Il compito dei giudici è applicare la legge. Il ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio è stato chiaro.
Il magistrato non può interpretare la legge a modo suo.
Invece, noi abbiamo dei magistrati che interpretano le leggi o che le vogliono disapplicare.
Basta pensare all'accordo tra Italia ed Albania, riguardo al quale alcuni magistrati si sono detti contro.
Un magistrato che ritiene che l'applicazione della legge vada contro la sua etica cambi mestiere.
Una democrazia contempla la separazione dei poteri.
Il potere legislativo fa capo al Parlamento, quello esecutivo fa capo al Governo e la magistratura detiene il potere giudiziario, ossia, l'applicazione delle leggi.
Dunque, il magistrato non può interpretare a suo piacimento la legge né può disapplicarla.
Questo non piace a qualche magistrato?
In tal caso, quel magistrato si dimetta dalla magistratura, entri in politica e si faccia votare dai cittadini.
Se fosse eletto, quel magistrato potrebbe cambiare la legge che non gli piace.
Un giudice che disapplica una legge causa un danno alle istituzioni.
Per questo motivo, non si può dare torto al ministro Nordio.
Termino con un appunto personale.
Durante la scorsa legislatura, nel periodo del Covid, i magistrati non fecero tanto chiasso contro certe politiche che limitarono le libertà delle persone senza tenere conto del diritto individuale, un diritto fondante di una democrazia.
Questo dimostra una certa ideologizzazione di una parte della magistratura.
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