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lunedì 18 dicembre 2023

L'allargamento ad est dell'Unione Europea? Potrebbe essere uno svantaggio


Riprendo questo stralcio di un articolo di Federico Punzi su "Atlantico Quotidiano" che è intitolato "Negoziati per l’adesione di Kiev all’Ue, ecco perché c’è poco da festeggiare":

"Ma il dramma, o la farsa se volete, è un altro. Politici e media occidentali discutono di prospettive di pace, dopo l’ormai riconosciuto fallimento della controffensiva ucraina (il segretario della Nato avverte di “prepararci anche alle cattive notizie”), dando per scontato che tutto sommato questa guerra si possa chiudere in qualsiasi momento vogliamo, basta trovare una formula per congelarla più o meno sulle linee attuali, riconoscendo de facto ma non de jure le conquiste russe, la Crimea e i territori occupati dopo il 24 febbraio 2022. “Spiace, amici ucraini, ma in fondo avete vinto lo stesso”.

Il problema di questo assunto però non è solo convincere Kiev a sacrificare di fatto la sua integrità territoriale, ma dare per scontato che Vladimir Putin si accontenterebbe delle conquiste attuali. E per di più dovrebbe accontentarsi proprio quando vede la pazienza dell’Occidente esaurirsi: “L’Ucraina oggi non produce quasi nulla in termini di armi, tutto arriva dall’Occidente, ma questi regali un giorno potrebbero finire e, a quanto pare, stanno finendo”, ha osservato il presidente russo nella sua conferenza stampa di fine anno.

Un grave errore di prospettiva dare per scontato che Putin accetterebbe di fermarsi solo perché noi ci siamo stancati e che non ne approfitterebbe, invece, per tentare di chiudere la partita. Nella stessa conferenza stampa il presidente russo ha ricordato quali sono i suoi obiettivi in Ucraina ma a quanto pare testardamente ci ostiniamo a non ascoltarlo"
.

Si è dato il via libera all'adesione dell'Ucraina e della Moldavia all'Unione Europea ma forse c'è poco da festeggiare.
La guerra tra Russia e Ucraina non sta dando i risultati sperati.
Le armi e i soldi scarseggiano e anche lo stesso presidente americano Joe Biden è in grossa difficoltà, difficoltà aggravate dal rischio concreto di impeachment che potrebbe chiudere in modo inglorioso un periodo di amministrazione con poche luci e molte ombre. 
La guerra russo-ucraina è diventata una guerra di logoramento. 
A questo punto, si dovrebbero convincere gli Ucraini ad accettare perdere la Crimea e il Donbass, in cambio di un'adesione formale all'Unione Europea del proprio Paese.
Per contro, si dovrà anche fare in modo che il presidente russo Vladimir Putin non abbia altre pretese, non interferisca più nella politica ucraina e lasci in pace l'Ucraina stessa. 
Monitorare la situazione in Ucraina non sarà facile, come non sarà facile monitorare la situazione in Moldavia.
Il caso moldavo vede la questione della Transnistria, uno Stato indipendente di fatto che si trova dentro la Moldavia e che non è solo filorusso (e russofono) ma è anche stalinista.
De iure, di diritto, la Transnistria è territorio moldavo ma da facto, di fatto, è indipendente dalla Moldavia e vuole avvicinarsi alla Russia.
A me sembra di vedere una situazione simile a quella dell'Impero Romano d'Oriente sotto l'imperatore Costantino XI Monomaco (1000-1055).
Nel 1045, l'Impero Romano d'Oriente annetté il regno armeno di Ani.
Questa espansione ad est, però, non portò nessun beneficio all'impero.
Anzi, espose la sua frontiera orientale all'attacco dei Turchi Selgiuchidi, cosa avvenne nel 1071.
Un'entrata della Moldavia e dell'Ucraina nell'Unione Europea sarebbe un costo per quest'ultima, anche perché quei Paesi resterebbero esposti alle mire russe.
Dunque, Ucraina e Moldavia dovrebbero essere aiutate sia dall'Unione Europea che dalla NATO e dagli Stati Uniti d'America.
I tre soggetti sono molto incerti e sembrano passarsi il cerino perché ciascuno di loro ha dei problemi interni.
Il presidente americano Biden ha i problemi prima citati, l'Unione Europea sta dimostrando i suoi limiti di realtà politica tecnocratica e la NATO ha la grana della Turchia. 
Lo stesso Biden non vuole arrivare alla sconfitta della Russia né all'escalation.
La strategia di Biden è quella di dissuadere i russi dal portare avanti i loro piani.
Ciò ha creato un equilibrio che però si sta dimostrando fragile e che rischia di rompersi a vantaggio di Putin, il quale potrebbe approfittare di una situazione di caos e prendersi l'intera Ucraina, visto anche che la Russia aggira le sanzioni impostele. 
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non riesce a cacciare via i russi dalla Crimea e dal Donbass.
A questo punto, si sta pensando di "salvare il salvabile in Ucraina" costringendo quest'ultima ad accettare di perdere il Donbass e la Crimea (che resterebbero alla Russia) in cambio della sua adesione all'Unione Europea e alla NATO e della recisione dei legami con Mosca e la Russia non dovrà più rompere l'anima a Kiev.
La Russia sarà disposta ad accontentarsi solo della Crimea e del Donbass e ad accettare di non esercitare più nessuna influenza su Kiev, ritirandosi completamente dagli altri territori ucraini,  e l'Ucraina sarà disposta a sacrificare la Crimea e il Donbass in cambio dell'adesione all'Unione Europea e alla NATO e della libertà da ogni ingerenza di Mosca?
Il rischio di una situazione instabile resterebbe comunque, con rischi molto gravi.


 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".