Cari amici ed amiche.
La Storia della nostra civiltà è stata determinata da tanti fattori, sia causati dall'uomo (come le guerre) e sia naturali (come terremoti e cambiamenti climatici).
Tra questi ultimi vi sono anche le malattie.
Esse furono spesso coniugate agli fattori già citati.
Prediamo, per esempio, quanto successe all'Impero romano.
Ne parlai nell'articolo "Vaiolo, una possibile arma di distruzione di massa", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/vaiolo-una-possibile-arma-di.html.
L'Impero romano si espanse, aumentò i commerci e venne a contatto con altre popolazioni e nuove malattie, tra cui il vaiolo.
Questo, assieme alle varie guerre civili all'interno, all'instabilità del governo e a un clima più freddo, determinò il declino e la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 AD.
Tra il 541 ed il 542 AD, a Costantinopoli ci fu un'ondata di Peste nera. Pare che questa pandemia fosse stata portata dai commerci con l'Etiopia.
Gli storici raccontano che per tanti anni il puzzo di morte ammorbò l'aria di Costantinopoli.
Questa peste colpì durante il regno dell'imperatore Giustiniano I, che con i suoi soldati era impegnato in Italia, per sconfiggere i Goti.
Tramite le truppe bizantine, la Yersinia pestis arrivò in Italia.
Secondo le stime, ci furono 25 milioni di decessi.
Parliamo anche di quello che successe nel XIV secolo.
Ne parlai nell'articolo "La peste nera, una tragedia che fece finire un'era", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/la-peste-nera-una-tragedia-che-fece.html.
In questo caso, la peste fu usata come un'arma batteriologica.
Infatti, dei Tartari che attaccarono la città genovese di Caffa (in Crimea), gettarono dei corpi di appestati nelle mura.
Le navi genovesi che partirono portarono il morbo a Costantinopoli e da lì in Europa.
La tragedia fu grande e la cartina qui sopra ne mostra la portata.
L'intero assetto sociale, politico e culturale dell'Europa fu distrutto.
Dal 1492 AD, con la scoperta di Cristoforo Colombo, gli Europei iniziarono ad andare nelle Americhe. A dare un contributo importante alla distruzione popolazioni autoctone del Nuovo Mondo furono proprio le malattie portate dagli Europei.
Le popolazioni autoctone non avevano mai conosciuto molte malattie degli Europei e non avevano il sistema immunitario in grado di affrontarle.
Tra il XVIII ed il XIX secolo, un medico inglese di nome Edward Jenner introdusse il vaccino contro il vaiolo.
Questo contribuì ad affrontare le malattie che continuarono ad imperversare in Europa e non solo.
Ad esempio, vi fu l"Influenza spagnola" , una pandemia influenzale che colpì tra il 1918 ed il 1919.
Essa era causata dal virus H1N1 che fu portato dalle truppe statunitensi, durante la I Guerra Mondiale. La situazione fu simile a quell'Italia durante la guerra tra Goti e Bizantini, di cui ho parlato prima.
Essa causava una febbre altissima, dolori lombari e tosse. I polmoni iniziavano, poi, a riempirsi di sangue e la morte sopraggiungeva. Secondo le stime, l'"Influenza spagnola" uccise 50 milioni di persone.
Mia nonna, buon'anima, mi parlava spesso di quella malattia.
Tra l'altro, il virus è simile a quello dell'"Influenza suina" che nel 2009 fece tanta paura.
Come si può ben vedere, la storia fu dettata anche dale malattie, a cui la scienza portò rimedio.
Abbiamo parlato dei vaccini e possiamo parlare, ad esempio, delle scoperte di Alexander Fleming (1881-1955), un biologo britannico che scoprì il lisozima (ezima battericida che si trova nella saliva e nelle lacrime) e la Penicillina, antibiotico prodotto dalla muffa Penicillium notatum.
Con gli spostamenti di persone, oggi, il rischio di venire a contatto con malattie sconosciute o non più presenti nelle nostre aree (come la peste ed il vaiolo) non è cosa remota.
Un esempio può essere la febbre emorragica causata da Ebola.
E' un argomento della tesina con cui mi diplomai nel 1999. Ancora oggi, ringrazio il mio collega di classe che mi diede il materiale di studio sulla malattia da virus Ebola.
Questo virus (che prende il nome dal fiume africano presso cui si manifestò) venne scoperto in Zaire (ex-Congo) nel 1976.
Di questo virus a RNA (che è appartenente alla famiglia dei Filoviridae e che in origine colpiva le scimmie e poi diventò capace di infettare l'uomo) si conoscono quattro ceppi, l'Ebola Sudan, l'Ebola Zaire, l'Ebola Tai Forest e l'Ebola Reston.
I primi tre sono pericolosi per l'uomo.
Prevalentemente, il virus si trasmette per contatto con il fluidi corporei dei malati.
La malattia che causa si manifesta dopo un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 21 giorni ed inizia con mal di testa, debolezza, dolori muscolari, vomito, diarrea, faringite, congiuntivite e febbre.
Riproducendosi, il virus distrugge gli organi e crea sanguinamento e disidratazione.
Aree emorragiche si formano nelle sclere oculari e in vari punti.
La morte avviene dopo 5-10 giorni ma se si supera quel periodo la malattia ha buone possibilità di guarigione. Una volta guariti dalla malattia si è immuni.
Questo è un esempio di malattia dei giorni nostri.
Oltre tutte le cure possibili, servono le misure preventive. Non mi riferisco solo ai vaccini. Ad esempio, servono maggiori controlli, specie per ciò che riguarda i fenomeni di immigrazione, in particolare quella clandestina.
A volte, mi viene da ridere, quando sento parlare di "complotti" e di malattie create ad hoc e messe in giro per chissà quale scopo oscuro.
La storia dice che certe situazioni si possono verificare e penso che gli esempi fatti lo dimostrano.
Ci possono essere anche mutazioni accidentali di un virus che prima colpiva solo un determinato animale ma che da un certo punto è diventato pericoloso per l'uomo.
Del resto, la storia ce lo insegna.
Cordiali saluti.
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