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giovedì 2 novembre 2023

L'Iran dietro Hamas?


Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Enzo Reale che è intitolato "La regia iraniana: così la Rivoluzione islamica sta esportando la sua Guerra Santa".

Ne riporto questo stralcio:

"Se osserviamo una mappa del Medio Oriente ci troviamo apparentemente di fronte a un insieme di Stati che non differisce da qualsiasi cartina geografica tradizionale. Vediamo Israele, con i suoi 22 mila chilometri quadrati di estensione e i suoi 9 milioni di abitanti, circondato da 7 milioni di chilometri quadrati di territorio arabo e quasi 400 milioni di persone. Questa la versione ufficiale.

Le legioni islamiste


Poi c’è quella ufficiosa, che descrive però la situazione reale, al di là della finzione geopolitica: attorno allo Stato di Israele, da sud-ovest a nord-est, si sviluppa l’attività di diversi gruppi armati, molti dei quali sono anche entità politiche che controllano ampie porzioni di territorio, vere e proprie enclaves all’interno delle nazioni che le ospitano. Regioni verdi dell’Islam radicale, Stati negli Stati, succursali del terrorismo, i cui obiettivi principali sono la destabilizzazione dell’area, l’attacco sistematico all’unica democrazia liberale del Medio Oriente e l’imposizione della legge islamica (Shari’a).

Sono i famosi (o famigerati, a seconda dei punti di vista) proxies dell’Iran. Localizzati principalmente in sei Paesi (territori palestinesi, Libano, Siria, Iraq, Bahrein e Yemen), con appendici anche nella penisola egiziana del Sinai, hanno nomi esotici, alcuni noti all’opinione pubblica occidentale, altri meno: Hamas e Jihad Islamica a Gaza e in Cisgiordania, Hezbollah (il Partito di Dio) in Libano, le Brigate Zaynabiyoun in Siria, Kataib Hezbollah e Asaib Ahl al Haq in Iraq, Saraya al Ashtar in Bahrein, Ansar Allah (o Houthi) in Yemen, per citare solo i principali.

Si calcola che al momento attuale siano una quindicina le organizzazioni terroriste (secondo la classificazione del Dipartimento di Stato americano) alle dipendenze dell’Iran, la maggior parte delle quali di confessione sciita, con l’importante eccezione di Hamas e Jihad Islamica, sunnite. Coalizzate, per l’occasione, in nome della lotta contro il comune nemico: Israele e, per estensione, l’Occidente liberale".

Ora, faccio la mia riflessione. 
Leggendo le parole dello stralcio dell'articolo, qualcuno può dire: "Hamas è un'organizzazione terroristica islamista sunnita mentre l'Iran è sciita.
Dunque, cosa c'entra Hamas con l'Iran?"
La risposta è semplice.
Hamas è sunnita e l'Iran è scita ma il loro punto in comune è l'odio verso Israele e l'Occidente. 
L'odio verso l'Occidente e Israele è un cemento ideologico fortissimo e coagula queste due realtà che altrimenti sarebbero divise, nonostante la fede islamica.
Teoricamente, islamici sunniti e sciiti non andrebbero d'accordo tra di loro.
Però, l'odio verso l'Occidente e Israele (che per gli islamisti è la longa manus dell'Occidente in Medio Oriente) è il collante ideologico tra le due realtà.
Del resto, Hamas non avrebbe potuto fare un bel niente da solo.
Per potere fare ciò che ha fatto il 7 ottobre scorso, Hamas aveva bisogno di soldi e di armi.
Hamas aveva quei soldi e quelle armi.
Con quei soldi e quelle armi, Hamas ha potuto fare ciò che ha fatto il 7 ottobre scorso.
Riguardo a quei soldi e a quelle armi, l'Iran è certamente un indiziato come fornitore di quelle cose che sono servite ad Hamas per compiere quegli orrori.
Certo, non c'è solamente l'Iran.
Ci sono anche altri Paesi che hanno tutto l'interesse a fare male ad Israele.
Basta pensare alla Turchia, alla quale ho dedicato un articolo su "Italia chiama Italia", articolo che consiglio di leggere. 
Anche la Turchia ha un suo disegno islamista e potrebbe trovare con l'Iran quello stesso collante ideologico che lo Stato degli ayatollah ha trovato con Hamas. 
Se una cosa del genere accadesse ci sarebbe da preoccuparsi. 


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".