Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot. Un articolo su "Il Tempo" tratta l'argomento.
Nel 1933, Benito Mussolini fece mettere una statua di Giulio Cesare nella piazza di Rimini che fu intitolata al condottiero e governante romano.
Undici anni dopo, nel 1944, la piazza fu dedicata ai Tre Martiri, i tre partigiani Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani e Mario Capelli, che in quel luogo il 16 agosto furono impiccati.
Nell'anno successivo ci fu anche la rimozione della statua.
Otto anni più tardi, tre soldati la notarono abbandonata sul greto del fiume Marecchia, il fiume che nasce dall'Alpe della Luna, in Toscana, e sfocia nel Mare Adriatico presso Rimini. Spinti dal buon senso, la segnalarano ai propri graduati e, dopo alcuni giorni, l'opera d'arte venne portata in caserma, dove rimase fino a poco mesi fa.
Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha proposto di rimettere la statua al suo posto.
L'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) ha gridato al pericolo di ritorno del fascismo, per l'ennesima volta.
Oggi, sul cippo eretto in memoria di Giulio Cesare, vi è una copia della statua.
Sgarbi vorrebbe rimettere l'originale.
Anche la Giunta comunale di Rimini si è detta favorevole a ciò.
L'ANPI si oppone.
Lo dico apertamente: l'ANPI ha un atteggiamento ridicolo.
Infatti, per l'ANPI va bene la copia e non l'originale perché quest'ultimo sarebbe stato "contaminato" dal fascismo.
Capite che tutto ciò è grottesco?
L'ANPI vede il fascismo ovunque.
Però, non è tanto critica verso il comunismo.
Questo è assurdo e distopico.
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