Su "Atlantico Quotidiano" vi è un interessante articolo di Pierpaolo Sicco.
Oramai, una cosa è chiara: la paura è uno strumento di controllo.
Ciò si è visto con il Covid e si sta vedendo col clima.
Come ho scritto nei miei libri intitolati "I lupi travestiti da agnelli" e "L'Italia e il Covid", certe paure (al giorno d'oggi) sono indotte per controllare le persone.
Ora, riporto uno stralcio del succitato articolo:
Ma non è solo all’interno di regimi politici illiberali che è possibile osservare il funzionamento della paura come dispositivo politico. L’esempio più lampante è rappresentato dal biennio pandemico vissuto nel 2020-2021: quando – all’improvviso – siamo stati costretti a vivere chiusi in casa, non erano certo le sanzioni amministrative da pagare in caso di inottemperanza a fungere da deterrente.
Anche in quella occasione, la relazione attivata fu quella libertà-paura: la quasi totalità della popolazione italiana accettò la privazione di libertà assicurate dalla Costituzione, ottenendo come compensazione delle restrizioni subite la rassicurazione di paure minori.
Si pone dunque la questione principale: a quale punto l’uomo è disposto ad arrivare pur di non provare paura? Quante libertà perderemo in nome della libertà dalla paura? Se arrivassimo, per assurdo, alla situazione in cui tutte le libertà saranno sostituite dalla libertà dalla paura, sarà allora troppo tardi per rendersi conto che solo accettando e convivendo con i nostri demoni, solo essendo liberi di provare paura, potremmo realmente esercitare con pienezza e senza dover accettare più alcun compromesso il bene più grande, ovvero la libertà che è intrinseca e connaturata alla natura e all’essenza umana".
In questo caso non si può parlare di dittatura ma di totalitarismo.
Infatti, nel totalitarismo il popolo accetta ogni direttiva dall'alto pensando di essere nel giusto e ogni cittadino diventa delatore ai danni del suo prossimo che si comporta diversamente da ciò che dice chi governa.
Ciò è avvenuto durante il periodo del Covid.
Per esempio, una persona che accoglieva i parenti in casa per un semplice saluto si vedeva arrivare i carabinieri.
Si vedevano pattuglie di poliziotti e carabinieri che fermavano le automobili e che chiedevano la famosa autocertificazione agli occupanti.
Oggi, si propone il tema del riscaldamento globale.
Ad ogni temporale un po' più forte del normale si induce la paura, accusando l'uomo di ciò, quando basterebbe avere maggiore cura del territorio, realizzando i bacini di laminazione e manutenendo i corsi d'acqua.
Ciò serve a ridurre la libertà ed è evidente.
Noi dobbiamo imparare a convivere coi nostri demoni.
Le situazioni brutte capitano.
Si può fare in modo di ridurre gli effetti di tali situazioni, se non queste ultime si possono evitare.
Però, non si possono ridurre le libertà delle persone.
Non si possono ridurre, per esempio, le libertà di socializzare e di fare amicizia.
Quando si intaccano queste libertà non esiste più il rischio di una deriva totalitaria, una deriva nella quale si accettano le restrizioni per chetare una paura.
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