Un articolo di Michele Marsonet su "Atlantico Quotidiano" riporta la situazione di Hong Kong.
L'ex-colonia britannica resiste al tentativo di sinicizzazione che il regime comunista di Pechino vuole imporle.
Gli abitanti di Hong Kong hanno deciso di disertare le urne, di non voler partecipare a delle elezioni farlocche.
I cittadini di Hong Kong, chiamati alle urne per esprimere un voto “patriottico” secondo le indicazioni di Pechino, hanno reagito in modo chiaro e inequivocabile.Non vogliono perdere le loro libertà.
Solo il 27,5 % degli aventi diritto ha votato.
Gli abitanti di Hong Kong non avevano nessun diritto di scelta.
Infatti, i candidati erano tutti "patrioti", ossia personaggi graditi al Partito Comunista cinese e al di quest'ultimo capo supremo, che si crede un dio incarnato, Xi Jinping.
La Cina di oggi si pone a capo di quel mondo ostile all'Occidente.
Basta pensare anche alla sua posizione pro-Palestina.
Coloro che erano contro le politiche pechinesi ad Hong Kong sono stati costretti ad andarsene.
Un esempio è il caso della dissidente Agnes Chow.
Con questo gesto gli abitanti di Hong Kong sperano di richiamare l'attenzione dell'Occidente.
Ciò pare difficile, anche alla luce del fatto che le grandi industrie occidentali fanno affari con quelle cinesi, per ciò che concerne i pannelli solari e le batterie delle automobili elettriche.
Comunque, la speranza è ultima a morire.
Dunque, erano solo elezioni di facciata ed i cittadini di Hong Kong hanno reagito di conseguenza.
Forse, sarebbe stato meglio che Hong Kong fosse rimasta una colonia britannica.
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