Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 31 dicembre 2010

RICAPITOLIAMO!


Cari amici ed amche.
Si sta per chiudere un anno molto complesso e se ne sta per aprire un altro.
E' stato un anno complesso per tutti e per molti aspetti.
E' stato l'anno della crisi economica, che certamente ha fatto danni e di cui noi tutti sappiamo.
Questa crisi (iniziata nel 2008) ha causato perdite di posti di lavoro ed un impoverimento generale.
Noi dovremo trarre una lezione da tutto ciò, per non commettere più certi errori e ripartire.
La parola d'ordine è "ripartire"!
Sarà dura ma credo che ci siano le energie per fare ciò.
Mi viene in mente quello che successe nel XIV secolo.
Ci furono una crisi gravissima ed una pestilenza che uccise più di mezza Europa.
Andarono in crisi l'Impero ed il Papato, i "due Soli" del Medio Evo.
Però, si ripartì e molte famiglie furono più ricche.
Ci fu il Rinascimento.
E' stato l'anno dello scandalo della pedofilia dei sacerdoti nella Chiesa cattolica.
Su questo tema, vorrei dire due cose.
In realtà, i preti pedofili sono una minoranza!
La maggioranza dei sacerdoti è rappresentatata da persone sante, devote e pie che tanto bene fanno alle comunità di cui sono pastori.
Inoltre, la maggioranza degli stupri e di episodi di pedofilia avvengono in famiglia.
Sono le statistiche a dire ciò.
E' evidente, che lo scandalo della pedofilia dei sacerdoti sia stato inflazionato da alcuni mass media e da alcune figure politiche, per riaccendere certi livori anticlericali.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha preso delle misure molto dure contro questo fenomeno.
E' stato anche l'anno macchiato di sangue per i nostri soldati in missione in Afghanistan.
Nel marzo di quest'anno morirono due soldati ed altri quattro ne caddero in ottobre.
Essi morirono da veri servitori dello Stato.
Purtroppo, è stato anche l'anno terribile per molti cristiani nel mondo.
Ad oggi, la religione cristiana è la più perseguitata.
Ultimi, in ordine di tempo, sono stati i sei cristiani uccisi in Nigeria durante la Messa di Natale.
Forse, prima di parlare male del Cristianesimo, qualcuno farebbe meglio a riflettere.
Riguardo lo sport, non si può non parlare dei successi dell'Inter in Campionato, in Coppa Italia, in Champions League, in Supercoppa italiana e nel Mondiale per Clubs.
Da tifoso del Milan, mi fa male doverlo dire ma devo ammettere che l'Inter ha meritato di vincere.
Inoltre, non si può non parlare del fallimento della nostra Nazionale ai Mondiali di calcio in Sudafrica.
Riguardo la politica, è stato l'anno della rottura tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini.
Nonostante il centro destra continuasse a vincere le tornate elettorali ed il Governo stesse operando bene, Fini iniziò a prendere le distanze del presidente Berlusconi e alla fine ruppe con il Popolo della Libertà e fondò un suo partito, Futuro e Libertà per l'Italia.
Tentò di fare cadere il Governo, con una mozione di sfiducia che fu votata il 14 dicembre scorso, ma non vi riuscì!
Alcuni suoi deputati (che tra l'altro furono eletti nel Popolo della Libertà) ebbero il senso di responsabilità di non fare cadere un Governo democraticamente eletto ed evitarono scenari preoccupanti come la speculazione finanziaria e la nascita di un Governo retto da una maggioranza diversa da quella eletta nel 2008.
Intanto, il Governo opera a pieno ritmo.
Ha fatto riforme importanti come il federalismo fiscale e la riforma dell'università che finalmente metterà al centro i principi di meritocrazia ed il giovane che avrà una maggiore voce riguardo la qualità dell'insegnamento.
Riguardo me, devo dire che è stato un complesso.
E' stato un anno complesso anche per me.
Di sicuro, anche l'anno verrà, salvo imprevisti, continuerò con le attività su questo blog e continuerò a scrivere su "Italia chiama Italia", http://www.italiachiamaitalia.net/.
Certo, se (come spero vivamente) dovessi trovarmi un lavoro, dovrò ridurre l'attività ma nei ritagli di tempo non esiterò a portare avanti la stessa.
Ho ancora tante cose di cui parlare ed aspiro a fare politica.
E' un mio sogno.
C'è chi vuole contribuire per il bene di tutti facendo il volontariato. C'è chi vuole dare lo stesso contributo facendosi sacerdote. C'è chi contribuisce al bene di tutti mettendo in campo le proprie risorse e costruendo un'impresa, quindi un'attività che dà lavoro.
Io voglio contribuire al bene di tutti facendo politica.
Certo, non voglio fare politica strillando a destra e a manca per avere un po' di visibilità.
Questa è una cosa che non mi piace! La faccia qualcun'altro!
Io voglio fare politica portando idee, progetti e valori.
A me piace il confronto, ovviamente civile, soprattutto con i giovani, che mi sembrano i più distanti dalla politica e quelli che da essa esigono risposte.
Voglio fare capire loro che la politica non è solo male e corruzione (cosa che qualcuno in cerca di visibilità vuole fare credere) ma che è anche valore e servizio verso la propria comunità.
Incominciai a fare realmente politica con il tema degli italiani nel mondo.
Potete leggere, su qualsiasi motore di ricerca, quello che scrissi, in particolare, sulla questione degli italiani di Tacuarembò, Uruguay.
Volli rendermi utile per il bene del prossimo.
Certo, politicamente, mi riconosco nel centro destra e, in particolare, nel Popolo della Libertà e in quell'ambito porterò le mie idee ed i miei valori che ad esso sono conformi.
Termino augurando a tutti un felice e prospero anno nuovo.
Cordiali saluti.

giovedì 30 dicembre 2010

MR. EBENEZER SCROOGE


Nenti! Sì...nenti ùn hà l'omu...puru si lu mondu si pigghiau...
si ùn tene Spiranza...com'unu ghjustu valuri...
di la vita...comu don Ebenezer certu nsignau...
cusì...da lu maestru Carlu cantatu...puru cù lu duluri!

Cusì fù 'n questu "Cantu di Natali"...ellu vecchiu...
chì pè lu travaddu et pè li sordi...fici sacrifiziu...
d'onne bona cosa...comu l'amichi et la famiglia...
ma una notti ellu canciau...cù unu veru suppliziu!


D'unu so' amicu...com'ellu venutu...vinni lu spiritu nto duluri!
Fici ellu annunziu di li Tre Spiriti di lu Natali...
et di quelli l'ultimu...cù la so' morti ci fici mparari...
una lizziuni...ché raggi fici ellu...comu mali...
et cusì solu a capisce ebbe...pè lu Novu Ghjornu fistiari...
ché cù la Spiranza a livari...nuddu abbia...chì Quellu hè...lu Natali!


Pò onne omu 'n soffre niuru fà lu so' destinu...
ma com'ellu a l'autri puru dà pò ruvina...
et questa storia chì sii maestra...di Santu Valuri...
ché 'n frunti a lu Zitellu...li sordi sò rina!


Buon anno!

mercoledì 29 dicembre 2010

POLITICA E RELIGIONE? NON C'E' RISPETTO!




Cari amici ed amiche.


Sono solidale con gli amici della Lega Nord, la cui sede che si trova in Gemonio (in Provincia di Varese) è stata colpita da un vile attentato.
E' una cosa molto grave che denota che la situazione rischia di sfuggire di mano.
Oramai, il clima è molto degenerato.
Non vi è più un rispetto né per le idee e né per le persone che le hanno.
Si vuole vedere l'avversario politico come un "nemico di abbattere", culturalmente e fisicamente.
E' una visione lontana da una politica civile e rispettosa, una politica realmente democratica.
Politica e religione sono oggi due argomenti che creano contrasto.
Perché questo?
Valgono i discorsi che feci il 26 dicembre scorso (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/valori-da-salvare.html) e l'altro ieri http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/il-sessantotto-ed-i-giovani-doggi.html) in cui provai ad analizzare la situazione contemporanea, parlando anche di quanto accadde nel Sessantotto.
Da tutto ciò che ho elencato, si creò una cultura individualista che volgarizzò ogni cosa ed ha incattivito la discussione su "temi sensibili" , come la religione e la politica.
E così, chi dimostra certe idee politiche, viene visto come una persona "sporca" , "malvagia", "serva del potere", "mafiosa" e chi più ne ha più ne metta e chi dimostra una certa visione religiosa che risulta sgradita ad una determinata corrente di pensiero viene visto come un "bigotto" , un "mezzo prete", "un affiliato di una potente associazione criminale" e quant'altro.
In quell'articolo, parlai della vicenda del giocatore di calcio Ricardo Kakà (che da tifoso del Milan ricordo sempre con un certo rimpianto) e della sua vicenda personale che merita rispetto.
Da cristiano, io ammiro quello che sta facendo Kakà, anche se io sono cattolico mentre il giocatore brasiliano del Real è protestante.
Lui mostra la sua fede e fa opere buone, in funzione di essa.
Non ha paura!
Eppure, egli è stato additato come membro di una "lobby cristiana".
Quando si incomincia a parlare di "lobbies" , il discorso si fa pericoloso.
Basti pensare a quanto accadde agli ebrei che nel '900 furono accusati di essere membri di una lobby che voleva fare una cospirazione contro gli Stati e poi la storia prese una brutta piega e ci fu crimine gravissimo in cui morirono più di 6.000.000 di persone, la Shoah.
Bisogna stare attenti a quello che si dice!
Eppure, oggi c'è chi fa la stessa cosa contro di noi cristiani.
Molto spesso mi tocca sentire dei discorsi gravemente offensivi verso la Chiesa ed i sacerdoti.
Da cattolico, devo sempre controbattere.
Ciò condiziona i rapporti umani.
Vi faccio degli esempi.
Se io avessi un amico ebreo e questi mi regalasse una raffigurazione con un simbolo della sua fede, ad esempio, una menorà, ed io incominciassi ad irridere ciò, non farei un danno all'amicizia?
Se io avessi un amico cristiano protestante e questi mi regalasse una raffigurazione di una Croce ugonotta ed io incominciassi ad irridere ciò, non farei un danno all'amicizia?
Se io avessi un amico cristiano anglicano e questi mi regalasse una copia del "Book of Common Prayer" ed io incominciassi ad irridere ciò, non farei un danno all'amicizia?
Se io avesso un amico ateo che da amico vuole parlare seriamente e confrontarsi civilmente con me ed io incominciassi ad insultarlo e a dargli del "senza Dio" o quant'altro, non farei un danno all'amicizia?
La risposta è sì! Farei un grave danno all'amicizia e, passatemi il termine, sarei anche un cretino!
La religione fa parte della realtà della persona.
E' la sua interiorità, la parte più profonda.
Se io avessi degli amici simili e se questi mi facessero questi regali o se volessero confrontarsi con me io mi sentirei onorato!
Come ho già detto, l'orientamento religioso fa parte della persona.
Non rispettare ciò significa non rispettare la persona stessa.
Purtroppo, a me capitò di vedere delle mie amicizie sfasciarsi per queste ragioni.
Parlo di una vicenda che già raccontai.
Anni fa, andai in Abruzzo (la terra d'origine di mio padre) e visitai il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata (Santo a cui la mia famiglia ed io siamo devoti).
Da lì inviai delle cartoline a parenti ed amici.
Uno di questi miei amici non gradì perché sulla cartolina era raffigurato San Gabriele.
Praticamente, lui e la sua famiglia ci risero sopra e dissero che "avevo mandato loro il santino".
La cosa mi spiacque.
La religiosità fa parte della persona umana. E' un suo aspetto basilare.
Lo stesso discorso vale per l'ideologia politica.
Anch'essa è un aspetto fondamentale della persona perché basata sul suo pensiero.
Ogni uomo ha diritto di portare avanti le sue idee, nel rispetto verso gli altri.
Se si manca di rispetto verso l'idea politica e verso la religione, anche i rapporti umani sono destinati a scadere ed una società in cui i rapporti umani vanno in crisi è una società che corre il rischio di imbarbarirsi e di finire in un percorso che porta ad un declino irreversibile.
Cordiali saluti e buon 2011.




I PARTITI? SONO ISTITUZIONI IMPORTANTI!


Cari amici ed amiche.
Questo articolo mi è stato inviato dal Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantova (ACM).
Io penso che questo articolo ignori un punto della questione molto importante, il ruolo dei partiti.
Oggi si tende a vedere il partito come una "mafia", un'"associazione a delinquere" e quant'altro.
Io penso che una visione simile non sia condivisibile e che sia anche pericolosa.
Le associazioni a delinquere sono solo male mentre nei partiti vi sono cose negative ma ve ne sono altre positive.
Inoltre, va detta anche un'altra cosa importante.
I partiti sono delle vere e proprie istituzioni storiche che rappresentano il mezzo con cui il popolo possa esprimersi.
Essi sono i cardini della sana democrazia rappresentativa e sono isituzioni storiche.
Pensiamo alla Roma repubblicana, in cui si formarono il movimento aristocratico di Lucio Cornelio Silla e quello popolare di Gaio Mario.
Il partito secondo la definizione corrente nacque durante la Rivoluzione inglese del XVII secolo.
E' inutile dire che se fossi nato nell'Inghilterra di quell'epoca sarei stato con il re Carlo I Stuart.
Lì si posero le basi della nascita dei partiti moderni.
Infatti, nacquero i Whigs che erano progressisti, legati al mondo presibiteriano e ai ceti mercantili e i Tories che erano conservatori, legati alla monarchia e alla Chiesa d'Inghilterra ed erano inclini a simpatizzare con i cattolici.
Quindi, i partiti divennero dei veicoli delle idee di società.
Quindi, non è giusto attaccarli a priori o porsi contro di essi!
Certo, perché un partito funzioni bene il cittadino deve partecipare nella sua vita!
Deve essere il cittadino ad entrare in esso.
Se il cittadino si allontana dal partito, esso perde ogni contatto con la società e non è più capace di portare idee e così si crea una politica lontana dagli interessi del Paese.
Quindi, il cittadino deve aiutare il partito a svolgere il suo ruolo e non allontanarsi da esso.
Chi oggi si pone contro i partiti non fa un buon servizio al Paese, per due ragioni.
La prima è quella che ho citato. Un partito lontano dai cittadini si stacca dalla sua realtà, degenera e fa le cose non positive che ho citato.
La seconda ragione è ancora più importante.
A coloro che oggi si pongono contro i partiti vorrei fare una domanda.
Se non ci fossero più i partiti, cosa potrebbe sostituirli?
La risposta potrebbe essere molto semplice.
Ci sarebbe il caos.
Se non ci fossero più i partiti la politica democratica sarebbe di fatto scardinata.
Non ci sarebbero più i soggetti politici con cui i cittadini possano interloquire e, di fatto, ci sarebbe l'anarchia.
Quest'ultima potrebbe portare poi a regimi retti da oligarchie o, addirittura, dall'esercito.
E' chiaro che salterebbe la democrazia!
Per questo, dico che il cittadino deve stare con il partito e deve fare in modo che esso funzioni bene, partecipando nella sua vita.
Solo così si può reggere la democrazia.
Questo, comunque, non esclude la possibilità di portare innovazioni che possano avvicinare il comune cittadino al sistema politico.
Il Popolo della Libertà, ad esempio, dà largo spazio al cittadino.
Anche il nome del partito è stato scelto dal basso. Inoltre, il PdL si formò dal basso, con una fusione degli elettorati di Forza Italia, Alleanza Nazionale ed altre forze, ancor prima che si unissero gli apparati dei partiti.
Un altro esempio di partito che dà spazio ai cittadini è la Lega Nord, un partito che si formò con una stretta interlocuzione con i cittadini e con una interazione molto forte tra base e vertici.
Queste sono belle realtà.
Cordiali saluti e, di nuovo, buon 2011.

martedì 28 dicembre 2010

BOOM DEI SOCIAL-NETWORK? PAURA DI SOCIALIZZARE!


Cari amici ed amiche.
Dalla riflessione fatta il 26 dicembre scorso (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/valori-da-salvare.html) possiamo desumere una cosa, riguardo il crescente uso dei social-network.
Possiamo desumere che si ha paura di socializzare dal vivo!
Non sono qui per criminalizzare nessuno (e nemmeno i social-network) ma noto sempre di più che si ha paura di fare amicizia e di instaurare i rapporti umani.
Sarei un ipocrita se dicessi che non ho un profilo sui social-network. Ne ho uno su Facebook, uno sulla Libero Community ed uno sul social-network dell'Associazione Giovani Italiani nel Mondo-Argentina.
Più che altro, li uso per fare la mia attività politica e culturale, cosa in cui mi voglio cimentare.
Molto probabilmente, per non dire sicuramente, se nel 2009 non ci fossero state le elezioni comunali nel mio Comune, non mi sarei mai iscritto a Facebook, che è il social-network che uso di più.
Avevo l'esigenza di "fare rete" con altri soggetti dell'area politica di mio riferimento e di fare conoscere la lista che correva alle elezioni comunali. Inoltre, mi ero interessato anche della questione degli italiani nel mondo, parlando della vicenda degli italiani di Tacuarembò, Uruguay.
Riguardo questo tema, potete andare su qualsiasi motore di ricerca.
Inoltre, volevo fare conoscere anche le mie poesie.
Però, vedo tanta gente che nei social-network cerca degli amici, nel senso stretto del termine.
Molto spesso, si fa amicizia sui social-network con persone che abitano nello stesso paese, inteso come villaggio.
Sembra quasi che si abbia paura anche a dirsi "ciao" dal vivo.
L'ho notato anch'io. Nella mia "lista amici" di Facebook ci sono persone che abitano nella mia stessa zona ma che abbiano paura paura a rivolgermi la parola dal vivo.
Da un lato la cosa mi fa ridere.
E' una realtà triste!
Io non mangio le persone.
Eppure, capita anche questo.
Di casi del genere ne ho sentiti tanti.
Aveva detto bene un ragazzo che è in contatto con me su Facebook che aveva commentato il succitato articolo messo sul social-network.
Davanti al computer si è leoni ma nella realtà si ha paura.
Perché questo?
Proviamo ad analizzare il problema.
In certi casi, "l'offerta locale" , ossia le persone che abitano in zona, possa non dare quella garanzia di amicizia.
Spesso e volentieri ci sono invidie e malelingue.
Allora, una persona può cercare delle buone amicizie altrove.
In altri casi, è la persona stessa che ha paura di socializzare.
Il social-network diventa quindi il modo per fare amicizia.
Il problema sta nel fatto che l'amicizia virtuale debba tradursi in un rapporto reale.
Se questo non succede, è chiaro tale rapporto rischia di restare fittizio ed inutile e che la persona con cui si interloquisce possa non corrispondere alla realtà.
Qui c'è il pericolo a cui sono particolarmente esposti i minorenni.
Mi voglio rivolgere ai genitori dicendo loro di stare attenti a quello che fanno i loro figli quando sono in rete.
Dietro nomi innocenti si possono nascondere degli orchi!
Comunque, c'è una vera e propria paura di fare amicizia e ci si rifugia nei social-network.
Questo è dannoso perché la persona non sarà mai socialmente matura.
Non sarà mai capace di stare in società.
Questo è davvero triste!
I rapporti umani sono delle scommesse!
Se vanno bene è tutto ok e se vanno male si provi con altre persone.
Io, ad esempio, con certe persone della mia zona non parlo ma ne ho trovate altre in altre zone, con cui ho un buonissimo rapporto.
Sono persone fatte di carne, di sangue e di ossa e non presentate in chat.
Se dovessero bannarmi da Facebook o dagli altri social-network a cui sono iscritto non mi metterei a piangere.
Quindi, il social-network va bene per iniziare un rapporto umano ma questo, poi, deve prescindere dall'informatica.
Solo così può essere autentico.
Cordiali saluti e, di nuovo, buon 2011.

lunedì 27 dicembre 2010

IL SESSANTOTTO ED I GIOVANI D'OGGI


Cari amici ed amiche.
Faccio mia la frase del ministro dell'Istruzione, onorevole Mariastella Gelmini, che disse che la Riforma dell'università approvata al Senato ha eliminato il Sessentotto.
Il ministro ha detto una cosa condivisibile.
Infatti, con il criterio della meritocrazia, la riforma scardina quell'idea di egualitarismo culturale che fu portato nel Sessantotto.
Questo pensiero fece molti danni.
Esso non tolse ogni idea di meritocrazia e puntò a premiare anche chi non aveva le capacità e né la volontà di studiare, in nome dell'"uguaglianza ad ogni costo", di tipica concezione comunista, elemento trainante dei movimenti sessantottini.
Infatti, il comunismo fu l'elemento trainante dei movimenti giovanili del Sessantotto.
Esso fu presente nella forma marxista-leninista, terzomondista (guevarista e maoista) e anarco-comunista e libertaria (marcusiana).
L'egualitarismo non è realmente praticabile ed è dannoso.
Infatti, ogni uomo è diverso dagli altri perché ha caratteristiche e proprie e propri punti di forza e di debolezza.
Esso predicava l'egualitarismo (di cui ho parlato prima) ed inculcava nelle teste dei giovani di allora l'idea che si potesse fare quello che si voleva sempre, "libertà senza se e senza ma".
Questo portò ad uno scadimento della cultura giovanile di allora e di quella dei giovani d'oggi.
Se l'egualitarismo tolse l'idea del merito (e quindi anche l'idea del risultato guadagnato con il lavoro alacre ed il sacrificio) l'idea del "fare sempre quello che si vuole" tolse ogni valore.
Oggi, noi ne vediamo gli effetti.
Un esempio è il bullismo nelle scuole.
Esso è figlio di quella cultura sessantottina. Molti dei genitori e degli insegnanti di oggi (che ebbero a che fare con quella cultura della "libertà senza se e senza ma") molto spesso si pongono verso i loro figli ed allievi come "amici" e quindi sono meno capaci di trasmettere loro determinati valori.
Inoltre, la crisi della famiglia (che è correlata al Sessantotto) ha aggravato il tutto.
Infatti, l'istituzione famiglia risulta indebolita e ha affidato il tutto alla scuola. Anche quest'ultima, però, ha perso forza e capacità di trasmettere determinati valori, per i motivi che ho detto prima,
Questo "meccanismo vizioso" ha levato ai giovani d'oggi la cultura del discernimento del Bene dal Male.
I giovani sono, quindi, lasciati in balia di loro stessi.
Il bullismo nelle scuole è certamente un prodotto di ciò.
Oggi viene visto come "fico" (mi si passi il termine) bruciare i capelli di un compagno di classe, picchiarlo o spaccare un banco di scuola.
Il bullismo è oggi una vera e propria piaga sociale.
Anche i valori più elementari e fondamentali come l'amicizia sono venuti meno e ne parlai nell'articolo "Valori da salvare", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/valori-da-salvare.html.
Questo scadimento è figlio di quella cultura sessantottina.
Certamente, prima del Sessantotto, c'erano dei problemi.
I giovani di allora avevano bisogno di risposte da una società che non era in grado di darle.
Diciamo che il Sessantotto fu la risposta sbagliata ad un problema.
Fu la classica "cura peggiore del male".
Infatti, tutto venne subordinato ad una certa idea politica.
Ad esempio, nel Sessantotto si parlò di "Chiesa di base" , una Chiesa che si diceva pura e lontana dalla gerarchia che fu vista come un "centro di potere".
In realtà, molto spesso nella "Chiesa di base" si creò un pensiero identificò Gesù Cristo con Che Guevara.
Di certo, a mio modo di vedere, il paragone è molto infelice.
Che Guevara non aveva nulla di cristiano.
Mi sorprende vedere oggi i "pacifisti" che indossano le magliette con raffigurato Che Guevara.
Il rivoluzionario argentino-cubano non fu certamente un simbolo di pace.
Anche questo è un prodotto del Sessantotto, che portò confusione ed anche odio di classe.
Proprio così, ai giovani di oggi è stato inculcato l'odio verso chi, magari per meriti propri, è ricco.
Quest'ultimo, secondo questa mentalità, viene visto come uno che tolto il pane ai poveri.
Molto spesso mi vengono fatte delle domande del tipo "Come fai tu che sei disoccupato e figlio di un operaio a sostenere Berlusconi?" oppure mi vengono dette frasi come "Chiedi al "tuo" presidente di trovarti un lavoro, magari ad Antigua" oppure "Invece di sostenere Berlusconi, trovati un lavoro".
Molto spesso, sono dei miei coetanei a dirmi questo.
Io sostengo il centro destra ed il presidente Berlusconi proprio perché quel sistema, che quei "signori" che mi dicono queste cose, anche con l'insulto, difendono ardentemente, è la rovina di noi giovani di oggi.
Forse, quei "signori" che oggi mi attaccano in questo modo non sanno che i loro padri sacrificarono il nostro futuro per il loro.
Proprio nel Sessantotto avvenne tutto questo.
Se oggi, qui in Italia, c'è questo sistema che sta mostrando falle e che oggi porta la disoccupazione giovanile la colpa fu degli errori passati, anche del Sessantotto.
Ad esempio, proprio in quel periodo, non vennero fatte delle riforme adeguate, per essere stati accondiscendenti verso una certa ideologia.
Si preferì salvaguardare un sistema che delegò tutto allo Stato e all'istituzione pubblica e che fece assistenzialismo.
Non ci furono riforme che, ad esempio, avrebbero potuto creare un collegamento tra istruzione e mondo del lavoro.
Oggi ne paghiamo le conseguenze.
Il presidente Berlusconi vuole riparare questi guasti.
Le riforme della scuola e dell'università ne sono la dimostrazione.
A questi miei coetanei voglio dire che io preferisco mettere il salame nel pane e non sugli occhi.
Lo dico simpaticamente.
Certo, per ciò che mi riguarda, la speranza è quella di trovarmi un lavoro, anche vista la grande mole di domande da me fatte.
Però, non posso condividere certe osservazioni fatte sulla mia ideologia.
Termino, dicendo che ai giovani di oggi vanno dati dei modelli positivi.
Feci qualche esempio nell'articolo intitolato "Giovani dite no alla violenza!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/no-alla-violenza.html.
Oggi, più che mai, servono dei modelli positivi.
Ne va del futuro della nostra società.
Vi porgo i miei cordiali saluti ed i miei auguri di felice anno nuovo.

domenica 26 dicembre 2010

VALORI DA SALVARE

Cari amici ed amiche.

Prima di tutto, vi auguro buon Natale.
Prendo spunto dalle parole dette dal Santo Padre Benedetto XVI, durante la benedizione "Urbi et Orbi" di Natale.
Egli ha ricordato la vicenda dei cristiani che sono perseguitati. Pensiamo ai sei cristiani uccisi in Nigeria o alla bomba messa in una chiesa nelle Filippine.
Pensiamo ai cristiani perseguitati in Medio Oriente o nela resto dell'Asia.
Noi, qui in Occidente, siamo fortunati ma molto spesso disprezziamo questa fortuna o siamo indifferenti ad essa!
Infatti, tra noi, c'è chi vorrebbe togliere il Natale "per non offendere chi non è cristiano e in nome della laicità" oppure riduciamo questa festa ad una consuetudine in cui si fanno delle cerimonie in pompa magna, si fanno regali costosi e molto spesso si toglie ogni riferimento alle origini del Natale per come lo conosciamo.
Mentre noi facciamo questo, in altre parti del mondo festeggiare il Natale può diventare un problema.
Con quello che voglio dire non voglio condannare il mercato in quanto tale.
Esso è lavoro e dà da mangiare a molte persone.
Il problema è che noi dobbiamo recuperare il senso del Natale, ossia la speranza, il valore della famiglia, quello della vita e quello dell'amicizia.
Dobbiamo ricordarci che in una notte di 2016 anni fa, in una città chiamata Betlemme, nacque un bambino molto speciale che salvò l'umanità e che difese questi valori.
Se non ci ricordiamo di questo, che senso avrebbe festeggiare il Natale?
Giusto oggi, sono andato a Messa presso la Casa di Riposo "Antonio Nuvolari" di Roncoferraro, Mantova.
Non è stata una cerimonia pomposa ma è stata molto sentita. Mi è piaciuta.
Quando le cose vengono fatte con il cuore sono sempre belle perché sincere e fatte con quello che di meglio c'è in noi stessi.
Questo dobbiamo ricordarcelo, come dobbiamo ricordarci di non lasciare mai soli coloro che di noi hanno un maggiore bisogno.
Tra l'altro, prendo spunto dalle parole del sacerdote che ha officiato la Messa.
Oggi, 26 dicembre, è il giorno di Santo Stefano Protomartire e festa della Sacra Famiglia.
Nel Vangelo che viene letto oggi, si ricorda la fuga in Egitto di Gesù, San Giuseppe e Maria che erano braccati dagli uomini di re Erode che voleva fare uccidere Gesù.
Quella famiglia si trovò in difficoltà ma rimase unita.
E' da prendere come esempio, per i giorni nostri.
Oggi, troppo spesso, ci si sposa e alla prima difficoltà, magari non insormontabile, si arriva alla separazione e al divorzio.
Giuseppe, Maria e Gesù ebbero difficoltà peggiori ma non fecero quello che oggi fanno certe coppie.
Il valore della famiglia va salvaguardato, come va difeso quello della vita.
Troppo spesso, c'è chi, ad esempio, considera il malato terminale come un peso per la società.
E così, sotto i termini come "morte dignitosa", "eutanasia" o "pietà per il malato" , si cela la volontà di togliere quel "peso".
In realtà, un malato terminale non è un peso ma è un uomo e, come tale, ha il diritto di vivere e di nutrirsi.
Ciò è un diritto naturale e non solo religioso.
Oggi, c'è un eccessivo soggettivismo che porta l'uomo ad una visione egocentrica (ed egoistica) della vita.
Valori come la famiglia e la vita sono così messi in discussione, come il valore dell'amicizia.
Anche quest'ultimo valore è messo in discussione.
Il fatto che ci sia il boom di iscrizioni ai social-network (come Twitter, Facebook, Libero Community ed altri) è sintomatico.
Oggi, si ha paura di fare amicizia.
Intendiamoci, non intendo criminalizzare i social network in quanto tali.
Sarei un ipocrita se facessi il contrario.
Anch'io ho profili sui social-network, come Facebook o Libero Community.
Prevalentemente, io li uso per fare networking, specie di natura politica, avendo la volontà di fare politica!
Inoltre, il social-network può essere utile per iniziare un rapporto di amicizia, che però deve essere tradotto in fatti.
Però, molti usano il social-network per fare amicizia e socializzare.
L'amicizia, però, non è uno scambio di e-mail o una chat.
L'amicizia è condivisione di esperienze e di valori!
Fare amicizia vuole dire condividere esperienze.
Molto spesso, faccio fatica a considerare come "amici" i vari interlocutori con cui sono in contatto nei social-network.
Intendiamoci, non ho nulla contro di loro.
Non penso che loro siano "brutti, sporchi e cattivi" e che gli amici "veri", quelli che ho conosciuto dal vivo e con cui ho condiviso esperienze vere, siano tutti "santi, puliti ed immacolati".
Ogni persona, ovviamente, me compreso, ha in sé cose buone e cose cattive.
Anzi, io penso che tra coloro che conosco sui social-network ci siano tante brave persone.
Però, l'amicizia è un valore frutto della condivisione di esperienze.
L'amico (o l'amica) accetta la persona con i suoi pregi ed i suoi difetti perché con ella condivide esperienze, nel bene e nel male.
Chi può accettare una persona, se non colui (o colei) che ne conosce pregi e difetti?
E' logico che quando non c'è una reale condivisione di esperienze, il rapporto di amicizia è solo fittizio.
Vorrei terminare, parlando il politica.
Il Papa ha detto che i politici italiani devono pensare al bene di tutti!
Ha ragione!
Non è fare l'interesse della gente volere fare cadere un Governo, per difendere un interesse di partito.
Non è fare l'interesse della gente continuare ad aizzare la gente, insultando un Governo democraticamente eletto, con beceri epiteti contro il presidente del Consiglio come "stupratore della democrazia", "mafioso" , "fascista", "piduista" e quant'altro.
Questa è solo irresponsabilità.
Cordiali saluti e, di nuovo, auguri di buon Natale.

giovedì 23 dicembre 2010

ITALO-BRITANNICI


Cari amici ed amiche.
Parlando del blog "ProntoFrancesca", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/auguri-al-blog-prontofrancesca.html, ho citato anche Londra.
Proprio il Regno Unito è uno degli Stati che ospita un'importante comunità italiana.
Già ai tempi dell'Impero Romano, in Britannia si trapiantarono genti provenienti dall'Italia.
Dalla conquista da parte dell'imperatore Claudio, che avvenne nel 43 AD, e dalla sconfitta del condottiero celtico Carataco, molti Romani si trasferirono in Britannia e nacquero città come Londinium, Eboracum, Durovernum, Verulamium, Camulodunum, Prestune, Mamucium, Aquae Sulis, Glevum ed altre.
Oggi, queste città sono Londra, York, Canterbury, Saint Albans, Colchester, Preston, Manchester, Bath e Gloucester.
Tutte le città i cui nomi finiscono in "-chester" hanno origini romane, poiché derivano da "castrum", ossia la denominazione data al campo militare romano.
Ne ho parlato anche nell'articolo intitolato "Storia della lingua inglese", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/storia-della-lingua-inglese.html.
Nel 407 AD, le legioni romane abbandonarono la Britannia e le popolazioni civili dovettero badare a loro stesse.
Qui ci fu la vicenda del semi-leggendario capo romano-britannico Ambrosio Aureliano, una figura che, nei racconti del ciclo bretone, potrebbe essere il leggendario Re Artù.
Quindi, il famoso Re Artù potrebbe essere esistito realmente ed avere avuto origini italiane.
Nell'attuale popolazione inglese vi sono discendenti dei Romani.
Con l'arrivo degli Angli, degli Juti e dei Sassoni le popolazioni romano-britanniche furono assoggettate.
Altre emigrazioni dall'Italia avvennero con l'evangelizzazione degli Anglosassoni.
Basti pensare all'arrivo da Roma del monaco benedettino Sant'Agostino nel 597 AD che divenne il primo arcivescovo di Canterbury.
Altri ecclesiastici italiani vennero in Britannia.
Pensiamo a Lanfranco di Pavia (1005-1089) e ad Anselmo di Aosta (1033/1034-1109) che divennero arcivescovi di Canterbury.
Tra Italia ed il Inghilterra ci furono grandi contatti anche nel Rinascimento.
Basti pensare a re Enrico VIII (1491-1547) che amava i vini toscani.
Anche in quel periodo ci furono italiani che andarono in Inghilterra.
Pensiamo ai navigatori Giovanni Caboto (1450-1498) e suo figlio a Sebastiano (1484-1557) che navigarono per conto dei re Enrico VII ed Enrico VIII.
Anche nei periodi successivi, ci furono nostri connazionali in Inghilterra, pensiamo a John Florio (1523-1625, di cui parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-allestero-la-migliore-immagine.html) che era detto "an Englishman in Italian" o a Pier Martire Vermigli (1499-1562) che stette in Inghilterra dal 1547 al 1553 e che contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer.
Numerosi protestanti italiani trovarono riparo in Inghilterra.
Inoltre, qui vi è anche un mistero.
Pare, infatti, che William Shakespeare fosse stato di origini italiane.
Ne parlai nell'articolo intitolato "L'enigma di Shakespeare", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/lenigma-di-shakespeare.html.
In Scozia, ci fu Davide Rizzio (o Riccio, 1533-1566) che fu cortigiano durante il regno della regina Maria Stuart e che si trovò in mezzo alla scia di sangue di quel periodo turbolento.
Anche lui cadde vittima di ciò.
Anche re Carlo I Stuart (1600-1649) ebbe a che fare con l'Italia.
Sua moglie, la regina Enrichetta Maria di Borbone, era discendente della regina di Francia Maria De Medici.
Tra l'altro, ci fu anche una regina italia, Maria Beatrice Eleonora d'Este (1658-1718) che fu la moglie di re Giacomo II Stuart (1633-1701).
Il vero flusso di italiani avvenne, però, a partire dal 1830.
Si formarono nuclei di comunità italiane in città come Londra, Peterborough, Cardiff, Leeds, Manchester, Glasgow, Edimburgo, Bedford ed altre.
Con esse, vennero pure i preti cattolici.
Quindi, si formarono anche delle parrocchie italiane.
Nel 1864 venne fondata a Clerkenwell la chiesa cattolica italiana di San Pietro.
Anche Giuseppe Mazzini (1805-1872) stette per un certo periodo a Londra, ove fondò una scuola di lingua italiana.
Tra i più famosi italo-britannici, non posso non citare il Primo Ministro Benjamin Disraeli (che citai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-nel-mondo-sofferenza-ed.html), il pittore e poeta Dante Gabriele Rossetti (1828-1882), sua sorella, la poetessa e scrittrice Christina Georgina (1830-1894) e Lord Charles Forte (1908-2007).
Sorsero ristoranti ed attività commerciali gestiti da italiani.
Durante l'epoca fascista, gli italo-britannici vennero visti con sospetto ed internati in capi di prigionia.
Dopo la fine della II Guerra Mondiale la situazione si ammorbidì.
Oggi, la comunità italo-britannica conta circa mezzo milione di persone.
Tra questi, citiamo l'ex pugile gallese (ma di origine sarda) Joe Calzaghe, l'attrice Claire Forlani, il calciatore della Roma e della Nazionale italiana Simone Perrotta ed il cantautore italo-scozzese (classe '87) Paolo Nutini.
Leggete anche il sito http://www.italianialondra.com/, che metterò anche nella voce "Link preferiti" di questo blog.
Termino questo articolo con una mia poesia e con i miei più sentiti auguri di un Santo Natale sereno e di un felice anno nuovo.
SPEECH OF KING AELFRED SE GREATA
"Brittania Oceani insula, cui quondam Albion nomen fuit,
inter septentrionem et occidentem locata est,
Germaniae, Galliae, Hispaniae, maximis Europae partibus,
multo interuallo aduersa."
Certu...o populu! Una razia grande cusì ci fici lu Signuri...
si quest'insula ci desi...di tuttu lu mondu faru et luci...
cusì ntra lu caudu di induve cala lu Suli...et lu friddu di lu Nordu...
et lu ghjacciu...chì a sciogghiri avemu ancu cù la Cruci!
Nuautri...una Nova Roma cusì fà pudemu...
Londinium, Lunden, London...la cità di tutti li ciumi...
ché di quella figghia di Santu Petru...figghi semu...
cù la Palora di Diu chì purtau San Paulu...lu Gran Lumi!
Questu...eiu, Aelfred...di li Sette Regni rè, vi dicu...
chì comu 'n palori...di la fortia chì ci tene a la Terra...
et di l'Universu...comu di la variola la cura...cusì 'n scienza...
pè Razia di Diu dà pudaremu a tutti l'omini...comu vinciri onne guerra!
Cordiali saluti e, di nuovo, auguri.

mercoledì 22 dicembre 2010

DICIAMOLO!

Cari amici ed amiche.

Spero che il ministro della Difesa, onorevole Ignazio La Russa, non se la prenda male, se "prendo in prestito" la sua tipica frase ma...DICIAMOLO!
Ma è possibile che, quando si vuole fare una riforma che tocca la scuola e l'università, vi siano sempre delle contestazioni, anche violente?
Questa riforma approntata dal Ministro del'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini, sarà utile.
Infatti, essa punta a premiare il merito e mette al centro il giovane, facendo sì che sia egli stesso a valutare la qualità dell'istituto in cui si forma.
Inoltre, questa Riforma taglierà certe situazioni discutibili!
Non è possibile, ad esempio, che siano state fatte 327 facoltà universitarie che hanno meno di 15 iscitti!
Sono soldi sprecati!
Quindi, essa è un'ottima riforma!
Questo accanimento contro la riforma è, in realtà, solo politico!
Molti di quelli che manifestano non sanno nemmeno il motivo per cui manifestano!
E' evidente che questi giovani siano strumentalizzati da chi vuole mantenere lo status quo.
Inoltre, chi promuove le manifestazioni lo fa per manifestare contro il Governo di centro destra e non solo contro la Riforma.
E' evidente che queste manifestazioni abbiano un carattere politico ed ideologico.
Inoltre, riguardo la violenza, io ritengo che siano dannosi i comportamenti di certi politici.
Ad esempio, è gravemente dannoso il comportamento di chi continua a parlare di "Governo piduista, fascista e razzista", e di un "Premier stupratore della democrazia".
Chi usa espressioni simili non fa un buon servizio alla democrazia!
E' un comportamento molto pericoloso perché crea tensioni ed un clima di baruffa che è controproducente. In un momento non facile è meglio non creare tensioni.
Inoltre, questo atteggiamento è anche irrispettoso verso coloro che hanno votato questo Governo che sono la maggioranza degli italiani.
In democrazia, è la maggioranza a decidere.
Certi comportamenti nel mondo vanno isolati.
Cordiali saluti.



ATTENTI AI FUOCHI D'ARTIFICIO!


Cari amici ed amiche.
E' sempre un piacere vedere i fuochi d'artificio.
Essi si fanno con una polvere nera, la polvere pirica, una miscela di carbone, nitrato di potassio (detto salnitro, KNO3) e zolfo.
L'origine della polvere pirica è cinese. Essa fu fatta in Cina nel Medioevo (Anno 1000) e fu portata in Europa dagli Arabi prima e dai Mongoli poi, nel 1241.
La polvere pirica fu usata per fare armi e strumenti di morte (pensiamo agli archibugi e alle "bombarde" o alle invenzioni progettate da Leonardo Da Vinci) ma anche giochi spettacolari.
Questi giochi pirotecnici sono i fuochi d'artificio.
Da allora ad oggi, i fuochi d'artificio si sono evoluti.
Ad esempio, tra i vari reagenti che sono stati aggiunti ad essi, vi sono il perclorato di sodio (sale dell'acido perclorico, con cloro eptavalente, che è usato come propellente), i sali di stronzio (sali di un metallo alcalino-terroso che sono usati per ottenere il colore rosso), il cloruro di rame II (sale costituto da cloro e rame bivalente che è usato per ottenere il colore verde) ed altri.
Con i loro colori ed i loro rumori vivaci, i fuochi d'artificio sono usati per giochi spettacolari nelle feste.
Proprio ora, che si avvicina il Capodanno, verranno usati molti petardi.
Per l'amor di Dio, state attenti!
I fuochi d'artificio sono belli da vedere ma vanno maneggiati con cautela!
Inoltre, prendete solo petardi legali!
Infatti, vi sono anche dei petardi illegali (e spesso fatti artigianalmente) che non danno nessuna garanzia di sicurezza.
Molte persone si sono rovinate, perdendo dita, mani o occhi, maneggiando i fuochi d'artificio in modo incauto o usando i botti illegali!
Vi sono stati casi di persone uccise dai botti!
Pertanto, state attenti!
Il Capodanno deve essere un motivo di festa e non una carneficina!
Cordiali saluti.

martedì 21 dicembre 2010

RAPPORTO STATO-CHIESA? LA STORIA NON E' QUELLA RACCONTATA!





Cari amici ed amiche.


Molto spesso, converso sul rapporto tra Stato e religione.
In una conversazione con un mio cugino io ho detto che la Chiesa non instaurò mai una teocrazia e che il suo rapporto con gli Stati fu più complesso ed articolato di quanto si possa immaginare.
Ciò è vero. La storia non è quella raccontata da certi libri che parlano di "teocrazie".
Nel 313 AD, con l'Editto di Milano voluto dall'imperatore romano Costantino I, la Chiesa non fu più perseguitata.
Acquistò quindi un forte potere politico ma lo Stato concorse in ciò.
Con la caduta dell'Impero d'Occidente (476 AD), la Chiesa divenne il punto di riferimento delle popolazioni sopraffatte dai Barbari.
Mentre in Occidente vi era questo, in Oriente l'imperatore aveva potere anche sulla Chiesa.
Egli, infatti, presenziava e presiedeva i concili, prendeva testa alle processioni ed aveva un largo potere decisionale in materia religiosa.
Il Papa non poteva tollerare ciò.
L'imperatore Giustiniano I (482-565) tentò di arrivare ad una mediazione con lui ma non vi riuscì.
Anzi, lui diede l'inizio a un fenomeno chiamato "cesaropapismo", ossia all'ingerenza dei sovrani secolari nella materia religiosa.
Questa ingerenza si fece forte sotto l'imperatore Leone III Isaurico (675-741), quando emanò il decreto dell'iconoclastia, ossia il divieto di prestare culto alle immagini sacre.
Questo decreto venne poi ritirato ma tra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente si allontanarono sempre di più ed arrivarono allo scisma del 1054 AD.
In Occidente, fu la Chiesa a diventare un punto di riferimento vero.
Grazie all'opera di evangelizzazione dei popoli barbari, la Chiesa poté ridisegnare il volto dell'Europa e ciò culminò con l'incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell'800.
Quindi, la Chiesa fece una grande opera di ricostruzione dell'Europa.
Questo, però, la mise anche in una posizione difficile.
Dal X secolo, infatti, tra Papato ed Impero ci furono dei rapporti difficili.
Furono dei rapporti molto complessi.
Infatti, da una parte, il Papa aveva bisogno dell'imperatore, per portare avanti il suo magistero e difendersi.
Dall'altra, l'imperatore non poteva prescindere dal Papa, per mantenere il potere e se veniva scomunicato perdeva il proprio potere.
Particolarmente duro fu lo scontro dovuto alle investiture dei vescovi, la "Lotta par le investiture".
Questo scontro fu causato dal fatto che vennero creati i "vescovi-conti", ossia degli amministratori ecclesiastici che, in quanto più colti e fedeli di quelli laici, erano usati dagli imperatori per amministrare le terre imperiali.
Questi vescovi dovevano giurare fedeltà all'imperatore, secondo il diritto feudale.
D'altro canto, gli vescovi dovevano fare riferimento anche al Papa, in quanto capo visibile della Chiesa.
Gli imperatori, quindi, si arrogarono il diritto di nominare i vescovi ed anche i Papi.
Il Papato non volle e ci fu lo scontro.
Aspro fu lo scontro tra il Papato e l'imperatore Enrico IV (1050-1106) che fu risolto dal Concordato di Worms del 1122 che fu stipulato da suo figlio Enrico V e Papa Callisto II.
Con questo concordato il Papa nominava i vescovi e l'imperatore dava loro i poteri feudali.
Tuttavia, ci furono ancora problemi tra il Papa e l'Impero.
Le tensioni cessarono nel XIV secolo, quando ci fu il declino del Papato e dell'Impero.
Ne parlai nell'articolo intitolato "Stato e Chiesa, un rapporto storicamente complesso", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/stato-e-chiesa-un-rapporto-storicamente.html.
Qui, però, emersero gli Stati nazionali (come Spagna, Francia ed in Inghilterra) con monarchie forti.
Queste monarchie volevano avere il controllo sulle Chiese dei loro Paesi, sia per motivi politici e sia per motivi economici.
Infatti, la Chiesa era molto ricca e potente.
L'occasione la ebbero con la Riforma protestante (1517 AD).
In molti Stati, il passaggio al protestantesimo venne deciso dai reggitori secolari che videro in esso l'opportunità di aumentare il proprio potere e di incamerare i beni della Chiesa per finanziare le guerre.
Ciò successe nella Svezia di re Gustavo Vasa (1496-1570), nella Danimarca di re Cristiano III (1503-1559) o nell'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547), anche se in quest'ultima ci fu un diverso processo di Riforma.
Dopo la Controriforma (o Riforma cattolica) la Chiesa ebbe una ripresa ma nel XVIII secolo ci furono i regalismi.
Apparentemente, i sovrani secolari (come il re di Francia Luigi XIV, 1638-1715) si mostrarono accondiscendenti verso la Santa Sede ma, nel contempo, cercarono di limitare il potere del Papa nei loro Stati.
Si cominciò a parlare di Giurisdizionalismo, Gallicanesimo e Giuseppinismo.
In pratica le Chiese dei vari Stati dovevano essere assoggettate al potere del re, pur restando in comunione con Roma.
Basti pensare alla politica dell' imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe II (1741-1790) o al Granducato di Toscana sotto Pietro Leopoldo (1747-1792).
Inoltre, nacquero correnti come il Giansenismo.
Inoltre, si stavano diffondendo le idee dell'Illuminismo che spesso si misero in contrasto con il Cristianesimo.
In questo clima di divisioni, la Chiesa affrontò lo scoppio della Rivoluzione Francese (14 luglio 1789).
In quel contesto, la religione cattolica non fu più religione di Stato.
Anzi, la Chiesa francese si spaccò in due tra clero giurato (che giurò fedeltà alla Costituzione civile del clero, promossa dal governo rivoluzionario) e clero refrattario, che rimase fedele al Papa.
Quest'ultimo fu perseguitato.
Ci fu la scristianizzazione operata da Jacques René Hébert (1757-1794) che vollew sostituire il Cristianesimo con una religione neopagana della Dea Regione.
Con Napoleone (1769-1821) venne ripristinata la religione cattolica ma per essa rimasero forti limitazioni.
Fallita la Restaurazione (che avvenne dopo il Congresso di Vienna 1814-1815) si fecero avanti l' idea nazionalista e quella socialista che caratterizzarono sia il XIX che il XX secolo.
Con l'unificazione dell'Italia (1861) e la "Breccia di Porta Pia" (20 settembre 1870), il potere temporale del Papa cessò e in Italia ci fu un forte anticlericalismo ed una tensione tra Stato e Chiesa che fu risolta dai "Patti Lateranensi" del 1929.
Intanto avanzavano le idee di Karl Marx e di Friedrich Nietzsche.
E così, in molti Stati si cercò di spazzare via la religione e la visione del Cristianesimo, con queste idee.
Si tentò di fare questo nella Germania nazista, nell'Unione Sovietica e in tutti i Paesi comunisti, nella Spagna del 1931, nel Messico di Plutarco Elias Calles e nel Portogallo, dopo la rivoluzione del 1910.
Anche nell'Italia fascista si tentò di limitare la Chiesa, nonostante i "Patti Lateranensi".
Oggi, il rapporto tra Stato o Chiesa è ancora complesso (basti pensare, ad esempio, alla Spagna di Zapatero) ma si sta andando verso una "laicità positiva" in cui, pur essendo indipendenti l'uno dall'altro, lo Stato e la Chiesa collaborano in modo costruttivo per il bene della gente.
Cordiali saluti.





GIOVANI DITE NO ALLA VIOLENZA!

Cari amici ed amiche.

Domani, 22 dicembre, ci saranno delle manifestazioni a Roma.
In queste manifestazioni, vi saranno gli studenti che contesteranno la Riforma dell'università approntata dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini.
Purtroppo, c'è il rischio che si ripetano i disordini avvenuti il 14 dicembre scorso.
Il clima è surriscaldato.
Giusto questa mattina, ho visto la trasmissione di Rai 3 Agorà (http://www.agora.rai.it/) che è condotta da Andrea Vianello.
Tra gli ospiti della puntata di questa mattina (che era intitolata "Guerra o Pace") vi erano l'onorevole Beatrice Lorenzin (Popolo della Libertà), l'esponente di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani, il giornalista, blogger e direttore di The Week Mario Adinolfi e l'ex-prefetto di Roma e senatore dell'Unione di Centro Achille Serra.
Tra gli ospiti collegati c'erano l'ex leader della CGIL ed ex-sindaco di Bologna Sergio Cofferati ed il direttore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti.
La tensione era palpabile e c'è stata una discussione molto animata tra Adinolfi e Sallusti.
Potete vedere il video della trasmissione seguendo il link sopra indicato.
Io penso che non si possano giustificare gli atti di violenza simili a quelli che ci sono stati il 14 dicembre scorso.
Questi atti non possono essere giustificati e né minimizzati ma vanno condannati senza se e senza ma!
Non si può fare passare per "cattivo" un poliziotto (o un carabiniere) che si difende (anche sparando) da un'aggressione subita da dei balordi!
Non si può fare passare per "dittatura" l'opera dei poliziotti e dei carabinieri che fanno il loro dovere quando fermano una manifestazione violenta in cui si bruciano le automobili e si fanno atti di violenza su persone e cose!
E' ora di finirla di tutelare i violenti!
Fare delle manifestazioni violente non è segno di democrazia e di partecipazione alla vita politica!
Quei "signori" che attaccano i poliziotti, che insozzano strade e monumenti, che bruciano le automobili ed i cassonetti delle immondizie, attaccano le sedi istituzionali e che spaccano le vetrine non rappresentano nemmeno noi giovani!
Io preferisco i miei coetanei che fanno politica nei partiti e nei modi e nelle sedi opportune, che operano nelle associazioni di volontariato, che operano nelle parrocchie (ad esempio, con la scoutismo o facendo i catechisti) o quelli che ogni giorno studiano o lavorano.
Questi sono i veri giovani. Essi non si fanno vedere in televisione o sui giornali ma fanno un'opera importante nella società!
Sono questi veri eroi e non quelli che fanno atti vandalici!
I veri eroi sono, ad esempio, i giovani che lavorano come soccorritori delle autoambulanze!
Tra questi c'è uno dei miei migliori amici che stimo molto e che di recente è diventato padre.
I veri eroi sono quei giovani che si impegnano in politica, portando idee utili per la nostra società!
I veri eroi sono quei giovani che si arruolano nell'esercito o nella polizia e che rischiano la vita per la nostra sicurezza!
I veri eroi sono quei giovani che operano nelle parrocchie come catechisti o scout o che, magari, diventano sacerdoti!
I veri eroi sono i giovani che fanno il Servizio Civile!
I veri eroi sono quei giovani che ogni giorno studiano e lavorano!
Di loro non si parla ma danno un grande contributo alla società e al loro bene!
Che poi ci sia un problema che riguarda i giovani e che ad essi tale problema dia un malessere è anche vero.
Ha detto bene l'onorevole Lorenzin. Bisogna trovare la radice del problema.
Però, la violenza porta solo altra violenza!
La violenza è, prima di tutto, un segno di stupidità!
E poi, voglio ricordare un'altra cosa.
Voglio ricordare la vicenda di Norman Zarcone, ventisettenne palermitano che si laureò in Filosofia e che il 14 settembre scorso si suicidò, gettandosi da un terrazzo della Facoltà di Lettere dell'Università di Palermo.
A lui è stata intitolata un'aula dello stesso istituto.
Quel giovane si suicidò perché si trovò di fronte il disagio causato dal sistema universitario dei "baroni" che tolse ogni politica di meritocrazia e che gli tolse ogni opportunità.
Quel sistema vizioso dei "baroni" è lo stesso che la Riforma del ministro Gelmini sta combattendo!
Chi si mette contro la Riforma del ministro Gelmini si mette di quel sistema che provocò il disagio in Norman, disagio che lo indusse al suicidio!
Ai giovani voglio dire che non devono farsi strumentalizzare da coloro che non vogliono quella Riforma e di rifiutare la violenza!
Ci sono tanti altri modi per partecipare alla vita sociale del Paese.
Cordiali saluti.

lunedì 20 dicembre 2010

IN CHE PAESE VIVIAMO?

Cari amici ed amiche.

Mi chiedo che se il Paese in cui vivo è un Paese normale.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è un deputato che giustifica dei gravi atti di violenza come quelli che sono avvenuti a Roma il 14 dicembre.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un senatore viene bollato come "fascista" solo perché propone, giustamente, delle misure preventive contro i succitati atti di violenza.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui, in nome della "laicità" e per "non offendere chi non è cristiano", si tolgono i crocifissi dagli uffici pubblici, non si fanno cantare le canzoni di Natale, non si fanno fare più i presepi e a momenti non si insegna più la "Divina Commedia" o la storia di Carlo Magno nelle scuole.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui sui vari social-network compaiono delle pagine blasfeme e slogan ateistici sugli autobus mentre quando si cerca di parlare di religione o di diritto alla vita si è bollati come "clericali" e "retrogradi"!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui non si riesce a fare una riforma che possa migliorare e rendere più meritocratica la scuola e l'università senza che scoppino delle contestazioni.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un parlamentare insulta un presidente del Consiglio democraticamente eletto con termini come "stupratore della democrazia" e quant'altro!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui chi si riconosce in certe idee (ovviamente non dittatoriali ed estreme ma moderate) viene insultato, definito "nemico della democrazia" e "mafioso" e, in qualche caso, viene anche minacciato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è ancora chi definisce "distruttore dell'unità dell'Italia" chi parla di federalismo!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si pretende che tutto debba essere delegato allo Stato mentre negli altri Paesi vi è anche un investimento privato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si continua a dire no all'energia nucleare, senza che vi sia una seria proposta alternativa che possa coprire quel 18% del fabbisogno energetico che oggi è coperto con l'energia importata dall'estero.
Leggete l'articolo intitolato "Nucleare, polemiche nel Mantovano", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/nucleare-polemiche-mantovano.html.
E posso chiedermi tante altre cose!
In che Paese viviamo?
Cordiali saluti.

IL RUOLO DEI GIOVANI E LA POLITICA


Cari amici ed amiche.

Da giovane, visto che ho 30 anni, devo dire che sono davvero stanco di sentire parlare di "giovani violenti", senza interessi e fannulloni.
Quelli che il 14 dicembre scorso hanno fatto quelle vergognose violenze non rappresentano me e la maggioranza dei giovani.
Quelli sono solo dei facinorosi e devono essere sanzionati nel modo più duro possibile, anche con il DASPO e con l'arresto, che è stato proposto dal senatore Maurizio Gasparri!
Inoltre, chi manifesta contro la riforma Gelmini, anche se in buona fede e pacificamente, rischia di fare il gioco di chi non vuole cambiare l'università e che rimangano i suoi sprechi ed inefficienze, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Basta con la retorica!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/basta-con-la-retorica.html.
La riforma Gelmini è una rivoluzione epocale!
Non rappresentano noi giovani quei violenti che hanno fatto quei disastri a Roma come non ci rappresentano quelli che non vogliono fare nulla.
In realtà, noi giovani siamo rappresentati da quella maggioranza silente che lavora, che ha idee e che cerca di lottare con l'impegno nella società e non con la violenza, contro la crisi, che c'è.
Un esempio, è il Ministro della Gioventù, onorevole Giorgia Meloni, nella foto.
L'onorevole Meloni è un esempio di giovane che ha deciso di impegnarsi seriamente e, tra l'altro, non utilizza nemmeno l'"auto blu" (ma la propria) e questo le fa onore e dimostra che la politica non è una "casta di privilegiati".
A tale proposito, vi invito a guardare il sito del suo dicastero, http://www.gioventu.gov.it/, che metterò anche nell'angolo dei "Link preferiti" di questo blog.
Vi sono delle ottime proposte, come il prestito per gli studenti più meritevoli o il lavoro stabile per i giovani precari.
Questo dimostra che vi sono dei giovani che si impegnano ed il ministro (che è classe 77) lo dimostra.
Ma poi non è vero che noi giovani non vogliamo sporcarci la mani.
Io stesso, prima di restare senza lavoro, ho fatto lavori in cui "mi sono sporcato le mani" . Infatti, ho fatto anche il "collaboratore scolastico", il bidello.
Oggi, sono in cerca di lavoro ma non mi scoraggio e né mi faccio prendere dalla rabbia e dalla violenza!
Non mi vergogno di dire tutto questo!
Quindi, qualcuno deve smetterla di erigere come eroi quei giovani che fanno atti violenti, solo perché contestano il Governo.
I veri eroi sono quelli che hanno delle idee e che cercano di fare il bene a sé stessi e agli altri.
Cordiali saluti.


domenica 19 dicembre 2010

BASTA CON LA RETORICA!



Cari amici ed amiche.
Inizio questo articolo, citando Massimiliano Coraggio, un interlocutore che ha scritto dei commenti su questo blog.
Io non condivido nulla di quanto detto da Massimiliano.
Io non condivido nulla di quanto detto da Massimiliano e lo dico con tutta la serenità di questo mondo.
La Lega Nord non ha bisogno di avvocati difensori (perché si sa difendere da sola) ma ritengo giusto esprimere qualche parola in suo favore.
La Lega Nord è un partito che ha portato dei temi molto importanti.
Pensiamo, ad esempio, alla questione della sicurezza.
Oggi, noi abbiamo un problema di sicurezza che è correlato con la questione dell'immigrazione.
Ad esempio, un immigrato clandestino non può avere un lavoro e né una sana vita sociale.
Quindi, egli rischia di vivere di accattonaggio, di lavoro nero o, peggio, di finire nelle mani delle associazioni criminali, diventandone manovalanza!
Bisogna avere il coraggio di dire queste cose.
Dire queste cose non è "razzismo" o "xenofobia" ma è una presa di coscienza della realtà di fatti.
La Lega Nord ha preso coscienza della realtà dei fatti e questo è un grande merito.
E poi, all'"amico" Massimiliano, vorrei chiedere se è razzismo dire che non è giusto dare agli immigrati solo diritti e nessun dovere!
Io rispondo dicendo che non è razzismo fare capire agli immigrati che non ci sono solo i diritti!
In Germania, un immigrato che non ha lavoro viene rimandato a casa!
Negli Stati Uniti d'America, un immigrato che commette reati si può scordare la cittadinanza!
Questo è razzismo?
Assolutamente no!
E' un'impostazione che vuole che gli immigrati si integrino.
L'integrazione degli immigrati si fa facendo capire loro che se vogliono stare qui in Italia devono avere le carte in regola, rispettare le nostre leggi, imparare la nostra lingua e rispettare i nostri valori.
Avevo parlato di ciò nell'articolo, intitolato "Cosa significa essere un politico cristiano?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/cosa-significa-essere-un-politico.html.
La Lega Nord ha posto il problema che è serio e va affrontato.
Inoltre, la Lega Nord ha posto la questione del federalismo.
Giusto ieri, su Facebook, stavo chattando con uno studente universitario di Bari e, durante la lunga conversazione, abbiamo toccato anche la questione del federalismo.
Il mio interlocutore mi aveva detto che il federalismo si sarebbe dovuto fare nel 1861 e che ora non si può più fare perché potrebbe più fare perché danneggerebbe il Sud.
Io gli ho risposto, dicendo che non è vero.
Il federalismo potrebbe essere la salvezza del Sud.
Infatti, responsabilizzerebbe gli amministratori locali ed eviterebbe certe situazioni di cattivo governo.
Inoltre, favorirebbe la lotta all'evasione fiscale.
E poi, gli Stati con un'organizzazione federale costano meno di quelli con un organizzazione centralista.
La Lega ha sollevato una questione importante.
Il federalismo sarebbe una gran cosa, unita ad una riforma dei poteri centrali.
Io sarei favorevole ad un presidenzialismo all'americana, di cui parlai nell'articolo intitolato "Caso Fini? E' fallito il parlamentarismo italiano!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/caso-fini-e-fallito-il-parlamentarismo.html.
Quindi, smettiamola con la retorica dell'assistenzialismo e del buonismo.
La Lega Nord è un partito che parla al territorio e pertanto, capisce le problematica della gente.
Giusto ieri, a Roncoferraro (Mantova) ho partecipato ad un banchetto organizzato dai leghisti.
E' stata un'esperienza utile e postiva, per capire meglio la politica, che deve essere fatta tra la gente.
Per questo, ringrazio gli amici della Lega Nord di Roncoferraro, in primis il segretario locale Franco Carreri.
Del resto, anche il presidente Berlusconi fa questo.
Lui si mette in mezzo alla gente e dialoga con essa.
Inoltre, il Governo del presidente Berlusconi vuole cambiare il Paese.
Pensiamo alla riforma dell'università. Essa punta a premiare le realtà virtuose e a creare un insegnamento di qualità.
Non è possibile che, oggi, la maggior parte dei soldi dati all'università finisca in stipendi per gli insegnanti.
Oggi, l'università (come la scuola) è uno stipendificio.
Questo è inaccettabile!
La scuola e l'università devono fare la loro missione, ossia formare le generazioni future!
Quindi, smettiamola con certa retorica!
Cordiali saluti.

IL MISTERO DI SAN GIUSEPPE

Cari amici ed amiche.

Della Sacra Famiglia, si parla di Gesù Cristo, nostro Signore e Figlio di Dio. Si parla di Maria, Sua madre, Vergine ed Immacolata.
Si parla poco, invece, di San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù Cristo.
Il ruolo di San Giuseppe fu, in realtà, molto importante, progetto di Dio e nella Messa di oggi si parla di questo.
Nel Vangelo secondo Matteo (capitolo 1, versetto 19) Giuseppe, sposo di Maria, viene descritto come un uomo giusto e ligio alla tradizione ebraica che, quando seppe che la sua futura moglie era incinta di Gesù, per opera dello Spirito Santo, volle ripudiarla, secondo la legge mosaica. Però, non volle gettarla nello scandalo ma volle rimandarla in segreto.
Un angelo, però, gli apparve in sogno e gli disse che il bambino che Maria aveva in grembo fu concepito per opera dello Spirito Santo e che sarà destinato a salvare il suo popolo e che egli lo chiamerà Gesù, ossia "Dio che salva".
Allora, Giuseppe accolse Maria e diede il nome a Gesù.
Giuseppe fu colui che accettò il progetto di Dio, pur non capendo.
Quindi, Giuseppe guardò al domani con coraggio.
Questa fu una grande lezione di vita.
Giuseppe fu sempre alla ricerca di Dio, pur non capendone i progetti.
Forse, potrebbe essere questo il giusto approccio che l'uomo dovrebbe avere verso Dio!
Dio agisce anche tramite i mezzi più inaspettati!
Dio ha un progetto per ogni uomo. Sta a quest'ultimo accettarlo o rifiutarlo, in base al concetto del libero arbitrio.
Giuseppe, in totale libertà, lo accettò. Lui non capì ma accettò tutto.
E' questo il modo in cui l'uomo deve porsi di fronte a Dio.
L'uomo deve accettare per capire! Soprattutto, deve essere sempre alla ricerca di Dio e del progetto che Egli ha per lui!
Giuseppe, poi, capì e divenne, quindi, un degno sposo per Maria ed un esemplare padre putativo per il Salvatore.
Così, anche lui contribuì alla salvezza del mondo.
Cordiali saluti.

sabato 18 dicembre 2010

TELETHON, UNA BATTAGLIA IMPORTANTE!

Cari amici ed amiche.

Spero che siate in tanti a sostenere la campagna che Telethon sta facendo in questo giorni.
Quest'anno, questa "maratona televisiva" della RAI, punta a fare una raccolta fondi per aiutare a trovare delle cure contro le malattie genetiche rare.
Tra queste, ad esempio, vi è quella dei "Bambini farfalla", ossia una malattia che rende la pelle dei bambini fragile (da qui deriva il nome il nome della malattia poiché, per l'appunto, la pelle dei bambini con questa malattia è fragile come l'ala di una farfalla) e che rende rischiosa persino un'azione comune come, ad esempio, il lavarsi. Un'altra malattia è la Talassemia, una malattia dei globuli rossi del sangue che comporta una sintesi dell'emoglobina ridotta o assente.
Questa malattia causa l'anemia ed una carenza di ossigeno nel sangue.
Pertanto, andate al sito http://www.telethon.it e fate una donazione, facendo un sms al numero 45505 o seguendo le modalità illustrate nel sito.
Spero che aderiate in tanti.
Cordiali saluti.

venerdì 17 dicembre 2010

GESU' ERA UN RIVOLUZIONARIO?


Cari amici ed amiche.
Riprendo un argomento toccato in un articolo precedente che era intitolato "Chi uccise realmente Cristo?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/chi-uccise-realmente-cristo.html.
Ora, leggendo l'articolo, sorge una domanda.
Gesù era un rivoluzionario?
Prima di rispondere a questa domanda, va fatta una considerazione.
Dal 37 AD, la Terra Santa fu una provincia dell'Impero romano.
Fu, però, una provincia molto difficile da gestire.
Infatti, il popolo ebraico era contro il dominio romano, sia per ragioni politiche che religiose.
Infatti, i Romani avevano un culto politeistico e sincretico poiché, oltre agli dei tradizionali, accoglieva anche le divinità delle popolazioni assoggettate.
Inoltre, vi era anche il culto dell'imperatore.
Quindi, su quella religione si fondò il sistema politico dell'Impero.
I popoli che venivano assoggettati potevano conservare i loro dei (che finivano nel Pantheon di Roma) ma dovevano riconoscere anche le altre divinità.
Ora, gli Ebrei erano (e sono) monoteisti.
Questo cozzava con la logica dell'impero. Da qui nascevano tutti gli scontri in Terra Santa.
Vi erano vari gruppi di Ebrei che volevano la cacciata dei Romani dalla loro terra e per questo aspettavano un Messia, un Salvatore.
Questo spaventava non poco i Romani e in particolare il governatore che ci fu al tempo di Gesù, Ponzio Pilato (16 BC-36AD).
I Romani erano visti dai Giudei come degli occupanti.
I Giudei, quindi, aspettavano il Messia (in greco Christos) che facesse quello che si aspettavano, ossia la cacciata dei Romani.
A tante persone fu attribuito questo ruolo. Altri se lo attribuirono.
Pensiamo a Giuda il Galileo, che nel I secolo AD fondò il partito degli Zeloti, a San Giovanni Battista, che venne ritenuto il Messia ma che fu il precursore di Cristo, o a Simone Bar Kochba, che nel 132 AD si proclamò Messia e venne sconfitto dai Romani nella III Guerra Giudaica.
Inoltre, ci fu un gruppo di ebrei chiamato Zeloti. Questo gruppo fu uno dei più strenui oppositori al dominio romano.
Tra questi vi furono i sicari, ossia dei miliziani armati di un coltello corto (detto sica) con cui uccidevano i Romani, tendendo loro agguati.
Particolarmente forti furono le tensioni in Galilea, la regione da cui proveniva Gesù, tanto è vero che con il termine "galileo" si indicava una persona sediziosa.
In questo contesto, i Romani e Pilato gestivano la Terra Santa.
Ora, va fatta una considerazione su Pilato.
Egli fu un uomo d'armi e lo dimostrò.
Proprio prima che ci fosse la crocifissione di Gesù, egli ebbe in progetto di fare un acquedotto, usando i soldi del Tempio di Gerusalemme.
Questo fece arrabbiare gli Ebrei che insorsero.
Pilato li fece colpire sia dai soldati in armatura e sia da quelli travestiti da gente comune ed armati di bastoni.
Durante gli scontri ci fu un omicidio, per il quale venne arrestato un tale Barabba, colui che venne liberato in cambio della crocifissione di Gesù Cristo.
Quindi, ci fu questa situazione.
Pilato ed i Romani, però, avevano degli alleati tra gli ebrei, i Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme.
Questi ultimi erano una casta potente che, però, doveva obbedire a Roma, per conservare il suo potere.
I Romani, infatti, li potevano deporre e nominare a loro piacimento ma, nel contempo, avevano bisogno del loro appoggio per controllare il popolo ebraico.
I sacerdoti erano, quindi, dei collaborazionisti ed erano malvisti dal popolo ebraico.
Fu da tutto ciò che venne quello che seguì, ossia la crocifissione di Cristo.
Ora, parliamo di Gesù Cristo, nostro Signore e Figlio di Dio.
Gesù era un galileo e, come tale, fu visto come sedizioso dai coloro che avevano l'interesse a mantenere il potere, ossia i Romani ed i loro alleati, il tetrarca Erode il Grande (che non era nemmeno di origine ebraica ma nabatea) ed i sacerdoti.
Gesù veniva considerato dal popolo che lo ascoltava un rabbì, ossia un "maestro", quindi un uomo autorevole che parlava delle Scritture.
Questo spaventava molto i Romani ed i loro alleati, che lo vedevano come un capopolo che poteva creare problemi al dominio romano e, di conseguenza, al potere dei sacerdoti e di Erode.
Da qui, nacque, la decisione di eliminarlo fisicamente.
Ora, torniamo alla domanda.
Gesù era un rivoluzionario?
Gesù non aveva nulla contro i Romani, in quanto tali.
Nei tre Vangeli sinottici (quelli di Matteo, di Marco e di Luca) è citato l'episodio di un gruppo di ebrei che chiede a Gesù se sia giusto o meno pagare le tasse ai Romani.
Lui rispose chiedendo una moneta e domandando loro chi fosse raffigurato su di essa.
Quelli rispondono che vi è raffigurato Cesare.
Egli rispose con la celebre frase "Date a Cesare ciò che è di Cesare e date a Dio ciò che è di Dio".
Quindi, lui non incitò alla rivolta contro i Romani.
Però, il suo messaggio fu ben più potente.
Infatti, Gesù affermò la paternità universale di Dio.
Quindi, quel Dio degli Ebrei era il Dio Padre e creatore di tutti, Ebrei e non Ebrei.
Questo stava a significare, la messa in discussione del sistema romano, di cui ho parlato prima.
Fu questo a spaventare Pilato, Erode ed i sacerdoti.
Da qui avvenne l'episodio della crocifissione.
Per questo, il popolo ebraico è scagionato dall'accusa di avere ucciso Cristo.
Il messaggio di Gesù Cristo si diffuse ed uscì dalle comunità ebraiche.
Coloro che lo seguirono, che assunsero il nome di Cristiani, crebbero nel numero.
Il messaggio di Cristo fu potente perché predicava l'amore e la pace e portava a compimento la Legge ebraica, con i nuovo comandamenti che dicevano "Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze" ed "Ama il prossimo tuo come te stesso". Questi due comandamenti, riassumono il Decaologo ebraico.
Fu un messaggio di speranza e di valori che ancora oggi permeano la nostra società.
A causa di ciò, i Cristiani vennero perseguitati fino al 313 AD, anno in cui l'imperatore Costantino I stese l'Editto di Milano che rese il Cristianesimo una religione non più perseguibile.
Questa è, comunque, un'altra storia.
Gesù era un rivoluzionario ma la sua rivoluzione non fu politica e basata sulle armi ma fu una "rivoluzione dei cuori" e basata sulla Parola.
Non fu una rivoluzione contro un popolo ma per fare un popolo nuovo, demolendo il muro che divideva gli Ebrei dai Gentili.
Fu questa la vera rivoluzione.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.