Fa pensare (non poco) l'entrata a gamba tesa sulle riforme del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI) e arcivescovo metropolitano di Bologna.
Dalla CEI sono giunte critiche alla riforma del premierato e all'autonomia differenziata.
La CEI ha detto che la riforma "rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica".
Il cardinale Zuppi ha detto anche che la riforma costituzionale deve essere affrontata come qualcosa che "non sia di parte".
Al cardinale e alla CEI ha già risposto la premier Giorgia Meloni ma deve essere fatta notare anche un'altra cosa.
Le nostre chiese si stanno svuotando sempre di più.
Sempre meno gente partecipa alla messa e accede ai sacramenti.
Molte chiese rischiano di chiudere.
Il loro tabernacoli saranno svuotati e diventeranno solo dei bei monumenti.
Eppure, i vescovi italiani si preoccupano delle riforme della nostra Costituzione, la quale (tra le altre cose) regolamenta i rapporti tra Stato e Chiesa come due entità che sono indipendenti l'una dall'altra.
Comunque, la premier ha risposto.
Lo Stato non dipende dalla Chiesa e la Chiesa non dipende dallo Stato.
Come ha detto la premier Meloni, le riforme costituzionali non toccheranno minimamente i rapporti tra lo Stato e la Chiesa.
Dunque, non si capisce questa uscita del cardinale Zuppi e della CEI.
Noi rischiamo di vedere una Chiesa condannata ad essere minoranza, una Chiesa che perde la sua missione di portare il Vangelo, e i vescovi italiani preferiscono parlare di politica.
Mi ricordo di quanto accaduto l'anno scorso in un Comune del Modenese, durante la festa del patrono.
Durante la festa del patrono, si è deciso di fare anche una manifestazione simile ad un Pride.
Ora, nessuno ha qualcosa contro nessuno ma una manifestazione simile durante la festa del santo patrono è fuori luogo.
Se quella manifestazione fosse stata fatta in un altro momento, forse, non sarebbe accaduto nulla.
Il vescovo della diocesi di appartenenza di quel Comune ha taciuto.
Un articolo scritto sul Resto del Carlino riporta l'accaduto.
Noi ci troviamo di fronte ad una Chiesa che parla di politica, di ambiente e di altro, una Chiesa che parla di tutto...meno che di Cristo.
Gli effetti di ciò si vedono nelle chiese che si svuotano, nella mancanza di preti e nei fedeli che si allontanano dalla Chiesa, fedeli che si dicono "credenti ma non praticanti".
Forse, il cardinale Zuppi e la CEI farebbero bene a preoccuparsi di ciò e a lasciare perdere la politica.
Lo Stato non dipende dalla Chiesa e la Chiesa non dipende dallo Stato.
Come ha detto la premier Meloni, le riforme costituzionali non toccheranno minimamente i rapporti tra lo Stato e la Chiesa.
Dunque, non si capisce questa uscita del cardinale Zuppi e della CEI.
Noi rischiamo di vedere una Chiesa condannata ad essere minoranza, una Chiesa che perde la sua missione di portare il Vangelo, e i vescovi italiani preferiscono parlare di politica.
Mi ricordo di quanto accaduto l'anno scorso in un Comune del Modenese, durante la festa del patrono.
Durante la festa del patrono, si è deciso di fare anche una manifestazione simile ad un Pride.
Ora, nessuno ha qualcosa contro nessuno ma una manifestazione simile durante la festa del santo patrono è fuori luogo.
Se quella manifestazione fosse stata fatta in un altro momento, forse, non sarebbe accaduto nulla.
Il vescovo della diocesi di appartenenza di quel Comune ha taciuto.
Un articolo scritto sul Resto del Carlino riporta l'accaduto.
Noi ci troviamo di fronte ad una Chiesa che parla di politica, di ambiente e di altro, una Chiesa che parla di tutto...meno che di Cristo.
Gli effetti di ciò si vedono nelle chiese che si svuotano, nella mancanza di preti e nei fedeli che si allontanano dalla Chiesa, fedeli che si dicono "credenti ma non praticanti".
Forse, il cardinale Zuppi e la CEI farebbero bene a preoccuparsi di ciò e a lasciare perdere la politica.
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