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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 28 novembre 2023

Indagine su Speranza? Rischia di essere un autogol


Riprendo questo stralcio di un articolo di Gianluca Spera su "Atlantico Quotidiano", il quale è intitolato "Covid, perché è un errore insistere con la via giudiziaria":

"Basti pensare al fatto che i principali organi di informazione non hanno dato particolare rilevanza all’iscrizione nel registro degli indagati di Speranza salvo poi enfatizzare la richiesta di archiviazione confermando che la granitica narrazione sul Covid non è stata scalfita neppure dal cambio di governo. In effetti, la gabbia ideologica che imperversa su ogni argomento, dall’estremismo ecologico alla martellante insistenza sul patriarcato, imprigiona ancora il dibattito sugli anni del terrore sanitario.

Qualche giorno fa, su La Stampa, Eugenia Tognotti ha scritto che “bisogna affrontare e mitigare i pregiudizi che minacciano la memoria collettiva e la percezione di quell’evento storico”. L’invito esplicito è stato rivolto a coloro che dirigono e supervisionano le indagini politiche. E, quindi, ha aggiunto che “nel trarre conclusioni su quali interventi pandemici fossero giustificati o efficaci e quali no, è imperativo che gli investigatori facciano affidamento il più possibile su dati concreti e prove”. Per dirla alla Tayllerand, si potrebbe prendere in prestito il suo famoso aforisma “soprattutto non troppo zelo”, nel senso che un minimo di autocritica dovrebbe partire da chi ha giustificato e caldeggiato qualsiasi misura draconiana o liberticida.

Oggi, appare paradossale ribaltare la situazione invitando chi è chiamato a indagare sulla gestione sanitaria a rimuovere qualsiasi preconcetto di sorta quando è noto come i totem pandemici sono rimasti in piedi anche di fronte a dati di fatto incontrovertibili. Nessuno ha fatto ammenda di fronte all’inconsistenza del teorema draghiano (“il Green Pass è la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiate o non contagiose”) oppure di fronte alla nociva strategia dei lockdown prolungati. Errare è umano, perseverare serve a intralciare il cammino verso la verità
".

In poche parole, le indagini contro l'ex-ministro Roberto Speranza rischiano di essere un autogol.
Infatti, egli e gli altri protagonisti della vicenda inerente al Covid potrebbero preferire un'amnesia generale piuttosto che una ricerca della verità.
Questo farebbe ringalluzzire gli avversari della commissione d'inchiesta sul Covid. 
Già tale commissione è stata azzoppata.
Essa è stata azzoppata per tranquillizzare il presidente della Repubblica, il quale si è espresso in più di un'occasione in maniera contraria. 
Se poi si dovesse continuare a insistere con la via giudiziaria, tale commissione si vedrebbe ridotto ulteriormente lo spazio di azione.
Questo non deve accadere.
Bisogna fare di tutto per cercare la verità e non per gettare fumo negli occhi.
Il continuo ricorso alla via giudiziaria rischia di gettare fumo negli occhi.
Infatti, i protagonisti di codesta vicenda si trincererebbero dietro alla facoltà di non rispondere.
Ciò è un loro diritto.
Speranza e soci hanno diritto di trincerarsi dietro alla facoltà di non rispondere.
Questa è la triste verità.
Andare avanti con la via giudiziaria rischia di non essere inutile ma anche dannoso.
Speranza e soci starebbero zitti. 
I nemici della commissione avrebbero un'arma in più.
La commissione sarebbe resa di fatto nulla e Speranza e soci farebbero la figura dei martiri.
Per questo motivo, le indagini contro Speranza rischiano di essere un autogol. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".