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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 19 marzo 2012

AUGURI A TUTTI I PAPA', E' LA FESTA DI SAN GIUSEPPE!



Cari amici ed amiche.


Oggi è la festa di San Giuseppe ed è la festa di tutti i papà.

Pertanto, faccio gli auguri a tutti i papà, compreso il mio.

Ora, il ritratto agiografico di San Giuseppe può essere trovato sul sito "Santi e Beati", seguendo il link http://www.santiebeati.it/dettaglio/20200.

Io, invece, voglio parlare della missione di San Giuseppe, lo sposo della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù.

Egli ebbe una missione molto importante, quella di essere un figura paterna sulla terra per il Figlio di Dio, colui che deve proteggerlo ed insegnargli a vivere nel mondo.

San Giuseppe si fece valere in questo.

Protesse Gesù quando Erode volle farlo uccidere e gli insegnò a vivere nel mondo.

Gli insegnò a lavorare il legno e, quando dovette farlo, lo punì.

Io penso che la grandezza di un uomo si veda anche dall'operato dei suoi genitori nella sua educazione fin da piccolo.

Con l'attuale situazione di crisi della famiglia sta portando alle attuali situazioni tragiche che noi tutti conosciamo.

Dobbiamo prendere come esempio San Giuseppe.


Troverete in esso la ricetta delle "Zeppole di San Giuseppe", dolce tipico di questa festività.

Cordiali saluti.

CENTROSINISTRA, COSA STA SUCCEDENDO?




Cari amici ed amiche.

Il video qui sopra mostra l'infuocata puntata della tasmissione di Lucia Annunziata "In Mezz'Ora" in cui il politico intervistato, il senatore Francesco Rutelli, ha dato una risposta un po' sopra le righe, in merito al caso che riguarda Luigi Lusi, caso che vede coinvolto proprio il suo ex partito "Democrazia è Libertà-La Margherita".
A prescindere dai processi, che vanno fatti in tribunale, esprimo un parere.
Tra il caso Lusi, quello che che vede coinvolto l'ex-presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, quello che vede coinvolto il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, quello che vede coinvolta la Giunta Comunale di Milano, il caso del sindaco di Bari Michele Emiliano ed vari casi delle amministrazioni in Umbria, sembra quasi che sul centrosinistra vi siano delle ombre.
Ora, ripeto, sono un garantista e, come tale, non giudico.
Per fare quello ci sono i tribunali.
Tuttavia, questa situazione fa vacillare il "mito della sinistra moralmente diversa".
La realtà è ben diversa.
Con le sue politiche assistenzialiste e la rete di cooperative, di sindacati e di vari enti che sono ad essa legati, la sinistra si è esposta a quei fenomeni che si sono manifestati nei casi che ho elencato. Eppure, molti dei vari esponenti del centrosinistra continuano a parlare di una "diversità" della loro parte politica.
Io penso che chi si comporta da moralista sia il primo ad avere l'immoralità in casa propria.
Chi è capace di riflettere, rifletta.
Cordiali saluti.

domenica 18 marzo 2012

PRAGA E GLI ITALIANI, UN LEGAME FORTE.









Cari amici ed amiche.




Su Facebook ho trovato questa interessante nota:



"La presenza italiana nell’attuale territorio della Repubblica Ceca, vanta un’antica e importante tradizione. Se nel corso di tutto il Medioevo, il numero degli italiani presenti a Praga non era tale da permetterci di parlare di una vera e propria migrazione verso i territori della corona ceca, nella seconda metà del Cinquecento, invece, esisteva già nella città di Rodolfo II – dal 1583 Capitale dell’Impero - una nutrita colonia italiana composta principalmente da maestranze edili e mercanti che vi si erano stabiliti con le loro famiglie.
I mercanti italiani si occupavano principalmente del commercio di beni di lusso al tempo molto richiesti dalla corte imperiale, ma il gruppo più numeroso della colonia era composto da architetti, muratori, scalpellini e stuccatori che erano impiegati nei numerosi cantieri del Palazzo Reale e delle residenze della nobiltà ceca attratta dallo stile rinascimentale. Gli italiani stabilitisi nella Capitale, provenivano principalmente dalla regione compresa tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, e a Praga risiedevano nelle vicinanze del Castello e sulla via Vlašska, (la “Via Italiana”), mentre le loro botteghe circondavano l’attuale Piazza di Mala Strana, conosciuta al tempo con il nome di: “Piazza Italiana”.
Con il passare degli anni, la colonia italiana crebbe a tal punto da indurre i Gesuiti del Collegio Clementino - presenti a Praga dal 1556 - a tenere, a partire dal 1560, sermoni in lingua italiana presso la chiesa di San Clemente nella zona della Città Vecchia. Furono proprio i Gesuiti a iniziare una vera e propria opera di organizzazione della comunità italiana e fu così che sotto impulso della Compagnia di Gesù, tra il 1573 e il 1575 (le fonti discordano al riguardo) la comunità si diede un’organizzazione stabile dando vita alla Congregazione della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo; un’istituzione con fini assistenziali e religiosi ispirata al modello delle Congregazioni Mariane dei collegi gesuitici. Gli scopi della Congregazione erano sintetizzati nel motto: “Pro Deo et paupere” ed erano principalmente due: la difesa della fede cattolica nella Boemia protestante e la realizzazione di opere caritatevoli come l’assistenza ai poveri e ai bisognosi e la cura degli ammalati, senza riguardo per la loro fede religiosa. Primo coadiutore spirituale della nuova istituzione fu l’italiano Padre Blasius Montanini.
In Boemia, la Congregazione italiana rappresentava una delle minoranze cattoliche sul territorio e per questo ottenne, nel 1580, speciali indulgenze dal papa Gregorio XIII.
Nel 1569 gli italiani avevano già costruito nella Città Vecchia un proprio oratorio presso il Clementinum e una cappella all’interno della stessa area, dove venivano celebrate le funzioni religiose. Questa Cappella fu in seguito demolita nel 1589 perché ormai troppo piccola e fu ricostruita completamente a partire dal 1590. Questa nuova Cappella, consacrata nell’agosto del 1600 da Monsignor Filippo Spinelli, Nunzio Pontificio presso Rodolfo II, occupa ancora oggi un posto di rilievo nella storia dell’architettura in quanto risulta essere il primo esempio di cappella italiana a pianta ovale nell’Europa d’oltralpe. La Cappella, sormontata da una cupola, era ornata con un maestoso affresco raffigurante l’assunzione in cielo della Vergine Maria, opera di un ignoto maestro italiano dell’epoca. Pur essendo dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, la Cappella fu sempre chiamata dal popolo: “Cappella Italiana” e continua ad esserlo ancora oggi.
La creazione della Congregazione contribuì notevolmente a rafforzare la coesione tra la minoranza italiana a Praga e, grazie alle sue opere caritatevoli, fu ben vista anche dalla popolazione locale ed ottenne un prestigio tale che, nel corso del tempo, anche cittadini non italiani vollero entrare a farne parte.
Nel 1602, a causa del numero sempre maggiore di poveri e bisognosi che i membri della Congregazione ospitavano presso le proprie case, questa acquistò, per un cifra simbolica, la casa di Domenico de Bossi, suo illustre membro, situata nel quartiere di Mala Strana e ne fece la sede di un ospedale creato per assistere i bisognosi, soprattutto bambini, che ricevevano assistenza sia medica che sociale. Ma ben presto neanche questa struttura fu più sufficiente e la Congregazione chiese all’imperatore Rodolfo il permesso di acquistare altre case vicine all’Ospedale. Nel 1608 l’Istituzione ricevette dall’Imperatore, che ne apprezzava le opere di beneficenza, il permesso di acquistare altri immobili per l’ampliamento della struttura e altre concessioni importanti a suo favore come l’esenzione totale da ogni tipo di tasse e tributi e la possibilità, anche in futuro, di acquistare case e terreni per ulteriori ampliamenti. Questi privilegi furono riconfermati dagli imperatori Leopoldo I, nel 1691, Carlo VI nel 1732 e dall’imperatrice Maria Teresa nel 1744. In seguito l’edificio di Mala Strana fu più volte ampliato e addirittura ricostruito ex novo nel 1611 per essere ultimato nel 1617. All’interno dell’Ospedale vi era anche una cappella a una navata, dedicata alla Vergine Maria Assunta e a San Carlo Borromeo, realizzata nel 1617 e consacrata il 23 luglio dello stesso anno dall’arcivescovo di Praga Jan Lohelius.
A partire dal 1622, all’interno dell’Ospedale, venne inaugurata anche una scuola per bambini italiani e la cappella venne ornata di ricchi stucchi. Da semplice ospedale per i poveri, l’edificio dell’attuale via Vlašská divenne un orfanotrofio e nel 1671 scelse come suo patrono S. Francesco Borgia.
La decorazione artistica dell’Ospedale viene considerata tra i maggiori gioielli del primo barocco praghese, mentre le pitture murali poste nella volta della navata e nelle piccole cappelle laterali della Cappella maggiore, tra le prime opere d’epoca barocca a Praga.
Negli anni a venire, l’edificio subì vari danni a causa della Guerra dei Trent’Anni durante la quale andò perduto anche l’archivio della Congregazione, ma l’edificio venne ricostruito e ingrandito con nuove costruzioni. Per avere un’idea di quanto importante fosse l’Ospedale, basti pensare che nel 1779, secondo le fonti, i ricoverati nella struttura raggiunsero la cifra di 1187.
L’Ospedale degli italiani venne soppresso nel 1789 per volontà di Giuseppe II, ma nel 1804, gli italiani residenti a Praga, rinnovarono la Congregazione sotto il protettorato di Sua Altezza il Serenissimo Arciduca Luigi Salvatore di Toscana e fondarono un orfanotrofio maschile il 7 settembre dello stesso anno. La fondazione dell’Orfanotrofio che si occupava di mantenere ed educare fanciulli, orfani e bisognosi senza distinzione di nazionalità, fu resa possibile grazie all’impegno di commercianti italiani residenti a Praga. Negli Statuti del 1804 si ribadiscono gli scopi religiosi e umanitari della Congregazione e dell’Orfanotrofio, tra i quali: la conservazione della Cappella italiana della Città Vecchia, il mantenimento dell’Orfanotrofio e l’istituzione di un fondo speciale per soccorre i membri della Congregazione in caso di bisogno. Nel 1830 l’Orfanotrofio fu trasferito nuovamente nell’edificio storico dell’Ospedale di Mala Strana che fu riacquistato dalla Congregazione, e nel 1839 la sua Cappella venne riconsacrata. L’Orfanotrofio si occupava dell’educazione di ragazzi maschi fino all’età di 15 anni e offriva, ai più meritevoli, la possibilità di continuare gli studi anche dopo questa età. Quando nel 1915 l’Italia entrò nel conflitto mondiale, il governo austriaco tolse agli italiani l’amministrazione dell’Orfanotrofio, ma al termine della guerra, questi riuscirono a ottenerne nuovamente la gestione dal nuovo governo cecoslovacco. L’Orfanotrofio continuò la sua attività tra varie difficoltà e vicissitudini fino al 1941 nel corso della Seconda Guerra Mondiale, anno in cui fu soppresso, e la Congregazione italiana, con delibera del 7 giugno 1942, sancì il passaggio allo Stato italiano della sede dell’ex Ospedale di Mala Strana e della Cappella della Vergine Maria nella Città Vecchia. La Congregazione, tuttavia, non decretò mai il suo scioglimento anche se, di fatto, tutte le sue attività cessarono. L’antica sede di Mala Strana, che per secoli era stata il punto di riferimento della comunità italiana di Praga, fu da quel momento destinata ad ospitare la “Casa d’Italia” e l’Istituto di Cultura Italiana (dagli anni Novanta rinominato “Istituto Italiano di Cultura”) ancora attivo e cuore pulsante dell’italianità in Repubblica ceca. ".



Ora, esprimo una mia opinione.

La presenza italiana a Praga potrebbe essere stata anteriore di almeno due secoli al 1583, nel Medio Evo.

Teniamo conto della questione delle eresie religiose e movimenti scismatici.

Infatti, in Provenza si sviluppò il movimento dei catari (di cui ho parlato in vari articoli, tra cui quello intitolato "La Provenza, i catari e Roncoferraro, http://italiaemondo.blogspot.it/2011/12/la-provenza-i-catari-e-roncoferraro.html) che arrivò fino al Mantovano.

A Milano ci furono i patarini (XI secolo).

Nelle valli piemontesi e francesi si svilupparono le comunità valdesi, in seguito alla predicazione di Pietro Valdo di Lione (1130-1206).

Nella Boemia si sviluppò un altro movimento religioso, l'hussitismo, in seguito alle predicazioni di Jan Hus (1371-1415), che prese spunto dalle opere del teologo inglese John Wycliffe (1329-1384).

Ora, però, potrebbe esserci anche un'altra teoria.

Jan Hus potrebbe avere preso spunto anche direttamente da qualcuno di quei movimenti che ho citato prima, come i catari, i patarini ed i valdesi.

Com' noto, Wycliffe potrebbe avere preso spunto dai valdesi o dai patarini.

Quindi Hus potrebbe avere fatto lo stesso.

Quindi, gli italiani potrebbero avere giocato un ruolo importante nella formazione dell'hussitismo, che ebbe anche tendenze gnostiche, come i catari, che furono presenti in Italia.

Tra gli hussiti, infatti, ci furono anche gli Adamiti, un movimento fondato da Martin Huska (http://www.eresie.it/it/Huska.htm).

Questi predicavano il totale rifiuto del mondo, proprio come i catari, un rifiuto del mondo che si manifestava anche con l'abitudine di andare in giro nudi.

Quindi, Praga potrebbe essere stata la città in cui vari movimenti religiosi (come catari, patarini e valdesi) potrebbero essersi rifiugiati.

Questo potrebbe avere fatto sì che anche molti italiani si siano rifiugiati a Praga.

Tra l'altro, gli italiani di Praga erano mercanti e uomini di manovalanza.

Questo ricorda quello un'altra possibile situazione, quella dei catari e degli ebrei che si rifugiarono nella Valle dei Signori, una zona della Provincia di Mantova che si trova nel Comune di Roncoferraro (che di recente ho visitato, di cui ho parlato nell'articolo il cui link è http://italiaemondo.blogspot.it/2011/05/roncoferraro-gli-ebrei-ed-i-catari.html e di cui parlerò).

Tra l'altro, anche a Praga ci fu una forte comunità ebraica che sicuramente ebbe scambi con le comunità ebraiche italiane, tra cui quella di Mantova.

Proprio nel capoluogo virgiliano (durante il Rinascimento), ad esempio, c'erano cinque sinagoghe.

Una di queste era di rito askenazita, un rito presente nell'Europa centro-orientale.

Quindi, Praga potrebbe essere stata un "ricettacolo" di italianità e di scambio tra il mondo slavo, quello germanico e quello latino.

Questi scambi tra Praga e gli Stati italiani potrebbero avere attirato gli italiani che nel XVI secolo contribuirono a favorire l'attecchimento della cultura rinascimentale italiana nell'allora capitale del Sacro Romano Impero, che attualmente è capitale della Repubblica Ceca.

Del resto, un altro legame tra Praga è l'Italia è presente anche qui da me, nel Mantovano.

Qui da noi si presta culto ad un santo boema, San Giovanni Nepomuceno.

Questi fu predicatore alla corte dell'imperatore Venceslao IV e vicario generale dell'arcidiocesi di Praga. Visse tra 1349 ed il 1393.

Egli difese il suo arcivescovo, contro il desiderio dell'imperatore che volle erigere a diocesi l'abbazia di Kladrau per un suo favorito.

L'imperatore lo fece arrestare e lo fece annegare nella Moldava.

La Chiesa lo canonizzò e lo proclamò martire.

Ora, il culto di San Giovanni Nepomuceno è molto presente in aree come il Mantovano.

Ad esempio, non lontano da casa mia, nel Comune di Gazzo Bigarello, c'è la "Pila del Galeotto", un'antica riseria-mulino.

Sulla facciata campeggia una statua di San Giovanni Nepomuceno, che è santo protettore contro le alluvioni.

Senza dubbio, gli "Italiani di Praga" contribuirono a portare qui in Italia il culto di questo santo.

Quindi, tra Praga e l'Italia, i legami sono fortissimi.

Su simili legami culturali si deve fondare l'Europa.

Cordiali saluti.










CHE GUEVARA? ERA UN MOSTRO


Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito dell'Associazione "Tradizione, Famiglia e Proprietà" che è intitolato "Che Guevara: il mostro dietro il mito".
Ringrazio l'amico Samuele Maniscalco che l'ha messo su Facebook.
Io ritengo che questo articolo dica il vero.
Si sa che le rivoluzioni di stampo comunista portarono morti, feriti e prigionieri.
Stando a quanto scritto, Che Guevara fu protagonista (ovviamente in negativo) di 144 esecuzioni e promosse i campi di lavoro forzato per "rieducare" i giovani.
Alcuni suoi testi recitano:

"“L’odio come fattore di lotta. L’odio intransigente contro il nemico, che permette all’uomo di superare i suoi limiti naturali e lo trasforma in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così: un popolo senza odio non può distruggere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta: nelle sue case, nei suoi luoghi di divertimento. Renderla totale”.

“Amo l’odio, bisogna creare l’odio e l’intolleranza tra gli uomini, perché questo rende gli uomini freddi e selettivi e li trasforma in perfette macchine per uccidere”.

“La via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche a costo di vittime atomiche”."


Questo fu l'"eroe" della sinistra e di certi ceti intellettuali che ne fanno quasi un'agiografia Del resto, la sinistra tende a creare certi miti. Eppure clichet di Che Guevara fu lo stesso di tutti i comunisti. Il comunista "duro e puro" genera odio tra le classi sociali, contro la religione e contro tutto ciò che ad esso è contro. Quindi, io trovo che sia ipocrita criticare chi mitizza Hitler mentre non si dice nulla su chi mitizza Che Guevara. Com'è dimostrato, tra Hitler e Che Guevara non ci fu alcuna differenza.Del resto, comunismo e nazismo sono due ideologie che non dovrebbero avere alcuna cittadinanza in una società civile. Esse si fondano sull'odio verso chi la pensa in modo diverso. Del resto, anche i comunisti italiani usano gli stessi metodi, bollando come "ignoranti", "ladri" e quant'altro coloro che non la pensano come loro. Se pur con metodi diversi, i comunisti si comportano esattamente come si comportavano i nazisti verso gli ebrei e gli oppositori. Allora, smettiamola con certa retorica!

Cordiali saluti.



MESSAGGIO DI CORDOGLIO PER IL PAPA COPTO SHENOUDA III


Cari amici ed amiche.

E' morto il Papa copto Shenouda III.
Egli era il 117° successore di San Marco Evangelista ed era la massima autorità religiosa dei cristiani copti ortodossi d'Egitto.
Questa morte è avvenuta in un momento molto difficile per i cristiani copti (ortodossi e cattolici) d'Egitto.
Con la recrudescenza del fondamentalismo islamico, la morte del Papa copto è sicuramente un brutto colpo per i cristiani copti d'Egitto.
Papa Shenouda III si impegnò profondamente nel dialogo con gli altri cristiani, compresi noi cattolici.
Egli fece la storia della Chiesa copta egiziana.
Esprimo il mio cordoglio ai cristiani egiziani.
Cordiali saluti.

L'ALTRA STORIA DEL RISOTTO ALLA PILOTA




Cari amici ed amiche.

Oggi è il giorno di Sant'Anselmo, la festa del Santo Patrono di Mantova.
Egli fu legato a questa terra.
Egli fu nell'Abbazia di San Benedetto in Polirone e fu legato anche ad altri santi, come San Cassiano, un monaco di quell'abbazia.
Ora, vi è una storia che lega questo santo ad un piatto tipico della cucina mantovana, il "Risotto alla Pilota".
Come dice il video qui sopra, il "Risotto alla Pilota" nacque presso le corti che colitivavano il riso e fu fatto dai "pilarini", coloro che lavoravano il riso.
Ora, vi è un'altra storia legata a questo piatto.
Pare, infatti, che il nome sia di origini ben più antiche e che risalga al Medio Evo.
A Roncoferraro, sulla strada per Nosedole, si apre una via chiamata "Stradello San Cassiano".
Questo stradello prende il nome dal monastero che si trovava lì e che potrebbe essere stato fondato da San Cassiano.
Oggi, il monastero non c'è più ma c'è una corte con un cappella.
Lì i monaci facevano coltivare il riso, che fu introdotto dal sud dell'Italia attraverso gli Arabi.
Tra questi monaci ce ne fu uno che venne definito "pilotino".
Questo monaco (che forse era il celleraio o un suo collaboratore) si dedicava al riso e ne verificava la sua qualità.
Egli ne faceva cuocere un po', condendolo con della cipolla.
Questo fu il primo "Risotto alla Pilota".
Poi, fu introdotto il "pesto" di carni di maiale.
Nelle antiche corti, nel giorno di Santa Caterina (25 novembre), i proprietari terreni usavano fare ammazzare il maiale.
In quell'occasione, essi offrivano il "Risotto alla Pilota", anche per assaggiare la pasta dei salami .
Se seguite il link http://blog.paperogiallo.net/2010/09/riso_alla_pilota.html, troverete la ricetta di questa pietanza.
In realtà, non esiste una ricetta vera e propria di questo risotto.
Alcuni, ad esempio, profumano il "pesto" con del rosmarino, altri lo sfumano con del vino bianco durante la cottura ed altri ancora accompagnano il risotto con delle costine o delle braciole di maiale alla griglia.
In questo caso si parla di "Risotto col puntel".
Per il Venerdì Santo, suggerisco una variante "magra".
Al posto del "pesto" di maiale, potrete usare l'Halibut, un pesce molto usato dallo chef Gordon Ramsay nelle sue trasmissioni, come "Hell's Kitchen".
L'Halibut sembra carne e si può preparare in questo modo:

Prendete 250 g di Halibut e tagliatelo a dadini di circa 2 centimetri.
Marinatelo* in vino bianco, olio d'oliva, succo di limone, sale, pepe ed aglio per circa un quarto d'ora.
Mescolate i cubetti di pesce perché prendano tutta la marinatura.
Poi, mettetelo a cuocere in una pentola con 20 grammi di burro, senza mettere la marinatura.
Fate cuocere per circa 2 o 3 minuti a fuoco vivo.
Sfumatelo con un quarto di bicchiere di vino banco.
Una volta cotto, unite il pesce al riso cotto secondo il procedimento del "Risotto alla Pilota".

Buon appetito e cordiali saluti.

La marinatura si può fa con un bicchiere di olio d'oliva, mezzo bicchiere di vino bianco, sale (q.b.), pepe (q.b), un cucchiaio di succo di limone e mezzo spicchio d'aglio schiacciato.

sabato 17 marzo 2012

Hail glorious St Patrick!



Cari amici ed amiche.


Ieri era la festa di San Patrizio, Patrono d'Irlanda, e, a causa di impegni non ho potuto parlarne.

Lo faccio oggi, citando un articolo del blog "The Linen on The Hedgerow" (http://linenonthehedgerow.blogspot.it/) che recita:


"Today is, of course, St Patrick's Day and as my Confirmation name is Patrick and as I have a teaspoon or two of Irish blood in me (albeit dating back to 1845 which is but a blink of an eye in Irish history), here is my tribute to the great saint, his own poem which I dedicate to all Irish Catholic bloggers.
Written by St. Patrick in 377 A.D.
I arise todayThrough a mighty strength, the invocation of the Trinity,Through a belief in the Threeness,Through confession of the OnenessOf the Creator of creation.
I arise todayThrough the strength of Christ's birth and His baptism,Through the strength of His crucifixion and His burial,Through the strength of His resurrection and His ascension,Through the strength of His descent for the judgment of doom.
I arise todayThrough the strength of the love of cherubim,In obedience of angels,In service of archangels,In the hope of resurrection to meet with reward,In the prayers of patriarchs,In preachings of the apostles,In faiths of confessors,In innocence of virgins,In deeds of righteous men.
I arise todayThrough the strength of heaven;Light of the sun,Splendor of fire,Speed of lightning,Swiftness of the wind,Depth of the sea,Stability of the earth,Firmness of the rock.
I arise todayThrough God's strength to pilot me;God's might to uphold me,God's wisdom to guide me,God's eye to look before me,God's ear to hear me,God's word to speak for me,God's hand to guard me,God's way to lie before me,God's shield to protect me,God's hosts to save meFrom snares of the devil,From temptations of vices,From every one who desires me ill,Afar and anear,Alone or in a multitude.
I summon today all these powers between me and evil,Against every cruel merciless power that opposes my body and soul,Against incantations of false prophets,Against black laws of pagandom,Against false laws of heretics,Against craft of idolatry,Against spells of women and smiths and wizards,Against every knowledge that corrupts man's body and soul.Christ shield me todayAgainst poison, against burning,Against drowning, against wounding,So that reward may come to me in abundance.
Christ with me, Christ before me, Christ behind me,Christ in me, Christ beneath me, Christ above me,Christ on my right, Christ on my left,Christ when I lie down, Christ when I sit down,Christ in the heart of every man who thinks of me,Christ in the mouth of every man who speaks of me,Christ in the eye that sees me,Christ in the ear that hears me.
I arise todayThrough a mighty strength, the invocation of the Trinity,Through a belief in the Threeness,Through a confession of the OnenessOf the Creator of creation. Is there dispensation today for the odd pint of Guinness or a couple of Paddy Whiskies?".


San Patrizio (385-461) fu uno di quei personaggi detti "di frontiera".

Egli, infatti, visse nel periodo in cui l'Impero Romano d'Occidente si stava dissolvendo e stavano nascendo i regni romano-germanici.

In quell'Europa che divenne cristiana stavano prendendo piede dei popoli che cristiani non erano, come i Franchi, o che erano cristiani eretici, come i Goti, che erano ariani.

Egli fu rapito e portato in Irlanda come schiavo.

Gli Irlandesi volevano schiavizzarlo e, forse, fargli abiurare la fede cristiana ma, in realtà, fu lui a vincere ed i suoi carcerieri divennero i suoi devoti.

Oggi, San Patrizio rappresenta quel popolo europeo che volle restare tale.

Questo ci deve fare riflettere.

Anche oggi stanno venendo qui in Europa dei popoli non cristiani.

Tuttavia non siamo in grado di riospondere, come risposero gli Europei del tempo di San Patrizio.

Così, noi rischiamo di perdere il nostro patrimonio culturale e religioso.

Se seguite il link http://italiaemondo.blogspot.it/2009/12/patricius-et-coroticus.html, potrete leggere una mia poesia.

Cordiali saluti.

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Ipocrisia europea

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si sposta a bordo di un'automobile Audi A8 a benzina.