Cari amici ed amiche.
Faccio mia la frase del ministro dell'Istruzione, onorevole Mariastella Gelmini, che disse che la Riforma dell'università approvata al Senato ha eliminato il Sessentotto.
Il ministro ha detto una cosa condivisibile.
Infatti, con il criterio della meritocrazia, la riforma scardina quell'idea di egualitarismo culturale che fu portato nel Sessantotto.
Questo pensiero fece molti danni.
Esso non tolse ogni idea di meritocrazia e puntò a premiare anche chi non aveva le capacità e né la volontà di studiare, in nome dell'"uguaglianza ad ogni costo", di tipica concezione comunista, elemento trainante dei movimenti sessantottini.
Infatti, il comunismo fu l'elemento trainante dei movimenti giovanili del Sessantotto.
Esso fu presente nella forma marxista-leninista, terzomondista (guevarista e maoista) e anarco-comunista e libertaria (marcusiana).
L'egualitarismo non è realmente praticabile ed è dannoso.
Infatti, ogni uomo è diverso dagli altri perché ha caratteristiche e proprie e propri punti di forza e di debolezza.
Esso predicava l'egualitarismo (di cui ho parlato prima) ed inculcava nelle teste dei giovani di allora l'idea che si potesse fare quello che si voleva sempre, "libertà senza se e senza ma".
Questo portò ad uno scadimento della cultura giovanile di allora e di quella dei giovani d'oggi.
Se l'egualitarismo tolse l'idea del merito (e quindi anche l'idea del risultato guadagnato con il lavoro alacre ed il sacrificio) l'idea del "fare sempre quello che si vuole" tolse ogni valore.
Oggi, noi ne vediamo gli effetti.
Un esempio è il bullismo nelle scuole.
Esso è figlio di quella cultura sessantottina. Molti dei genitori e degli insegnanti di oggi (che ebbero a che fare con quella cultura della "libertà senza se e senza ma") molto spesso si pongono verso i loro figli ed allievi come "amici" e quindi sono meno capaci di trasmettere loro determinati valori.
Inoltre, la crisi della famiglia (che è correlata al Sessantotto) ha aggravato il tutto.
Infatti, l'istituzione famiglia risulta indebolita e ha affidato il tutto alla scuola. Anche quest'ultima, però, ha perso forza e capacità di trasmettere determinati valori, per i motivi che ho detto prima,
Questo "meccanismo vizioso" ha levato ai giovani d'oggi la cultura del discernimento del Bene dal Male.
I giovani sono, quindi, lasciati in balia di loro stessi.
Il bullismo nelle scuole è certamente un prodotto di ciò.
Oggi viene visto come "fico" (mi si passi il termine) bruciare i capelli di un compagno di classe, picchiarlo o spaccare un banco di scuola.
Il bullismo è oggi una vera e propria piaga sociale.
Leggete gli articoli http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/10655/2008-09-04.html e http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18196/2009-10-20.html.
Anche i valori più elementari e fondamentali come l'amicizia sono venuti meno e ne parlai nell'articolo "Valori da salvare", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/valori-da-salvare.html.
Questo scadimento è figlio di quella cultura sessantottina.
Certamente, prima del Sessantotto, c'erano dei problemi.
I giovani di allora avevano bisogno di risposte da una società che non era in grado di darle.
Diciamo che il Sessantotto fu la risposta sbagliata ad un problema.
Fu la classica "cura peggiore del male".
Infatti, tutto venne subordinato ad una certa idea politica.
Ad esempio, nel Sessantotto si parlò di "Chiesa di base" , una Chiesa che si diceva pura e lontana dalla gerarchia che fu vista come un "centro di potere".
In realtà, molto spesso nella "Chiesa di base" si creò un pensiero identificò Gesù Cristo con Che Guevara.
Di certo, a mio modo di vedere, il paragone è molto infelice.
Che Guevara non aveva nulla di cristiano.
Mi sorprende vedere oggi i "pacifisti" che indossano le magliette con raffigurato Che Guevara.
Il rivoluzionario argentino-cubano non fu certamente un simbolo di pace.
Anche questo è un prodotto del Sessantotto, che portò confusione ed anche odio di classe.
Proprio così, ai giovani di oggi è stato inculcato l'odio verso chi, magari per meriti propri, è ricco.
Quest'ultimo, secondo questa mentalità, viene visto come uno che tolto il pane ai poveri.
Molto spesso mi vengono fatte delle domande del tipo "Come fai tu che sei disoccupato e figlio di un operaio a sostenere Berlusconi?" oppure mi vengono dette frasi come "Chiedi al "tuo" presidente di trovarti un lavoro, magari ad Antigua" oppure "Invece di sostenere Berlusconi, trovati un lavoro".
Molto spesso, sono dei miei coetanei a dirmi questo.
Io sostengo il centro destra ed il presidente Berlusconi proprio perché quel sistema, che quei "signori" che mi dicono queste cose, anche con l'insulto, difendono ardentemente, è la rovina di noi giovani di oggi.
Forse, quei "signori" che oggi mi attaccano in questo modo non sanno che i loro padri sacrificarono il nostro futuro per il loro.
Proprio nel Sessantotto avvenne tutto questo.
Se oggi, qui in Italia, c'è questo sistema che sta mostrando falle e che oggi porta la disoccupazione giovanile la colpa fu degli errori passati, anche del Sessantotto.
Ad esempio, proprio in quel periodo, non vennero fatte delle riforme adeguate, per essere stati accondiscendenti verso una certa ideologia.
Si preferì salvaguardare un sistema che delegò tutto allo Stato e all'istituzione pubblica e che fece assistenzialismo.
Non ci furono riforme che, ad esempio, avrebbero potuto creare un collegamento tra istruzione e mondo del lavoro.
Oggi ne paghiamo le conseguenze.
Il presidente Berlusconi vuole riparare questi guasti.
Le riforme della scuola e dell'università ne sono la dimostrazione.
A questi miei coetanei voglio dire che io preferisco mettere il salame nel pane e non sugli occhi.
Lo dico simpaticamente.
Certo, per ciò che mi riguarda, la speranza è quella di trovarmi un lavoro, anche vista la grande mole di domande da me fatte.
Però, non posso condividere certe osservazioni fatte sulla mia ideologia.
Termino, dicendo che ai giovani di oggi vanno dati dei modelli positivi.
Feci qualche esempio nell'articolo intitolato "Giovani dite no alla violenza!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/no-alla-violenza.html.
Oggi, più che mai, servono dei modelli positivi.
Ne va del futuro della nostra società.
Vi porgo i miei cordiali saluti ed i miei auguri di felice anno nuovo.
Carissimo Antonio, condivido pienamente quanto da te scritto, sono un ex-sessantottino e pertanto posso parlare per conoscenza diretta di ciò che abbiamo vissuto in quell'epoca e posso permettermi anche di andare oltre, di portare la questione su un piano escatologico, perchè le conseguenze di quello scontro le ho ancora impresse sulla mia pelle. Il sessantotto fu il salto di qualità del demonio per cancellare definitivamente nell'occidente quel poco di valori Cristiani che ancora sussistevano, dopo essere riuscito con il comunismo a cancellarli in quei paesi dove questo regime andò al potere.
RispondiEliminaAl grido di "libertà", furuno cancellati i due pilastri della società, intesa come insieme di persone che vivono in accordo e non solo come società Cristiana: la famiglia (divorzio) e la vita (aborto), questo era il vero obiettivo del demonio e cavalcando l'onda della protesta vennero approvate in Italia quelle due leggi.
Un caro saluto
Nicola Peirce
P.S.: se hai voglia dai un'occhiata al mio blog: www.nicolablog.splinder.com e se sei su FB, fammi avere la tua richiesta di amicizia come Nicola Peirce ci sono solo io in Italia.
Ciao
La sua testimonianza è importante perché riportata da una persona che visse quegli anni.
RispondiEliminaEssa avvalora quanto da me espresso.
Per questo, la ringrazio.
Purtroppo, nel '68 si diffuse l'idea di una "libertà" che, in realtà, libertà non era.
La vera libertà è sempre accompagnata dalla responsabilità.
Quella proposta dai vari movimenti hippy e beatnik non fu la libertà.
Una "libertà senza responsabilità" (quella che fu proposta nel '68) rende l'uomo prigioniero dei propri istinti.
Quindi, egli perde ogni valore.
Oggi, la vera vittoria è essere liberi e responsabili verso sé stessi e verso gli altri.
Solo così, l'uomo può mantenere la capacità di giudizio e di discernere il Bene dal Male ed un uomo che ha tale capacità e VERAMENTE LIBERO!
Questo ce lo insegnò anche Gesù, che lei definì sul suo blog con l'espressione "Fallito di successo".
Io penso che Gesù vinse quando morì e risorse ed oggi vince ancora di più perché quello che egli propose va contro l'attuale logica del mondo, logica che è figlia del '68.
Riuscire a portare i valori che egli espresse, al giorno d'oggi, è la vera vittoria.
I giovani di oggi hanno bisogna di modelli positivi.
Riguardo Facebook, mi sono preso una "vacanza".
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Cordiali saluti e buon 2011.