Si avvicinano le commemorazioni della Shoah e una certa "liturgia" è riproposta ogni anno.
Essa si sta riproponendo anche quest'anno.
Si parla di nuovo di pericolo fascista, un pericolo che non c'è.
La Shoah fu una tragedia della nostra storia.
Più di sei milioni di persone innocenti morirono ingiustamente a causa di un progetto criminale messo in piedi da Adolf Hitler e soci.
Quelle persone furono vittime di una barbarie e quei fatti meritano di essere condannati ancora oggi.
Certamente, è giusto ricordare quei tragici avvenimenti.
Quei tragici avvenimenti non possono essere negati, come non possono essere negati altri fatti simili, come (per esempio) il genocidio degli Armeni e quello degli Italiani uccisi e messi nelle foibe.
Le prove che ci dicono che fatti come la Shoah e quelli che ho appena citato avvennero ci sono ancora oggi.
Però, al tempo stesso, è scorretto che la memoria di quei fatti tragici e delittuosi sia strumentalizzata per fini elettorali e politici.
La Shoah ci fu (e fu qualcosa di orribile ed esecrabile) ma la sua memoria non può essere usata come arma politica con la quale una parte demonizza l'altra.
Oggi, la memoria dei fatti della Shoah è strumentalizzata per la propaganda politica.
Usare la memoria di quei fatti per dire che vi è un imminente rischio di ritorno dei regimi che furono la causa di essi e per fare della becera propaganda politica è profondamente scorretto.
Quei fatti ci furono e ciò non può essere negato.
Però, oggi, non c'è il rischio di un ritorno delle ideologie che ci furono in quegli anni.
Chi dice ciò lo fa per becera propaganda politica.
Semmai, i veri rischi sono altri.
Ci sono altre ideologie che sono pericolose.
Il fascismo e il nazismo non torneranno ma ci sono altre ideologie che possono nuocere e che possono essere non meno pericolose di quelle che ho appena citato.
Usare la memoria per fare della propaganda, agitando fantasmi di ideologie e regimi che non ci sono più per demonizzare chi non agisce secondo un certo pensiero, equivale a sminuire quest'ultima, poiché la si trasforma in un espediente col quale si attaccano gli avversari politici.
Un insegnamento che ci può dare la memoria della Shoah è proprio quello della non demonizzazione di chi la pensa in un modo diverso dal proprio e di chi è diverso da sé.
Quelle persone uccise nei campi di concentramento nazisti non debbono essere usate come un'arma politica.
Questo non deve accadere proprio per tutelare la memoria stessa.
Dunque, è giusto commemorare la Shoah ma lo si deve fare ricordando i fatti senza trasformarli in propaganda.
Quanto alla questione israelo-palestinese, deve essere fatto un appunto.
Si attacca Israele, accusandolo di genocidio.
Però, deve essere ricordato ciò che è accaduto il 7 ottobre scorso e che movimenti come Hamas si rifanno a proprio ai sostenitori di coloro che provocarono l'Olocausto.
Qualcuno qui in Italia dovrà mettersi in pace con sé stesso, prima di fare tanto l'antifascista.
Comunque, come ho scritto prima, si deve imparare a non demonizzare il proprio prossimo, per evitare certe tragedie.
Però, al tempo stesso, è scorretto che la memoria di quei fatti tragici e delittuosi sia strumentalizzata per fini elettorali e politici.
La Shoah ci fu (e fu qualcosa di orribile ed esecrabile) ma la sua memoria non può essere usata come arma politica con la quale una parte demonizza l'altra.
Oggi, la memoria dei fatti della Shoah è strumentalizzata per la propaganda politica.
Usare la memoria di quei fatti per dire che vi è un imminente rischio di ritorno dei regimi che furono la causa di essi e per fare della becera propaganda politica è profondamente scorretto.
Quei fatti ci furono e ciò non può essere negato.
Però, oggi, non c'è il rischio di un ritorno delle ideologie che ci furono in quegli anni.
Chi dice ciò lo fa per becera propaganda politica.
Semmai, i veri rischi sono altri.
Ci sono altre ideologie che sono pericolose.
Il fascismo e il nazismo non torneranno ma ci sono altre ideologie che possono nuocere e che possono essere non meno pericolose di quelle che ho appena citato.
Usare la memoria per fare della propaganda, agitando fantasmi di ideologie e regimi che non ci sono più per demonizzare chi non agisce secondo un certo pensiero, equivale a sminuire quest'ultima, poiché la si trasforma in un espediente col quale si attaccano gli avversari politici.
Un insegnamento che ci può dare la memoria della Shoah è proprio quello della non demonizzazione di chi la pensa in un modo diverso dal proprio e di chi è diverso da sé.
Quelle persone uccise nei campi di concentramento nazisti non debbono essere usate come un'arma politica.
Questo non deve accadere proprio per tutelare la memoria stessa.
Dunque, è giusto commemorare la Shoah ma lo si deve fare ricordando i fatti senza trasformarli in propaganda.
Quanto alla questione israelo-palestinese, deve essere fatto un appunto.
Si attacca Israele, accusandolo di genocidio.
Però, deve essere ricordato ciò che è accaduto il 7 ottobre scorso e che movimenti come Hamas si rifanno a proprio ai sostenitori di coloro che provocarono l'Olocausto.
Qualcuno qui in Italia dovrà mettersi in pace con sé stesso, prima di fare tanto l'antifascista.
Comunque, come ho scritto prima, si deve imparare a non demonizzare il proprio prossimo, per evitare certe tragedie.
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