Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Daniele Biello che è intitolato "Sul ponte di Bergoglio sventola bandiera bianca".
Ne riporto questo stralcio:
"Il coraggio di arrendersi
Difficile commentare con parole più sintetiche, ma definitive, le recenti esternazioni del Pontefice attuale. Con una irritualità linguistica, assoluta per Oltretevere, Jorge Bergoglio, in una intervista alla Radiotelevisione svizzera, ad una domanda sulla situazione ucraina ha detto:
Credo che sia più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca e negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. Ci sono. Quella parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando tu vedi che sei sconfitto, che la cosa non va, avere il coraggio di negoziare.
Concludendo: “Guardiamo la storia, le guerre che noi abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo”. Parole che sono parse come benzina sul fuoco del dibattito sulla situazione internazionale. L’imbarazzo della curia si manifesta con le parole del cardinale Pietro Parolin che, interpretando le parole del Pontefice, sosteneva che il Papa non chiedeva una resa, ma che si auspicava si potessero creare “le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”.
La superficialità del Papa
In Veneto, credo, si dica: Xe pèso el tacòn del buso. Nel suo onesto e curiale tentativo di placare le polemiche intorno alle esternazioni papali, il segretario della Santa Sede mostra con lacerante crudezza le contraddizioni delle parole del vecchio Papa. Ormai da molto tempo il mondo è abituato a sentire il pontefice romano prendere la parola contro le guerre, senza che si invitasse un contendente a posare le armi.
Chi non ricorda l’accorato invito di Benedetto XV il 1° agosto 1917 a cessare “l’inutile strage”? Non venne chiesto che uno dei contendenti si arrendesse all’altro. Parimenti i silenzi di Pio XI sui crimini nazisti furono funzionali a salvare la vita di migliaia di ebrei. Papa Bergoglio e la sua curia hanno spesso abituato il mondo ad uscite, quanto meno, originali (la modifica del Pater, l’accostare Dio alla figura materna, persino l’esposizione dell’effige di pachamama in Vaticano, ecc.). Queste azzardate prese di posizione, spesso, riguardavano questioni attinenti alla “Fede” ed al magistero petrino che potevano, semmai, urtare una certa percentuale di fedeli e far sorridere gli agnostici ed i non osservanti.
Qui – però – siamo di fronte ad esternazioni contraddittorie che penetrano nel profondo di una tragedia in atto. A colpire l’osservatore è la superficialità delle parole utilizzate. Si provino ad analizzare i lemmi utilizzati dal Papa. Egli invoca l’uso della “bandiera bianca”, ma da parte di chi non viene specificato. Facile pensare che si rivolgesse all’Ucraina, perché è quella che – tra i due contendenti – ha parte del territorio occupato e che vede una non piccola quantità di morti civili".
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