The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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mercoledì 24 agosto 2011
LIBIA, IL CAOS ED IL PERICOLO
Cari amici ed amiche.
In Libia vi è caos!
Leggete l'articolo scritto dal professor Massimo Introvigne su "La Bussola Quotidiana". L'articolo è intitolato "In Libia non ha vinto nessuno". Ringrazio l'amico Riccardo Di Giuseppe che su Facebook mi ha segnalato tale articolo. Leggete anche l'articolo scritto su "Italia chiama Italia", quello intitolato "Italiani all'estero e Libia, 4 giornalisti sequestrati a Tripoli". Infatti, quattro giornalisti italiani sono stati rapiti. I loro nomi sono Claudio Monici (del giornale della CEI "Avvenire"), Giuseppe Sarcina (de "Il Corriere della Sera"), Elisabetta Roccaspina (sempre de "Il Corriere della Sera") e Domenico Quirico (de "La Stampa").
Questi giornalisti sono stati rapiti mentre percorrevano la strada che collega la città di Zawiyah a Tripoli.
Pare che a rapirli siano stati i membri di una banda di criminali comuni e che poi questi li abbiano consegnati alle truppe lealiste di Gheddafi. E' chiaro che questa grave situazione (che mi auguro si risolva al più presto) denoti il disordine in cui è piombato il Paese nordafricano.
E' vero, Gheddafi è prossimo alla caduta (e ciò è positivo) ma dopo di lui cosa ci sarà e chi verrà?
La cosa auspicabile è una pacificazione interna al Paese che porti ad un processo di democratizzazione e normalizzazione per quanto riguarda i rapporti con le minoranze religiose, specie gli ebrei ed i cristiani.
Purtroppo, però, la realtà sembra diversa.
C'è un gran caos.
I ribelli sventolano le bandiere di re Idris, quel re che nel 1969 fu rovesciato da Gheddafi con un colpo di Stato, ma mi chiedo cosa vogliano fare questi signori, dopo la fine del regime del dittatore di Sirte.
Infatti, tanta parte dei ribelli non ebbero nulla a che fare con la monarchia di re Idris.
E' chiaro che quella bandiera sia usata come simbolo contro Gheddafi.
Tenete conto del fatto che in Libia vi è una società tribale, una società fatta da tribù che spesso sono tra loro in conflitto. Basti pensare alla questione che vi fu durante il regno di re Idris (1890-1983), in cui la Tripolitania fu filoccidentale mentre la Cirenaica fu nasseriana.
Sullo sfondo vi è il rischio di una deriva fondamentalista islamica.
Ciò potrebbe avere pesanti ripercussioni sia sull'Occidente, per via dei rapporti commerciali e del petrolio e sia sulla questione del Medio Oriente, con un rischio di instabilità nelle aree vicine ad Israele, con gravi pericoli per questi ultimi.
Bisogna stare attenti!
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Ho risposto a questa su Facebook...cordiali saluti da Miami, carissimo amico, :-)))
RispondiEliminaHo risposto! Ti ringrazio!
RispondiEliminase chi subentrerà a Gheddafi è chi ha guidato la sommossa dei ribelli, son messi punto e a capo. Ciao lamiapelle
RispondiEliminaE' quello che penso anch'io.
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