Randazzo. Il suo link è http://antonellarandazzo.blogspot.com. Il titolo è "RISORGIMENTO INSANGUINATO PARTE II Elezioni e Plebisciti burla". E' chiaro che questo processo di unificazione non fosse stato voluto dal popolo ma da certi gruppi, tra i quali vi furono certe logge massoniche. La massoneria è di per sé relativista. Rileggete l'articolo intitolato "Massoneria e cattolicesimo, dov'è la divergenza?". Ora, è fuori discussione il fatto che a guidare questo processo di unificazione fossero state certe logge massoniche antipapiste ed anticattoliche.
Il processo di unificazione si face contro la Chiesa e con le dottrine del relativismo. Quindi, tra il nuovo Stato che venne fuori nel 1861 ed il "Paese reale" ci fu una distanza notevole. Esso, infatti, accentrò tutto al governo sabaudo, senza tenere conto delle peculiarità che c'erano negli Stati preesistenti. Inoltre, ci fu la situazione di conflitto con la Chiesa. La maggioranza dei cittadini era cattolica ed era costretta a scegliere tra l'obbedienza verso la Chiesa e la fedeltà allo Stato. Questo generò verso nuovo Stato italiano un'ostilità che si concretò anche in movimenti criminali, come la mafia ed il brigantaggio. La prima fu di origine aristocratica mentre il secondo fu popolare. Inoltre, si stava facendo strada anche il socialismo, a cui anche lo stesso Garibaldi guardò con simpatia.
Anche il socialismo fu contro quel tipo di Stato, se pur ragioni completamente diverse. Quindi, furono in pochi a vedere nel nuovo Stato italiano la propria casa.
Forse, capendo ciò, si possono anche comprendere i mali attuali, come anche la stessa evasione fiscale. Intendiamoci, non voglio giustificare l'evasione fiscale ma quando non vi è amore verso il proprio Paese, o meglio verso le sue istituzioni, si fa di tutto per trasgredirne le leggi. Questa poca distinzione tra Bene e Male non è già relativismo?
Forse, oggi, si dovrebbe ripensare modificare la struttura delle nostre istituzioni, con serie riforme. Forse, così si potrà riparare a quell'errore madornale del 1861.
Ora, termino facendo una considerazione personale.
Il mio Comune, Roncoferraro (Mantova) è un Comune risorgimentale.
Esso è legato a Garibaldi. Giuseppe Nuvolari, il luogotenente del generale nizzardo, era di Roncoferraro.
Forse, anziché organizzare una festa (con tanto di torta) e spendere dei soldi per essa, l'amministrazione comunale roncoferrarese avrebbe dovuto fare anche degli eventi culturali che avrebbero avuto la finalità di confronto anche quelle idee che oggi sono di "controcultura" su questo tema.
Bisogna riconciliarsi con la storia, poiché essa, prima o poi, farà pagare il conto.
Qui non si tratta di istigare all'odio ma di cercare la verità.
Come dissero i nostri padri latini, in medio stat veritas...vel virtus.
Cordiali saluti.



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